BANCO DI NAPOLI / I PRINCIPI BATTONO CASSA

Prìncipi contro politici. Succede sull’asse Napoli-Roma e al centro dello scontro c’è il crac del più grande istituto di credito del Mezzogiorno.

Protagonisti in campo i fratelli di nobile stirpe austriaca Mariano Hugo e Manfred Windisch Graetz, fino a vent’anni fa tra i principali azionisti privati del Banco di Napoli.

Ora hanno appena intentato la bellezza di 4 cause nei confronti del governo tricolore, per la precisione del premier Giuseppe Conte, del titolare dell’Economia Giovanni Tria e di 88 tra parlamentari ed ex parlamentari, a cominciare dall’ex primo ministro Matteo Renzi.

Ecco i fatti. 23 anni fa, nel 1996, il Banco di Napoli finiva in crac per una serie di prestiti facili e un rosso miliardario.

L’antica sede di via Toledo. In apertura il principe Mariano Hugo

Un vero giallo – tutto ancora da chiarire, con una magistratura rimasta solo a guardare senza muovere un dito – che si è sviluppato nei mesi seguenti. Il Banco, infatti, viene venduto, meglio svenduto, alla Banca Nazionale del Lavoro, che lo paga una cifra ridicola, una sessantina di miliardi di lire, una “coscia” di Maradona.

Dopo neanche un anno BNL mette a segno il colpo del secolo, rivendendolo per 6000 miliardi di vecchie lire al gruppo San Paolo, che verrà inglobato da Intesa

Una vera magia proprio alla Maradona, visto che in quel modo BLN riuscì a coprire la voragine apertasi nei conti per i traffici della filiale di Atlanta, che secondo non pochi addetti ai lavori erano serviti a finanziare compravendite di armi per la guerra in Iraq.

Come mai nessuno ha indagato? Perché la magistratura ha insabbiato e/o coperto uno scandalo che più colossale e macroscopico non si può?

Sul fronte Banco di Napoli, un decreto legge fa nascere la Società per la Gestione Attività, SGA, che nell’arco di un ventennio riesce in un’impresa da novanta, ossia recuperare oltre il 90 per cento dei crediti incagliati, producendo addirittura utili.

Tanto che il governo Renzi pensa bene di fare un sol boccone di quella SGA diventata una vera gallina dalle uova d’oro, i cui utili serviranno a quel punto anche a finanziarie i rossi delle banche in crac, come Etruria e le Venete.

Ma alcuni vecchi azionisti del Banco Napoli non ci stanno.

Come i principi austro-partenopei, che ora fanno 4 cause ai governi, attuale e passato: si tratta di due azioni risarcitorie (per un totale da 500 milioni di euro), una revocatoria e una surrogatoria.

Un bel cocktail.

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