CASO ALPI / PERCHE’ NESSUNO INDAGA SUL SUPERTESTE E SU CHI LO HA TAROCCATO ?

“Come mai fino ad oggi nessuno ha mai interrogato quelli che hanno interrogato il teste chiave Gelle?”.

Sembra un rebus o una sorta di scioglilingua. Invece è uno degli interrogativi più bollenti che circonda il giallo della morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, uccisi 22 anni fa a Mogadiscio da killer ancora impuniti. A porsi queste e altre domande, è la madre della giornalista, nel corso di un’intervista rilasciata a Colorsradio, l’emittente romana in prima linea nel denunciare, in modo particolare, i casi di malagiustizia e malasanità.

Un caso tornato alla ribalta, a fine ottobre, con l’assoluzione per Hashi Omar Hassan, il somalo che ha scontato da innocente ben 16 anni di galera. Un clamoroso errore giudiziario, causato dalla testimonianza taroccata di Ali Rage Hamed, alias Gelle. E il povero Hashi sarebbe ancora a marcire in galera se una giornalista di Chi l’ha visto, Chiara Cazzaniga, non fosse andata a Londra ad intervistare Gelle: il quale ritratta quella versione farlocca, dice che Hashi non c’entra nulla e di essere stato imbeccato. Non fa il nome di chi, comunque basta perchè – dopo alcuni mesi – l’innocente Hashi venga scagionato da ogni accusa e rimesso in libertà. Qualche toga pagherà mai per un errore del genere?

David Gramiccioli

David Gramiccioli

Ma sentiamo le parole di Luciana Alpi ai microfoni di Colorsradio, intervistata dal direttore David Gramiccioli.

“Non abbiamo mai creduto, sia mio marito che io, nella colpevolezza di Hashi. Ci siamo sempre battuti perchè venisse acclarata la sua innocenza”.

“E adesso, alla mia età, dovrei ricominciare tutto da capo. Sono stanca di essere presa in giro. Sono cose immonde, volgarità senza limiti. E’ un calvario pesantissimo”.

“La circostanza che mi lascia sbigottita, tra le tante, è soprattutto una: perchè non è stato mai interrogato chi ha interrogato Gelle? Perchè nessuno ha mai interrogato gli inquirenti che nel 1997 interrogarono Gelle? Perchè alla procura di Roma nessuno mai ci ha pensato?”.

Nell’ultima inchiesta la Voce ha ricostruito quell’incredibile episodio: Gelle “consegnato” da un agente coperto della Cia, Hamed Washington, al nostro ambasciatore a Mogadiscio, Giuseppe Cassini, e da questi portato a Roma per la ‘confessione’. Come mai non sono stati interrogati protagonisti e attori di quella sceneggiata? Come mai – si chiede ora Luciana Alpi – nessun magistrato ha pensato bene di chiedere conto a chi all’epoca interrogò in modo quanto meno ‘anomalo’ il super teste? Impossibile? Così come era impossibile farsi raccontare da Gelle – mesi fa, come ha fatto Chiara Cazzaniga – quella nuova verità? Interrogativi che pesano come macigni. La storia fa il paio con l’inchiesta sulla strage di via D’Amelio e il pentito taroccato Vincenzo Scarantino, la cui testimonianza costò 16 anni di galera – guarda caso i numeri ricorrono – per nove innocenti: e i mandanti sempre a volto coperto.

Ma sentiamo ancora le parole della madre di Ilaria.

“Chi poteva aver interesse ad eliminare mia figlia? Trafficanti d’armi e di rifiuti tossici e anche la mala cooperazione. Nel suo notes Ilaria aveva segnato alcune cifre: ricordo i 1.400 miliardi di lire sperperati in quella cooperazione”.

“I mandanti? Non posso saperlo. Comunque sia italiani che stranieri”.

“L’inchiesta è passata per le mani di cinque magistrati. E ancora oggi niente. Secondo loro, con la condanna di Hashi, era tutto risolto. Non hanno più indagato, per loro la verità era quella, il caso era chiuso. Nonostante fosse chiaro il contrario, e poi si è visto. Sembrava dicessero, ‘cosa vuole ancora ‘sta famiglia’!”

“L’ultima volta che ho sentito Ilaria è stato solo due ore prima della sua uccisione. Era appena arrivata da Bosaso, dove aveva intervistato il sultano locale. Le chiesi se tornava, lei mi rispose che aveva ancora da fare e avrebbe chiesto alla Rai se poteva rimanere altri due giorni. Le dissi, ‘ma dai, sarai stanca…”, e lei ‘mamma, per favore…’”.

“Sono passati 22 anni, e non può esistere che la verità non venga alla luce. Ho il diritto di sapere. E mi batterò fino a che ne avrò la forza.

 

Nella foto di apertura Luciana Alpi, mamma di Ilaria

 

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