GEORGE SOROS ALL’ASSALTO / PRIMA LA CATALOGNA, QUINDI LA MACEDONIA. E POI ?

La mano – e soprattutto i soldi – di George Soros dietro la secessione della Catalogna. La sua sagoma dietro la figura di Carlos Puigdemont. Una presenza, quella del finanziere d’assalto americano di origini ungheresi, sempre più invasiva, negli ultimi anni, nel tessuto iberico. Non solo Spagna, comunque, tra i suoi obiettivi. Ma tutte le economie meno attrezzate. Come è stato per la Grecia, come sta succedendo per la Macedonia e come potrebbe succedere per l’Italia.

Senza dimenticare che 25 anni fa mister Soros fu protagonista del quasi crac della Banca d’Inghilterra, con forti ripercussioni anche da noi: quando il governo guidato da Giuliano Amato svenò le casse del Tesoro per fronteggiare il suo assalto.

 

I TENTACOLI DI SOROS, VIA CREDITO & MATTONE

Partiamo dalle ultime vicende spagnole.

Indipendentisti catalani. Nella foto in alto George Soros e, sullo sfondo, Carlos Puigdemont

Indipendentisti catalani. Nella foto in alto George Soros e, sullo sfondo, Carlos Puigdemont

La presenza attiva di Soros è stata segnalata, settimane fa, dal quotidiano di Barcellona La Vanguardia, che ha acceso i riflettori su due piccoli ma significativi finanziamenti, da 27 mila e 25 mila dollari.

Il primo è andato a beneficio di “El Diplocat ”, una “agenzia paradiplomatica” della Catalogna, strettamente legata ai secessionisti. Tra gli obiettivi dichiarati, El Diplocat enuncia nel suo programma soprattutto quello di “promuovere il dialogo e costruire relazioni tra i cittadini della Catalogna e il resto del mondo”.

Il secondo è finito nelle casse di un think tank catalano, “El Cidob”, per supportare una giornata di studi sulle tematiche di immigrazione e integrazione. Si tratta di un centro studi rinomato a livello internazionale. Ma vicinissimo ai secessionisti.

E’ comunque la manovra di penetrazione nei gangli finanziari spagnoli messa in atto negli ultimi anni da Soros a destare più di un sospetto. Secondo non pochi osservatori, un cavallo di Troia per incentivare proprio la secessione catalana: un vero spezzatino al quale il finanziere guarda con estremo favore, per mettere le mani su pezzi strategici dell’economia e della finanza.

Ecco la sua strategia, fondata su due tasselli base: mattone e credito.

Sul primo fronte le società made in Soros stanno facendo man bassa di case, appartamenti e terreni in Catalogna. Non solo: ma Soros è entrato un po’ alla volta nell’azionariato della sigla leader nel settore immobiliare, Hispania, investendo non meno di 100 milioni di euro.

Iper attivo anche sul fronte bancario, con investimenti nei capitali di due primari istituti di credito spagnoli, Santander e Banki. Non basta, perchè nel mirino è finito un altro gruppo, Liberbank.

La manovra avvolgente non può che completarsi anche sul versante dell’impegno ‘umanitario’, uno dei vessilli sbandierati da mister Soros per ‘entrare’ nei Paesi in difficoltà e acquisire consenso.

In Spagna, per fare un esempio, uno dei suoi strumenti operativi è una sigla antirazzista, “SOS Racisme Catalunya”, attraverso la quale è riuscito a convogliare e canalizzare ingenti flussi di danaro. E di consenso.

Osserva un analista finanziario: “Quella di Soros è una strategia in corso da anni. Punta sui default dei Paesi, scommette cifre colossali sui crac delle nazioni. Da segnalare i suoi ottimi rapporti con l’ex ministro greco Varoufakis, i suoi interventi massici in Ucraina per fomentare il caos e ultimamente nel cuore dell’Europa, in Macedonia”.

UNA MACEDONIA ESPLOSIVA A UN PASSO DALL’ITALIA

Facciamo un salto, quindi, in Macedonia, per vedere cosa succede nel Paese vis a vis con il nostro Adriatico.

Scrive Lorenza Perfori: “Questa piccola nazione d’Europa è uno dei laboratori delle più avanzate tecniche di ‘Rivoluzione colorata‘ che George Soros ha messo in piedi per i suoi esperimenti ‘democratici’”.

Manifestazioni popolari in Macedonia

Manifestazioni popolari in Macedonia

Un assalto che comincia cinque anni fa, quando Soros “stipula un accordo con il governo degli Stati Uniti da oltre 2,5 milioni di dollari per realizzare in Macedonia il Civil Society Project, il piano di democratizzazione della nazione balcanica attraverso una serie di Ong e associazioni macedoni. Nel 2014 l’accordo è stato ampliato ad altre quattro organizzazioni civili per un investimento complessivo di 5 milioni di dollari da parte dell’Usaid e 500 mila dollari della stessa Fondazione di Soros”.

La Fondazione, una autentica piovra ‘umanitaria’, è la “Open Society”, corazzata da ben 18 miliardi –  miliardi! – di dollari: il valore dell’economia di un piccolo Stato, come quelli che il magnate-umanitario Soros vuol democratizzare e civilizzare.

Secondo le stime più recenti, la Open Society ha varato ed ha in corso progetti e iniziative in ben 120 paesi del mondo. Altro numero da brivido.

Ma torniamo in Macedonia.

Continua Lorenza Perfori: “I dati, le cifre, le associazioni e le attività svolte sono pubblicati in un Rapporto molto preciso redatto da un gruppo di giornalisti macedoni raccolti sotto la sigla ‘STOP SOROS‘, rapporto che denuncia la collusione tra il governo americano e il finanziere illuminato e mostra la complessità delle connessioni e degli intrecci”.

Ancora: “Ora la Macedonia è attraversata da una crisi gravissima, senza una maggioranza di governo, con tensioni etniche che cominciano a scoppiare con la minoranza albanese. Insomma, un perfetto caos creativo, simile a tanti altri creati artificialmente da Soros nell’Europa orientale”.

Poi: “In una lunga e articolata analisi su The American Spectator, Victor Gaetan ha spiegato come i tentativi di destabilizzazione della Macedonia da parte di Soros siano iniziati addirittura nel 1995, ma si sono realizzati solo quando l’arrivo di Barack Obama alla Casa Bianca ha dato via libera – e denaro americano – alla strategia d’infiltrazione di George Soros”.

Infine: “Le operazioni di finanziamento Usa / Soros alle Ong macedoni sono continuate anche in tempi recenti e molte sono tuttora attive. Non solo, ma secondo Gaetan un ulteriore finanziamento da 9,5 milioni di dollari è stato assegnato un anno fa alla Open Society e affidato a organizzazioni macedoni”.

Ma mister Soros è il più grande filantropo al mondo…

 

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