Un pianto virile

Il peggio delle competizioni pre-elettorali si chiama, senza attenuanti, “sciacallaggio”. I morti per mano di terroristi che hanno lasciato nel lutto disperato genitori, fratelli e sorelle, amici, hanno commosso il popolo belga, il mondo intero e un’immagine densa di significato sono i luoghi di Bruxelles dove bambini, giovani e anziani, si sono raccolti con le lacrime agli occhi davanti a lumini e candele accesi per ricordare le vittime della ferocia terrorista. Non ha trattenuto le lacrime Federica Mogherini, alto  rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza , nel pieno di una conferenza stampa nel giorno dell’attacco della strage jiadista. Quel giorno ogni cittadino della comunità, e chi vive nei luoghi del turismo internazionale preso di mira dall’Isis, si è interrogato sul pericolo per sé e i propri cari di essere esposto agli attacchi suicidi di fanatici fondamentalisti islamici. Segno di debolezza commuoversi, versare lacrime per i morti di Bruxelles? Per il pluri indagato Bertolaso che Berlusconi si ostina a sostenere come candidato a sindaco di Roma e per Giorgia Meloni, sostenuta per affinità destrorse da Salvini, la commozione della Mogherini avrebbe denunciato fragilità emotiva “segnale che pagherebbero i cittadini (sic!)”. Si associa Bertolaso e mette le mani avanti: “Ora si dirà che sono maschilista”. Per una volta gli diamo ragione, l’affermazione è proprio sessista. Dio altro tenore il commento di Alfio Marchini, altro candidato a primo cittadino della capitale: “Le donne russe piangevano mentre bruciavano le case per fermare i nazisti. Mai lacrime furono più virili”. E Carbone, Pd: “Forse Bertolaso preferiva le risate dei suoi amici a l’Aquila, mentre pensavano all’affare ricostruzione”. Paola Binettti, Area Popolare: “Bertolaso si perde in commenti maschilisti anziché pensare all’impegno che richiede governare una città come Roma”.

Nella foto Federica Mogherini

 

Sindaci in trasferta?

A proposito di Roma e di aspiranti a governarla, il raddoppio grillino nella scelta dei candidati sindaco di due grandi città, Napoli e Milano. Per sfidare De Magistris e la Valente, Casaleggio ha designato tale Matteo Brambilla (dell’omonima “famiglia in vacanza?), brianzolo trapiantato e tifoso della Juventus. Chissà se osa sognare di ricevere consensi dagli ultra del Napoli…, da quanti ritengono che la città sia penalizzata dal monopolio di attenzioni per il Nord dei governi italiani. I pentastellati non si fanno mancare niente e a Milano, dopo l’uscita di scena della candidata Bedori, insultata dai “civilissimi” grillini frequentatori dei social (“sei brutta e grassa”), la scelta di competere con Sala è caduta su tale Gianluca Corrado. Nato nei dintorni del Duomo, di San Babila, della Scala? Troppo facile. L’avvocato è siciliano purosangue (isolano delle Lipari) e on line, come usa in casa 5Stelle, ha ottenuto la stratosferica somma di 634 preferenze, testimonianza di affetto di parenti, amici d’infanzia e clienti dello studio. Niente da dire, gli è andata meglio che alle “comunarie” dove è stato sommerso dalla valanga di 50 voti, solo terzo tra i preferiti. Per approfondire il background delle competenze di pentastellati che dovrebbero governare metropoli come Milano e Roma , ecco l ‘exploit di Virginia Raggi, candidata al Campidoglio: nel corso di un’intervista ha caldeggiato il cambio dei vertici di Acea, una volta eletta a sindaco. Conseguenze? Effetti disastrosi in borsa, perdite del quattro percento. Il commento degli specialisti è lapidario: Roma, i romani, perdono 71 milioni di euro. Poi la borsa si riprende, com’è prassi dei titoli in continua altalena, ma non cancella la sfiducia nella giovane grillina che prima di addentrarsi in cose più grandi di lei, dovrebbe prendere qualche lezione.

 

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