Sport e antisport

In deroga alle personali preferenze per nobili sport quali sono il basket e la pallanuoto, la Rai, in emergenza radiocronisti, mi chiese di raccontare il match calcistico di serie C che vedeva di fronte le squadre di Ischia, in pericolo retrocessione e il Licata, proiettato verso la promozione. Ecco la premessa di una partita surreale: il risultato pari della partita avrebbe favorito il salvataggio dell’Ischia e la promozione del Licata.

Con senso del dovere e non potendo contare su esperienze specifiche, mi ero dotato di taccuino e bic per appunti di gioco e considerazioni sugli aspetti tecnico-tattici della sfida campano-sicula. Da non credere. Al primo intervento radiofonico quanto accadeva mi ha costretto a segnalare che le due squadre da un lato e dall’altro si fronteggiavano lungo la linea di centro campo senza colpo ferire. Per trenta secondi l’Ischia teneva palla, per i successivi il Licata. All’infinito. Dallo studio hanno smesso di interpellarmi al sesto tentativo, fallito, di riferire le fasi di gioco in quel di Ischia. Chiamato a intervenire ho detto testualmente: “Scusate se ho risposto in lieve ritardo. Mi ero addormentato”. Ischia-Licata, inutile dirlo, si è conclusa con l’auspicato e ottenuto zero a zero.

Ha risvegliato questo “drammatico” ricordo, il caso del match di basket disputato da Aurora Brindisi e Martina Franca Valle d’Itria Basket, giocato a perdere nel corso della Final Four per il campionato pugliese “Eccellenza Under 18”. Il video ha svelato l’incredibile proposito di non vincere: autocanestri, tiri liberi mandati lontano dal cesto e altre scelleratezze volontarie. Gli arbitri sono stati costretti a sospendere il gioco per comportamento antisportivo e il giudice di settore ha inflitto alle due società la sconfitta per entrambe, il ritiro dal campionato, una penale di 720 euro, la perdita del diritto sportivo, lo scioglimento del vincolo degli atleti, l’inibizione per tre mesi dei dirigenti responsabili delle due società. Atti trasmessi alla Procura Federale. E i due allenatori, certo non estranei al perfido accordo? Per opinione personale andrebbero radiati.

In tema di basket, il singolare caso di un giocatore italiano di proporzioni fuori misura. E’ incredibilmente alto due metri e cinque centimetri. Centimetri che in questo momento mancano ai lunghi dell’Italia. Il supergigante in questione forse non ha unito altezza e talento, tanto che nonostante la stazza, gioca in serie C, nell’Oderzo. Il grattacielo umano è tra l’altro incorso nella rete dei carabinieri. Fermato alla guida dell’auto, che procedeva a zig-zag, ha rifiutato di sottoporsi all’alcoltest. “Non riesco a entrare nella vostra auto” così si è giustificato. Denunciato, il tribunale di Treviso lo ha condannato a sei mesi d’arresto, a una multa di 1500 euro. Patente ritirata, auto sequestrata. Ha scontato la pena con mesi di lavori utili. La Corte d’Appello di Venezia ha ribaltato la sentenza. Ha creduto che davvero il gigante del basket per la grande stazza non sia potuto entrare nell’auto dei carabinieri per il test.

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