AUTISMO / IL DIFENSORE CIVICO DELLA CAMPANIA ACCUSA 

Impietosa radiografia del sistema sanitario della Campania, soprattutto per quanto riguarda l’assistenza ai più deboli e meno tutelati, come i bimbi autistici.

A redigerla il Difensore civico campano, che secondo una recente normativa emanata da palazzo Santa Lucia si occupa anche di Sanità, e quindi recepisce le istanze di tutti i cittadini che si sentano bistrattati dal sistema sanitario regionale, e non riescano ad ottenere le prestazioni cui hanno diritto. Sappiamo bene l’attuale pessimo livello della sanità nella regione, la Voce lo ha più volte documentato, così come da quasi due anni sia gestita per via commissariale, dal momento che ne è commissario lo stesso Governatore Vincenzo De Luca.

Ecco alcuni fra i passaggi salienti della relazione del Difensore civico (da poco insediato dopo una lunga battaglia giudiziaria), l’avvocato Giuseppe Fortunato, e inviata all’Istituto Superiore di Sanità, al ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, a svariate autorità regionali, nonché a tutte le Asl della Campania.

Dopo aver sottolineato che “in Campania esiste un patto perverso tra interessi economici e burocrazia politico-amministrativa, esordisce facendo notare come da ben sei anni restino del tutto disattese le “Linee Guida sull’Autismo” impartite nel 2012 dall’Istituto Superiore. In particolare: “non si applicano le nuove metodologie personalizzate fondate sull’attenzione al caso singolo; nulla è cambiato in materia di formazione professionale per l’autismo; ai docenti non si danno le istruzioni; non si permette la nascita di figure professionali sanitarie e degli educatori abilitati opportunamente alla cura degli autistici; non si attuano le Equipes pubbliche pluridisciplinari”.

E tutto ciò “nel mentre la sanità pubblica dorme, il giro d’affati legato alla logopedia, alla psicomotricità e a tematiche genericamente ‘autistiche’, nella sola Regione Campania supera i 300 milioni di euro annuo, con terapie vecchie, costose e non in linea con quanto ha evidenziato la ricerca moderna, recepita già dal 2012”.

Picchia duro, Fortunato, e fa subito un caso concreto. “Per dare il senso di ciò cui stiamo assistendo, va evidenziato come, a fronte della gravità dell’autismo in Campania, si diffondano addirittura pratiche parascientifiche lucrative. Ad esempio: una certa signora Anna Bifulco che si spaccia per dottoressa, avendo frequentato un corso d’arte in un’associazione con Ernesto Calindri e si fa chiamare ‘psicologo’ da illustri esponenti, con il cognome del marito Anna Pollio, diffonde metodologie strambe per i bambini autistici. E’ supportata da politici e burocrati che l’avevano anche nominata e fatta nominare Garante dell’Infanzia della Regione Campania, ma ha dovuto ritirarsi da tale funzione dopo la dichiarazione falsa resa alla Regione. Ancor oggi la sedicente dottoressa è la Coordinatrice della Commissione ‘Famiglia e Minori’ della Regione Campania mentre diffonde le sue teorie”. Una vicenda intricata sulla quale la Voce scrisse un paio di articoli mesi fa.

Ecco altre ‘botte’. “Il business in corso in Campania diffonde prodotti e servizi omogeneizzati senza essere periodicamente aggiornati con l’evolversi delle conoscenze mediche e scientifiche”. “Contemporaneamente i controlli sul privato sono inadeguati”.

“Per comodità e per interessi di pochi, l’attuale sistema tratta l’autistico sostanzialmente come un grave dislessico e anche la continuità assistenziale necessaria viene spesso negata dalle Aziende sanitarie, dovendosi far ricorso alla sede giudiziaria per ottenere l’erogazione di metodologia aggiornata, specifica e scientificamente idonea a fornire risultati sui pazienti. E’ evidente che si è permesso agli operatori privati di ‘smerciare’ prodotti e servizi scaduti e addirittura riprodurli. E’ come se si accettasse di avere in circolazione cibi avariati”.

Passiamo all’attacco finale, riportandolo punto per punto.

“Ecco alcuni aspetti del vergognoso mercato sulla pelle dei bambini autistici:

– Mercato privato della formazione nelle scuole, dove oggi si stima l’erogazione di oltre 5 milioni di ore di formazione generica in tema di disturbo dell’apprendimento e non di autismo in Italia.

– Mercato privato della riabilitazione, che vede l’interesse all’estensione impropria del business della logopedia e psicomotricità; va anche precisato che non esiste ad oggi il PTDA regionale per l’autismo, così ogni ASL naviga a vista e si permette disumanamente di far passare ancora nelle ASL pratiche estranee all’assistenza peculiare per gli autistici.

– Insufficiente e talora insussistente costituzione delle NPIA incardinate nella sanità della Campania.

– Taglio dei posti residenziali per autistici e disabili cognitivi e conversione in forme private di sostegno socio assistenziale.

– Mancanza assoluta della Programmazione regionale sulla base del rilevamento mensile delle esigenze e della tipologia dei bambini autistici.

– Mancanza sssoluta della necessaria personalizzazione di cure di tipo ‘medico’. La sanità pubblica campana condanna il bimbo autistico al supermarket del prodotto omogeneo.

– Mancanza di Linee Guida specifiche per l’inserimento delle diverse tipologie di pazienti e scolari autistici. Non sono stati programmati corsi specifici per gli insegnanti mentre solo ora, nell’ottobre 2018, a sei anni dal 2012, vi è qualche iniziativa sporadica”.

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