NAUSEA DA RIBALTONE

Bisogna ammetterlo. Ci ha visto giusto linkiesta, che oggi pubblica il retroscena della crisi minuto per minuto. Una crisi che avrebbe la sua regia sul Colle più alto, e forse non da ora, con due “alleati” di livello quali Giuseppe Conte e Roberto Fico. Da questa inedita terna, dopo febbrili “consultazioni ante litteram”, nascerebbe oggi quel pactum sceleris, tanto gradito all’Europa dei banchieri e all’Italia dei magistrati, che era stato collaudato proprio nel consesso UE con l’elezione della presidente Ursula Van Der Leyen.

Così, in Italia non ci sarà nemmeno bisogno di calare la troika da Berlino, ce la troveremo in casa bell’e pronta, semmai con un Mario Draghi da più parti evocato, capace di far impallidire l’austerità di Monti-Fornero, o meglio ancora, con una toga prestata alla politica via Renzi, quel Raffaele Cantone intercettato sulla via ritorno dai vertici Anac ai ranghi della magistratura.

Mario Draghi

Gongolano, ne siamo certi, personaggi come Antonio Di Pietro, da sempre alle tastiere dietro il sipario dei 5 Stelle, o Piercamillo Davigo, lo stesso che per tappare la bocca alla stampa, fin dai tempi di Mani Pulite girava con la famosa cartellina azzurra (“Per una serena vecchiaia”, l’aveva etichettata), stracolma di citazioni civili milionarie da scagliare (e vincere) contro chiunque osasse lontanamente criticarlo.

E c’è chi non esclude che, oltre a gongolare, i due ex della Procura di Milano abbiano sussurrato ai 5Stelle qualcosa di più.

Altri – ne abbiamo dato conto al primo sentore di ribaltone – suggeriscono invece che i due inflessibili PM di Tangentopoli siano riusciti a fare breccia nel “cuore” di Matteo Renzi, se non altro per spiegare quel clamoroso dietrofront che avrebbe fatto arrossire qualsiasi ex premier. Non Renzi, che ultimamente con la stessa magistratura, artefice solo un paio d’anni fa del suo impallinamento via Consip, oggi sembra filare d’amore e d’accordo.

E chapeau anche al Tempo di Franco Bechis, che titolava ieri su Un’inciucio molto Fico.

Insomma, lo avevano capito tutti. Tranne, forse, Matteo Salvini.

Prepariamoci ad un revival del D’Alema primo, con tanto di Di Pietro al seguito. Mala tempora currunt. Una patrimoniale secca sui risparmi potrebbe essere già in arrivo, ma, soprattutto, sulle teste degli italiani cadrà come un piombo quella riforma Bonafede scritta DALLA magistratura PER la magistratura. Proprio lo scoglio su cui Salvini aveva provato a far cadere il governo. Ma con il potere – o strapotere – giudiziario italiano è inutile provarci. Meglio “dialogare”. Renzi docet.

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