Oltre i limiti della libertà

Ogni forma di spionaggio, nell’accezione più ampia del termine, equivale a un’illecita negazione delle libertà individuali e collettive. Aggravante di questa ingerenza, qualunque sia l’obiettivo che si pone, è l’ hakeraggio, chance di micidiali ladri informatici che rubano informazioni su istituzioni, segreti di Stato, obiettivi sensibili come le banche, persone che rivestono ruoli pubblici o incarichi riservati e perfino soggetti senza particolare interesse spionistico. Fonti militari hanno rivelato che aerei con apparecchiature speciali, dall’alto dei cieli che sorvolano, riescono a leggere articoli di quotidiani dei soggetti sulla Terra. Google Heart, incredibile, ma vero, ha catturato con le sue telecamere ogni casa, montagna, fiume, monumento del mondo. In ultimo, l’umanità sta sottovalutando i rischi della diffusione senza limiti dei droni, che in possesso di criminali e attentatori potrebbero provocare stragi almeno quanto i kamikaze jiadisti. Difendersi? Impossibile. Lo confermano le rivelazioni di Wikilist con la divulgazione di intercettazioni in danno di interi Paesi, lo ribadisce perfino l’Fbi che ha scoperto l’ingerenza della Russia nella campagna elettorale degli Stati Uniti per sabotare la candidatura Clinton e nelle politiche di molti altre nazioni per favorire le tendenze populiste. L’impossibilità a sventare gli attentati è più che evidente nell’analisi delle ultime stragi, avvenute nonostante severe misure di sicurezza in luoghi sensibili come il ponte di Westminster, a due passi dal parlamento inglese. È possibile una trasgressione al diritto di garantire la sicurezza nazionale e personale? La domanda è legittima. Troppe ammissioni rivelano che autori di stragi terroristiche erano noti ai sistemi di sicurezza dei Paesi colpiti e anche l’attentatore di Londra, un cittadino britannico noto ai servizi segreti inglesi per i suoi legami con l’estremismo. Noto, ma libero di colpire quando e come in nome dell’Isis che ha rivendicato l’azione criminale attribuendole il valore di vendetta per l’assedio che subisce nell’ultimo avamposto di Mosul. Ecco un caso, non il solo, che giustificherebbe un atto di prevenzione per sventare l’attentato e per esempio l’espulsione dalla Gran Bretagna di un soggetto dichiaratamente pericoloso. Per non dimenticare le orrende opportunità del terrorismo è utile elencare i cosiddetti obiettivi sensibili che sono praticamente infiniti: palazzi delle istituzioni, di tutte le loro migliaia,   i monumenti (decine di migliaia), scuole, chiese, teatri, cinema, ristoranti, discoteche, stadi, palazzetti dello sport, stazioni ferroviarie, dei metrò, navi, porti, aerei, aeroporti, mercati e supermercati, strade del turismo e un’infinità di altri imprevedibili, indifendibili. E’ unanime la riflessione degli uomini di governo all’indomani degli attentati: “Non cederemo al terrorismo”, frase tesa a sollecitare la convergenza di tutti sull’obiettivo della resistenza collettiva alla barbarie del Califfato. L’allerta rimane alto per giorni e mesi successivi agli attentati e in coincidenza con il picco di mobilitazione dei dispositivi di sicurezza è oramai evidente che l’Isis rinvia nuovi episodi di stragismo, attento a valutare il calo di tensione preventiva dei Paesi da colpire, che prima o poi arriva. Oltre che militarmente il Califfato va combattuto sottraendo alle sue casse quanto è stato accumulato con la vendita, anche a Paesi che lo combattono, del petrolio dei pozzi annessi al territorio occupato e i finanziamenti occulti di Paesi fiancheggiatori.

 

Se rosso è maschio e verde è femmina.

I colori, la loro influenza su comportamenti e stati di benessere, le correlazioni con la terapia. Dice una forma non riconosciuta della scienza che agiscono con benefici apprezzabili su stress, stati di angoscia, depressione, dolore. Perché funzionino così sembra sia sufficiente osservare uno dei colori. Il blu avrebbe un effetto rilassante, abbasserebbe la pressione del sangue e attenuerebbe il mal di testa. Il giallo è accreditato di proprietà depurative e di aumento della concentrazione, della logica. Il rosso? Stimola l’euforia, la mente e le attività fisiche, il verde funziona in casi di esaurimento nervoso, insonnia e problemi intestinali. Se volete meditare, il viola è il top perché rilassa ed elimina la stanchezza. La funzione di riequilibrio spetta all’arancione che combatte i crampi e aiuta le persone ansiose. La tesi è suggestiva e molto fantasiosa. Di vero c’è che il marketing si serve abitualmente dei colori per i prodotti in vendita. Esempio: l’industria farmaceutica sostiene che il colore preferito dagli uomini è il rosso e dunque sarà questo il colore dello scatolo di un farmaco anti-prostatico, mentre il verde è preferito dalle donne e colorerà la confezione di un medicinale che attenua i dolori mestruali. In altre parole gli uomini sarebbero attirati dal rosso delle mele annurche e le donne dal verde degli stessi frutti coltivati in Trentino alto Adige. Per chi ci crede.

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