UNIPOL / OPERAZIONE CARIGE E IN ATTESA DELLA PROCURA DI TORINO 

Unipol si muove in direzione Carige. E’ da tempo che la compagnia assicurativa ex “rossa” sta cercando di entrare in banca, con ogni probabilità perchè non soddisfatta dalla sua, Unipol Banca, che non ha fornito i risultati sperati. Dopo le ipotesi venete, ecco ora profilarsi in modo concreto la pista ligure, che porta alla Cassa di Risparmio di Genova, da tempo in grosse difficoltà, uno dei tasselli da puntellare nel traballante panorama bancario di casa nostra, sempre alle prese con gli speculatori che hanno fatto man bassa dei risparmi, portato il bottino a casa e certo non propensi a restituirlo.

Il nuovo amministratore di Carige, Paolo Fiorentino, ex Unicredit e già in prima fila per l’ingresso degli americani nella Roma Calcio, è alle prese con la terapia d’urto per ossigenare le casse della Cassa. Manovra non semplice. C’è bisogno di un rafforzamento patrimoniale da 1 miliardo di euro, non noccioline. Il principale sostegno dovrebbe arrivare dal primo azionista, il gruppo Malacalza Investimenti, che già detiene quasi il 18 per cento del capitale ed è deciso a riossigenare Carige.

Altro denaro arriverà poi da alcune cessioni, come immobili e società controllate (in prima linea Creditis).

E poi c’è l’intervento Unipol. Una prima tranche, da 60 milioni di euro, dovrebbe arrivare per fine anno.

Ma su Unipol, e sul suo numero uno, Carlo Cimbri, c’è sempre un punto interrogativo. Che fine farà mai l’inchiesta portata avanti dalla procura di Torino sull’acquisto di SAI dalla famiglia Ligresti? Un’inchiesta portata avanti dal pm Marco Gianoglio e in piedi da tempo. Ma è da oltre un anno che dura un’attesa estenuante: quella del deposito di una perizia, ordinata dal pm nella primavera 2016, e ancora mai recapitata. Osserva un avvocato torinese: “è una perizia molto complessa, perchè si tratta di valutare una montagna di carte e capire cosa c’è stato dietro l’acquisto di SAI, e soprattutto le manovre che sono state fatte in Borsa. Però, francamente, un anno e mezzo per redigere una perizia è troppo. Da tener presente, poi, che il pm prenderà non poco per valutare quella super perizia, quindi i tempi si allungano”.

Secondo le ultime notizie, la perizia dovrebbe arrivare sotto l’albero di Napoli. Poi un paio di mesi per lavorarci su e in primavera se son rose fioriranno.

 

Nella foto Carlo Cimbri

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