DOPODINOI / MIKI-MIKE & MARIA ELENA A NATALE SU QUINTO CANALE 

Post referendum.

Il premier sale al Quirinale. FindusMattarella congela la crisi.

Matteo pensa al dopodinoi. E sotto l’albero, da bravo scout, trova il pacco natalizio.

Trepidante, lo apre insieme alla sempre rosea Maria Elena, una mantella e un cappuccetto rosso per proteggerla da rigori e punizioni dello spietato Inverno. I lupi sono in agguato, i nanetti intorno osservano frementi.

Il fiocco viene sciolto dalle pallide dita della fatina, la magic box si apre, ne esce una nuvola rosa profumata e oplà, ecco un video nel cielo sopra di loro.

Nuvole, poi l’azzurro, tante stelle, piano piano avanzano le note di un bolero, opera prima di Silvio-Ravel doc.

Poi Lui, giacca tempestata di stelle e lustrini, passo alla Fred Astaire, braccia a mezza ics come nel ballo più plastico. E irrompe “RischiaMatteo”. Trillano i campanelli, rullano i tamburi, volano le rondini ed eccoLo, il Magico re-Mike, scattante, due salti e ora davanti a tutti noi. “Allegria, allegria, state sereni”. La fida cartellina impugnata nella sinistra, la destra ad abbracciare il suo popolo. Semplicemente perfetto, MaraMike, nel suo scintillante tight nero, composto, ammiccante, una piroetta per presentare l’inseparabile valletta.

Ed ecco Lei, la creatura delle creature, Maria Elena, boccoli biondi al vento, giganteschi occhi verdi, bocca di fuoco per “dire ciò che vuoi”, roteante gonnellina, 4 Kessler al quinta potenza, rottamata Sabina.

Gli indici schizzano, il gradimento (non il tradimento) è già Alto, altissimo, tutti gli indici, ma anche pollici e anulari, s’impennano. Superati in tromba tutti i sondaggi, percentuali bulgare, come quando il primo canale sbancava.

E’ il miracolo del Quinto (Canale), che ha scommesso passato, presente e futuro sul personaggio del prossimo secolo, Miki-Mike, ha giocato tutte le sue fiches sul “RischiaMatteo”. Rottamato l’ormai stravecchio Fazio che non lo voleva mollare, Santoro che glielo voleva scippare e deve accontentarsi di una puntata all’anno di Italia che forse diventa EatItaly (come mangiarsi quel che resta del Belpaese e del provolone), fuoripista Augias, cui vanno comunque a pennello venti minuti bimestrali a mezzanotte e quaranta per “Citofono giallo”. Fregato in extremis Benigni, che si contenta di un Carosello sui pelati nordcoreani. Sventato l’attacco più insidioso, quello firmato Sorrentino, che però gira un corto (muto) sui tic della foca monaca nell’artico (durata delle riprese cinque anni).

Ma anche Mary Elena sbaraglia le agguerritissime concorrenti che le avevano teso un perfido tranello: una parte da non poco nell’Iliade. Lei, però, ha tirato dritto e ha fatto en plein, col suo Miki-Mike. Cornute e mazziate Selvaggia Lucarelli e Veronica Gentili, che si consolano come firme di punta per Gatto Travaglio, esperte di Costumi (non per l’estate) & di Costituzione (non sana e robusta). Il patròn di Quinto Canale, comunque, sta preparando un super special anche per loro, “Fatti culinari”. Prima puntata: 100 modi per cucinare la Carta (sempre quella).

Matteo Renzi e Fabio Fazio. In apertura Maria Elena Boschi

Matteo Renzi e Fabio Fazio. In apertura Maria Elena Boschi

Prima puntata di “RischiaMatteo” il 31 dicembre, davvero col botto, rottamati alberi, palle, mucche, asinelli (anche quello che fu di Di Pietro e ora è diventata una reliquia a San Gregorio Armeno) e befane: vero Bindi?, ghigna sceriffo De Luca.

Tre i concorrenti in gara: Alfano, Verdini e Lotti.

Il primo risponde su “I coglioni nella storia della politica”, il secondo su “Come svaligiare una banca e farla franca”, il terzo su “L’uso della lingua per fottere gli italiani”. Notaio d’eccezione Raffaele Cantone, anche per sventare combine fra i tre e tra ognuno di loro e il conduttore, oppure inopportune avance alla Valletta (caso mai invitandola a Malta per tirarle su il morale, la camicetta mai!).

Cantone alla fine è costretto ad espellere Alfano e Verdini per 413 quater, perchè in associazione tra loro e con due uscieri avevano cercato di aprire le buste col domandone finale. Lotti solo ammonito per “busta di scambio”, avendo tentato di infilarne una con delle banconote per confondere le acque, non si sa mai.

Un prevedibile terno al Lotti, quindi, il finale. E la terna di buste conteneva queste domande.

Chi ha inventato il Jobs Act? Prima risposta: Tony Blair – Seconda risposta: un macellaio inglese – Terza risposta: un giocatore di tre carte alla stazione di Napoli.

A chi giova la voluntary disclosure? Prima risposta: agli evasori fiscali – Seconda risposta: ai politici amici degli evasori fiscali – Terza risposta: agli psichiatri per curare gli incapienti.

Che cos’è Jp Morgan? Prima risposta: il whisky preferito di D’Alema – Seconda risposta: la fata preferita di Matteo dopo Maria Elena – Terza risposta: il circuito di Briatore dopo la sbornia di NO.

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