Quel simpaticone di Tria

Come ogni economista con la fedina di professionista pulita il mitico Cottarelli, che Fazio sollecita a disegnare la salute della nostra economia, dobbiamo rispetto e stima anche per il ministro del Tesoro nominato incautamente dai dioscuri Di Maio-Salvini, convinti di poterlo manipolare a loro piacimento. La coscienza di Tria, a tratti passivamente succube dell’autoritarismo gialloverde, lo ha finalmente indotto alla ribellione, ai diktat per farlo mentire sul dissesto finanziario che precede e forse ha già infettato l’economia italiana . Nel poche opportunità di dire la sua, Tria ha messo in guardia il governo, in accordo con il giudizio della Comunità europea, le agenzie mondiali di raking e i colleghi illuminati come Cottarelli. La vendetta non si è fatta attendere. Il ministro è stato messo sotto accusa per non aver erogato i rimborsi ai truffati della banche, come se fosse l’unico a prendere la responsabilità di raschiare il fondo della cassaforte di Stato, che si svuota per coprire i costi del reddito di cittadinanza e di quota 100, il default del Pil, l’erosione in crescita del debito pubblico. Cercando il pelo nell’uovo i due compari hanno accusato la consulente del Ministero di conflitto d’interessi, questione conclusa con la rinuncia all’incarico.

C’è una news che ci rende simpatico Tria. Il titolo : “Con Mediterranea il figlio del ministro. Stefano Tria è uno di noi e fa quello per cui Mediterranea è nata: salvare e salvarci da questo orrore”. Mediterranea saving humans, progetto italiano di soccorso promosso da una rete di associazioni, Ong e realtà politiche e sociali ne dà notizia a conferma di quanto pubblicato dal giornale ‘La verità’ che riferisce della presenza del figlio del ministro sulla barca a vela che supporta la Mare Jonio, nave umanitaria approdata lo scorso 19 marzo a Lampedusa con 48 migranti soccorsi. Come dire che Salvini riceve un ceffone sonoro in faccia, proprio ora che ripete pedissequamente e con l’abituale tono da dittatoruncolo il “no” all’approdo nei porti italiani di una nave Ong che ha salvato nel mare della Libia 64 migranti

Stefano Tria fa parte del circuito degli skipper che si alternano nelle varie missioni di Mediterranea sulla barca a vela che appoggia la stessa Mare Jonio, sotto sequestro per ordine di Salvini. Il figlio del ministro ha proposto la sua candidatura alla nave Mediterranea con l’invio al sito della Ong, sezione “”Sali a bordo e resta in contatto con noi”. Fiato sospeso per una possibile, nuova e più feroce vendetta del ministro dell’Interno e per probabili ritorsioni nei confronti dello scomodo Tria.

Quando si intravedeva un incipit di sintonia Pd-Cgil, la smentita piomba puntuale sulla sinistra. Landini, neo segretario del più grande sindacato, propone un “prelievo” con fini sociali sui patrimoni dei ricchi italiani, per dare linfa alla ripresa economica con investimenti capaci di favorire l’occupazione. Al “no” di Di Maio, in fondo comprensibile per il timore di alienarsi il ceto coinvolto, fa eco quello altrettanto deciso di Zingaretti. Vecchia questione: gli eredi di Berlinguer strizzano l’occhio urbi et orbi, per non scontentare nessuno, neppure chi non contribuisce proporzionalmente al gettito fiscale, che continua a opprimere il popolo dei contribuenti tassati all’origine, su stipendi e salari.

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