Chiamateli “il piccolo Mao Zedong” e “il piccolo Orbàn”

Conto sulla generosità professionale di Massimo Giannini, autorevole firma di la Repubblica per appropriarmi di ingegnose definizioni che usa per non citare Salvini e Di Maio. Ne fa cenno così: “il picolo Mao Zedong di Pomigliano” e “il piccolo Orbàn di Milano”. Li adotta e li aggiungo alle personali che impiego per evitare di pronunciare Di Maio-Salvini: li ho ribattezzati “L’Incompiuto” e “Ce l’ho duro”. Per i tre italiani che non conoscono Mao Zedong e Orbàn, il mini glossario che segue viene in loro aiuto: Mao Zedong è meglio noto come Mao tse-tung, Orbàn è il primo ministro xenofobo e destrorso dell’Ungheria, ideologo del respingimento dei migranti.

Ce l’ho duro fa il duro e con alto senso democratico rifiuta l’esito questo sì democratico del “no” espresso dalla commissione di vigilanza Rai al nome di Foa per la presidenza della Rai. Insiste il piccolo Orbàn ed è un nuovo capitolo della guerriglia con il piccolo Mao Zedong, che sul caso in esame avanza l’ipotesi di un altro nome, cioè di Rossi. Questo o quello per me pari sono, così recita un detto popolare ed è molto appropriato per questa disputa. Foa è un giornalista affezionato alle notizie false (sullo shock che provocherebbero le vaccinazioni dei bambini e non solo, tifoso di due dittatori come Putin e Orbàn, insolente nei confronti del presidente Mattarella). Rossi ha insultato più volte Mattarella con espressioni inappropriate, da vilipendio (“Golpista”, “Dracula”, loda Putin e accusa Obama di aver fomentato la rivoluzione ucraina).

Di là dall’inadeguatezza dei due soggetti a presiedere la Rai, c’è sullo sfondo della delicata questione l’arroganza del ministro valpadano che non rispetta l’esito di un voto, cita un giorno sì e l’altro pure frasi care a Mussolini e rasenta il pericolo per noi che ci prenda gusto a calpestare i principi fondamentali della democrazia, in complicità con il comico genovese che esterna l’ipotesi di abolire il Parlamento. Scatta l’allerta per il popolo di sinistra, impegnato nella pigra ricerca di un leader e di una strategia per resuscitare? Boh?

Vale qualcosa molto vicina allo zero la carta delle promesse dei pentastellati, prossimi alle pagliacciate di Vespa, che consentì a Berlusconi di pubblicizzare le promesse pre elettorali di milioni di nuovi posti di lavoro. I proclami dell’Incompiuto” di Pomigliano franano uno a uno, sepolti dall’incapacità di tradurli in norme, leggi e provvedimenti. L’ultima omissione è particolarmente significativa. I 5Stelle giurarono di ripristinare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. La proposta di Liberi e uguali di recuperare il valore di quell’artico è stata votata in aula. Ha ricevuto tredici voti a favore, proprio così tredici, il “no” di M5stelle e Lega e, cosa inaudita, l’astensione del Pd. Nel Parlamento applausi a cena aperta di chi ha abolito l’articolo 18 e di chi con il “no” ha votato per non ripristinarlo. Chissà se riflettono su questo esempio di antioperaismo tripartisan i metalmeccanici che hanno votato per il piccolo Mao Zedong e il piccolo Orbàn.

In due righe o poco più

Sicilia, nella scia delle aggressioni xenofobe, il caso di un giovane africano, insultato, picchiato (frattura di una mandibola) da due giovani razzisti. Decimo episodio negli ultimi cinquanta giorni. Per il governo sono forzature giornalistiche.

Il fascino del potere. Malagò, sugli attenti, si è piegato al diktat partitico della Lega. Polo centrale delle Olimpiadi invernali a cui aspira l’Italia è la Cortina leghista. Indignate Milano e Torino, confinate in ruoli secondari.

Erdogan ci riprova e promette che agirà perché il Parlamento approvi il ripristino della pena di morte. Pensiamo ancora di accoglierlo nella Ue?

Repubblica Ceca, altro covo ad est della destra: condannato, per fortuna, il segretario del partito di estrema destra che proponeva di ammazzare alla nascita zingari, ebrei e omosessuali

Solo pedofilia il cancro del clero? Eh no. Le suore cattoliche degli Stati Uniti denunciano abusi sessuali subiti, gravi quelli in Africa, responsabili preti e vescovi.

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