Il background della “par condicio”

Metto in stand by, ma solo per una volta, la promessa di non sprecare la mia nota quotidiana per commentare la vomitevole rissa pre elettorale. A farmi desistere dall’impegno due episodi da nausea. Neghi qualcuno, se può, che la par condicio è una scellerata invenzione della finta democrazia. Il principio della parità di accesso ai media consente il paradosso che i media debbano concedere pari ospitalità a sinistra, destra, centro, proporzionalmente al consenso che gli italiani riconoscono ai tre nuclei della politica made in Italy. La conseguenza delle norme che regolano la presenza dei politici nelle televisioni ha segnato il suo punto più basso con le interviste televisive delle maggiori testate giornalistiche ai massimi esponenti di Casa Pound e Forza Nuova, formazioni eversive che incuranti del divieto costituzionale, commettono il reato di apologia del fascismo. C’è altro. Domenica scorsa Fazio, obbligato proprio dalla par condicio, ha dovuto dialogare “amabilmente” con il condannato Berlusconi, probabilmente dopo aver accettato di porgli domande concordate e il divieto di contestare con argomenti convincenti le balle di un programma irrealizzabile, già divulgato in “Porta a Porta” con la complicità del compiacente Vespa. Fazio non ha replicato, per esempio, all’assoluzione del neofascismo. “Quello che temo non è la destra, il fascismo è morto e il vero pericolo è l’antifascismo”, ha detto l’impresentabile padre padrone di Forza Italia “sono più pericolosi i comunisti”. Fazio impassibile, salvo a scambiare con la Littizzetto un paio di battutine indirizzate all’ex cavaliere uscito di scena”.

Ieri mattina Sky ha ripristinato la libertà di informare senza i vincoli della equidistanza ipocrita, con una lunga, articolata intervista alla Boldrini. Assecondata dal conduttore, la presidentessa della Camera ha rivendicato l’antifascismo della nostra democrazia e ha chiesto che il neofascismo sia stroncato, per rimediare alla tolleranza di cui hanno profittato gli estremisti di destra per ritagliarsi spazi di credibilità.

“Fratelli d’Italia…l’Italia s’è desta”. Il torpore di mesi, anzi di anni, animato solo dall’impegno della politica di questo Paese per badare ai cavoli propri, ovvero alla gestione dei poteri di casta, ha permesso la riemersione di tentazioni neofasciste e ha tollerato senza fiatare la nascita di movimenti eversivi. Il risveglio di alcune coscienze democratiche è stato choccante. A figuri che resuscitano il “boia chi molla” è stato concesso di frequentare i salotti televisivi dei maggiori network. Ai coraggiosi moniti di Laurta Boldrini si sono associati Sala, sindaco di Milano e De Magistris, primo cittadino di Napoli. Sua la denuncia “Cosa aspettano Minniti e il governo? La Costituzione pone fuori legge l’ideologia fascista e l’odio razziale, del diverso, definito pericolo per la razza giudicata, in modo aberrante, superiore. Se si continuano a consentire comizi e manifestazioni neofasciste facendole passare per esercizio della democrazia, si pongono le premesse per la fine della democrazia. Ci vuole uno Stato che difenda la Costituzione e i suoi valori antifascisti inviolabili”.

E il Pd? adotta un “diplomatico silenzio” e anzi deplora la contestazione dei centri sociali, a protezione di Casa Pound e Forza Nuova. L’eccezione: Chiti, senatore dem in disaccordo con il partito, al punto di non ripresentare la propria candidatura: “Aderisco all’appello per lo scioglimento delle formazioni che si richiamano al fascismo e al divieto di ogni forma di apologia del regime che ha devastato l’Italia”.

Il fronte dei cosiddetti moderati è in linea con le farneticazioni berlusconiane. Cicchitto, definisce ideologica Laura Boldrini e sui rigurgiti neofascisti sostiene che gli scioglimenti provocherebbero polemiche sui diritti di libertà e non terrebbero conto dell’altra fonte di violenza dell’estrema sinistra e dei centri sociali.

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