METRO’ / A NAPOLI PROTESTE PER DISSERVIZI, SPERPERI E E SCEMPI

Metrò senza pace a Napoli. Resse quotidiane per il ritardo nelle corse e quindi sovraffolamenti da stadio. Proteste continue dei cittadini per i disservizi. E adesso anche contrasti all’interno della Commissione urbanistica del Comune per i lavori in Piazza del Plebiscito, nel cuore cittadino.

Già nelle settimane scorse associazioni, comitati civici, intellettuali e cittadini avevano lanciato numerose porteste per il cantiere messo su e subito supertransennato, inguardabile e tale da far scempio della storica piazza. Le opere da realizzare riguardano un mega pozzo di ventilazione per la Linea 6 del metro.

Sostiene Roberta Buonomo, componente della Commissione ambientale e urbanista, nonché docente di Legislazione dei beni culturali all’Accademia di Belle Arti: “Ritengo che la realizzazione delle griglie di ventilazione della metro si ponga in stridente contrasto con il duplice vincolo diretto ed indiretto, imposto ai sensi delle disposizioni di tutela del Codice dei beni culturali, gravante sulla piazza”. Parla espressamente di “danneggiamento della prospettiva”, di “alterate condizioni ambientali e di decoro”, di “vincoli violati” e così via.

Nulla, comunque, rispetto ai tanti scempi ambientali portati a compimento in questi anni nello svolgimento degli eterni lavori: eterni perchè cominciati addirittura nel 1976 e capaci di inghiottire montagne di miliardi di lire prima e di euro poi. Un pozzo senza fine, una quantità di danari pubblici ormai incalcolabile.

E una fetta dei soldi ha riguardato le opere d’arte – sic – come abbiamo più volte segnalato: ultima in ordine di tempo la fresca stazione di Parco San Paolo, cosiddetta della “Vulva”, parto del genio di Amish Kapoor e costata un occhio.

Intanto la sicurezza va a farsi fottere: allagamenti continui fin dalle prime piogge e caldo bestiale d’estate, carrozze spesso e volentieri sgarrupate (le nuove tardano ad arrivare). Senza dimenticare i massacri urbanistici e architettonici, con molte chiese del centro storico perennemente transennate, un’intera ala del celebre palazzo Guevara alla Riviera di Chiaia crollata (è in corso il processo di primo grado per accertare le responsabilità, comunque riconducibili alla realizzazione della linea metro), la Villa Comunale, uno de pochi polmoni verdi della città, devastata e morente, per via dell’acqua salata che sta uccidendo uno ad uno gli alberi.

Ma come mai – sono sempre in più a chiedersi tra gruppi e associazioni – l’Anac guidata da Raffaele Cantone non viene a fare una visitina ai cantieri della metro per verificare sperperi, scempi e non solo?

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