FIRENZE / DARIO NARDELLA RIELETTO SINDACO A BOTTE DI TRAMVIE VELOCI & TAV ?

Firenze si è trasformata in un cantiere in ebollizione. Una sfilza di infrastrutture per i trasporti ne stanno modificando profondamente l’assetto ambientale e urbanistico, con un forte impatto sul delicato tessuto del territorio (e del sottosuolo cittadino). Tramvie veloci, restyling dell’aeroporto, nodo TAV tra le chicche che il sindaco Dario Nardella intende presentare agli elettori su un piatto d’argento in vista del voto amministrativo, e quindi per il rinnovo della sua poltrona, nel prossimo maggio.

Mentre il suo patròn Matteo Renzi presenta con ascolt flop le meraviglie di Firenze per un programma della Nove (è certo più adatto per un quizzone), l’amico Nardella gioca sulle infrastrutture che caratterizzeranno il futuro della città nei prossimi 50 anni. Ma è proprio tutto oro quel che luccica? Andiamo a vedere.

ARRIVANO I COMMISSARI DI TONINELLI

Giorni caldi, questi prenatalizi, perchè sbarca a Firenze la commissione tecnica del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (arrivo previsto in città per il 18 dicembre), vale a dire l’USTIF (Ufficio speciale trasporti a impianti fissi). La commissione dovrà fissare a stretto giro il calendario per il collaudo della linea 2 della tramvia veloce (la 3 è stata completata e inaugurata qualche mese fa). Solo dopo potrà arrivare l’ok ministeriale e poi quello della Regione.

Rassicura Nardella: “Abbiamo finito i lavori come promesso. Ora anche la linea 2 è pronta. Per la partenza aspettiamo il timbro finale degli ingegneri del ministro Toninelli. Dal 18 dicembre ci auguriamo che la commissione lavori pancia a terra per consegnare l’opera, ormai finita, a città e regione”.

Il ministro Danilo Toninelli. In apertura Dario Nardella

Evidenti i toni polemici con Toninelli (l’ironia sul ‘pancia a terra’), sospettato di voler rallentare i tempi di avvio, e quindi di far saltare i cronoprogrammi elettorali di Nardella. Che tanto per far intendere aggiunge: “Mi auguro che non ci siano interferenze politiche nell’attività della commissione ministeriale, che non può che essere tecnica, in collegamento con la Regione Toscana e con la società concessionaria. Se ci fossero – mette le mani avanti – sarebbe di una gravità inaudita”. Capito Toninelli? Niente scherzi.

Ma vediamo più da vicino chi ha svolto i lavori, a quanto pare fino ad oggi costati, per le due linee, quasi 400 milioni di euro.

In campo la società Tram Firenze spa, che presenta una complessa struttura azionaria. Le quote maggiori sono detenute dal fondo francese Meridian con il 24,1 per cento e dalla rappresentanza nostrana di un’altra sigla transalpina, Rapt Dev Italia con il 24,9 per cento. La restante metà è suddivisa in quote tra Grandi Lavori Fincosit (14 per cento), Ansaldo Breda (13,5), le francesi Alstom Trasport (6,1) e Alstom Ferrovie (3,8), poi Ansaldo Sts (3,8).

La gestione spetta a Gest, tanto per cambiare anch’essa transalpina. Perciò, le fila del gioco sono tutte in mani ai francesi, a noi le briciole (poco più di un quarto azionario). Che bellezza.

TUTTE LE “IMPRESE”, DA UN CRAC ALL’ALTRO

A questo punto occorre fare un salto indietro, quando l’opera, parecchi fa, è iniziata (il riferimento è alla Linea 2, che conduce dall’aeroporto di Firenze Peretola a Piazza dell’Unità d’Italia; mentre la linea 3 va da Careggi a Santa Maria Novella). Un tragitto che più travagliato non si può, il primo.

Ad iniziare i lavori è un consorzio di imprese fiorentine che all’epoca andavano per la maggiore: Baldassini, Tognozzi e Pontello, unite sotto l’ombrello di BTP e un santo protettore, Denis Verdini. Ma la festa dura poco perchè un’inchiesta sulle opere pubbliche decapita i vertici aziendali e porta le imprese verso il crac.

Ma spunta un salvagente che si chiama “Impresa”, la quale decide di rilevare il ramo lavori di BTP, e nel portafoglio ordini c’è anche la ghiotta Linea 2 del tram veloce tanto voluto dal fresco sindaco di Firenze Matteo Renzi. Il quale viene immortalato al taglio del nastro in compagnia di Raffaele Raiola, napoletano, presidente di “Impresa spa”.

Denis Verdini

Un rapido sguardo all’azionariato di Impresa. A far la parte del leone due giovanotti di belle speranze, Ludovico e Maria Grazia Greco, rampolli di Vincenzo Maria Greco, l’inossidabile faccendiere e storico braccio destro di Paolo Cirino Pomicino fin dai tempi del dopo terremoto del 1980 in Campania, passando per i progetti dell’Alta Velocità e quindi coprire tutto l’arco dei lavori pubblici. Anche Raiola è stato tra i primattori della ricostruzione post sisma, avendo tra l’altro rilevato una patata bollente, la Sorrentino Costruzioni Generali, finita sotto sequestro giudiziario per collusioni camorristiche e molto vicina a ‘O Ministro. Anche Impresa è finita in crac e sotto i riflettori della magistratura gigliata.

Terzo passaggio del testimone e arriviamo a Fincosit Grandi Lavori. Non fa neanche in tempo a metter mano a ruspe e betoniere che da Venezia arriva la doccia fredda: Fincosit recita un ruolo di primo piano nel Consorzio Venezia Nuova, per la realizzazione del Mose, finito anch’esso nel mirino della magistratura lagunare, “una grande tangentopoli”, secondo il pm Carlo Nordio. Quindi anche il presidente di Fincosit finisce in galera e arriva, come “salvatore”, Vito Gamberale.

Ma per poter continuare le opere, tra continui stop and go, occorre rafforzare la struttura del concessionario Tram Firenze spa: per questo l’ingresso massiccio dei francesi che portano oggi a termine i lavori.

Nardella è inarrestabile. Vuole “tramviare” tutta Firenze, per la disperazione di tanti commercianti costretti a chiudere i propri negozi e degli stessi cittadini, obbligati ad acrobazie nel traffico.

“La mia amministrazione – gongola il primo cittadino – intende estendere il sistema tramviario veloce, e per questo siamo in attesa di altri 40 milioni dall’Unione europea”. Fondi, a quanto pare, per allungare le linee su entrambi i versanti: da una parte in direzione Campi Bisanzio e Sesto Fiorentino, dall’altra in direzione Rovezzano e Bagno a Ripoli. Lo start sarebbe previsto per il 2020.

Ecco le ultime parole prenatalizie del sindaco renziano: “Sulle opere infrastrutturali bisogna che il governo non ci blocchi. Non sarebbe un dispetto personale a Nardella, ma allo sviluppo dei prossimi 50 anni della città”.

IL NODO TAV, TRA MONNEZZE TOSSICHE E SIGLE IN CRAC

A chi gli chiede della stazione Foster, uno dei pomi principali della discordia sul fronte dello snodo TAV, Nardella risponde sicuro: “Per la stazione Foster siamo a metà dei lavori, sono stati già investiti 700-800 milioni di euro. Chi potrebbe mai fermare, e con quale logica, adesso i lavori?”.

Il presidente ANAC Raffaele Cantone

E chissenefrega se l’impatto ambientale è devastante, se le ruspe dei Casalesi sono state tra le protagoniste dei lavori e ancora una volta s’è aperta una maxi inchiesta giudiziaria. Bazzecole, pinzellacchere per il primo cittadino ormai tutto proiettato verso la rielezione a maggio. E che trova il tempo, a metà dicembre, di tenere a battesimo la “Festa della Luce” organizzata al Palacongressi di Firenze dal Grande Oriente d’Italia.

Val la pena di ricordare che i lavori per l’Alta velocità a Firenze vennero affidati in prima battuta a Coopsette, poi finita sotto amministrazione controllata. Il testimone è passato a una delle big nazionali, la storica Condotte. Ma anche stavolta il copione drammaticamente si ripete: la società va in concordato preventivo. E’ di giorni fa la notizia che Condotte è stata molto generosa – a botte di consulenze – con la famiglia Renzi.

Intanto aspettiamo di conoscere novità dalla magistratura gigliata, che sei anni fa aveva iniziato ad indagare soprattutto sul fronte del movimento terra, scoprendone di tutti i colori. In particolare che i lavori erano stati affidati ad alcune sigle casertane riconducibili al clan dei Casalesi, le quali avevano provveduto ad interrare vagonate e vagonate di rifiuti tossici.

Come mai nessuno aveva controllato? E’ intervenuta – e in che modo – l’Anac guidata da Raffaele Cantone?

Per saperne molto di più sulle svariate infrastrutture fiorentine (in particolare Tav, Tramvie e Aeroporto) potete andare sul sito di Idra (www.idraonlus.it), un’associazione in campo da ben 24 anni (è nata nel 1994) proprio per la tutela dei territori, in particolare ovviamente quello fiorentino, dalle aggressioni della speculazione. Hanno seguito passo passo le vicende dell’Alta Velocità e continuano a farlo con grande impegno civile.

 

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