CASTELSANDRA NEL CILENTO / UNA SCEMPIO LUNGO 40 ANNI

Più di 40 anni per non decidere niente. E’ uno dei primati della politica di casa nostra, e riguarda uno degli scempi ambientali più colossali nella storia della Campania e uno dei più clamorosi casi di riciclaggio. Si tratta dell’Hotel Castelsandra, in pieno Parco del Cilento, nel comune di Castellabate.

Vi ha fatto visita il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, arrivato con le fanfare per plaudire all’abbattimento di 27 villette abusive al posto delle quali verranno piantati 330 alberi: “pini di Aleppo”, ha tenuto a precisare il ministro. Che però non ha fatto alcun cenno a quel mostro di cemento, simbolo del degrado e della camorra imprenditrice.

E’ solo da una decina d’anni, comunque, che si sta discutendo del destino del Castelsandra.

Ricorda l’ex presidente del Parco del Cilento Giuseppe Tarallo: “nel 2010 era stato siglato un accordo di programma per bandire un concorso internazionale per la riqualificazione del complesso. Come mai non se ne è fatto più niente?”.

Osserva l’attuale presidente del Parco, Tommaso Pellegrino: “L’albergo comunque non era abusivo e oggi costerebbe un occhio abbatterlo. Ma evitiamo di lasciarlo lì inutilizzato”.

Cogitabondo Galletti, che si esercita nel classico scaricabarile: “il progetto è una scelta del Comune (di Castellabate, ndr), se ce ne sarà uno interessante lo valuteremo”. Grazie per lo sforzo.

Ubicato su un immenso promontorio verde, il Castelsandra venne acquistato da un paio di prestanome del clan Nuvoletta negli anni ’70, al risibile prezzo di circa 450 milioni di vecchie lire: una collina con hotel al prezzo di una villetta con giardino.

Passò alle cronache dell’epoca per la graziosa ospitalità concessa ai vip della politica di allora, soprattutto di marca democristiana, e ad alcuni latitanti in cerca di una stanzetta e di un pasto caldo.

Confiscato, è stato dimenticato per quasi 40 anni.

Fino agli odierni pini di Aleppo griffati Galletti…

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