LA BIBLIOTECA DELL’EX MANICOMIO DI NOCERA INFERIORE

 

SCRITTI DA LEGARE

La Biblioteca dell’ex Ospedale Psichiatrico

Vittorio Emanuele II di Nocera Inferiore

 

 

PREZIOSA OFFICINA DELLA CONOSCENZA E DELLA MEMORIA

SULLA STORIA VERA DELLA PSICHIATRIA

IN ITALIA E NEL MONDO

 

 

A 45 anni esatti dall’introduzione della Legge Basaglia, che spalancò le porte dei manicomi restituendo umanità alla cura della salute mentale, la Voce pubblica un documento eccezionale sulla Biblioteca dell’ex Ospedale Psichiatrico Vittorio Emanuele II di Nocera Inferiore (SA), il più grande del Sud.

“Scritti da Legare” è un progetto declinato in una duplice forma: la Monografia di 32 pagine e i video, appositamente realizzati.

 

 

LA MONOGRAFIA

 

Si parte dall’attività della Fondazione CeRPS, vale a dire coloro che hanno preservato e valorizzato l’ingente patrimonio storico dell’ex Manicomio. Scopriamo le tante iniziative collaterali realizzate da questa Fondazione, come i corsi di formazione, il centro di documentazione, la casa editrice e il progetto Cinema & Psiche, per il quale CeRPS è stata accreditata alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Andiamo poi a conoscere la storia di questo Ospedale Psichiatrico consortile, dell’antico edificio che lo ospitava e dei medici che lo hanno fatto grande, a cominciare dal fondatore, Federico Ricco, per arrivare a Marco Levi Bianchini, il primo in Italia ad intrattenere scambi epistolari con Sigmund Freud e ad averne tradotto e pubblicato le opere.

 

 

Attraversiamo poi la Sala delicata a Sergio Piro, che fu direttore della sede di Materdomini, il cui ricordo indelebile, reso dalle foto dei pazienti realizzate da Luciano D’Alessandro, è ben visibile su tutte le pareti.

Prima di entrare nella Biblioteca facciamo un passaggio anche al Teatro “Agli Olivetani”, altro gioiello architettonico preservato con cura ed amore. Qui un tempo venivano allestite rappresentazioni teatrali con gli internati, a scopo terapeutico. Oggi viene utilizzata come sala multimediale ed è qui, ad esempio, che sono state girate le riprese del video con le toccanti letture degli scritti di un paziente, presentato con successo alla rassegna “Archivissima”. Questo video è stato realizzato nell’ambito del progetto “Mente in Rete”, il network nazionale di strutture che hanno preservato testimonianze e memoria degli ex manicomi, di cui la Fondazione CeRPS con l’ex O.P. Vittorio Emanuele II è l’unica istituzione aderente del Sud.

 

Entriamo quindi nella Biblioteca andando a conoscerne le origini, il Fondo Antico, con opere di Medicina e di Fisica e Matematica, edite tra il 1802 e il 1844 tra le quali spiccano, ad esempio, l’Opuscola Medica Cotunnii, testo raro di Domenico Cotugno, fra i maestri della Medicina moderna, soprannominato l’Ippocrate italiano; o il Trattato di “Anatomia e Fisiologia del Sistema nervoso in generale e del cervello in particolare” di Franz Joseph Gall, edito a Parigi, ma, su tutti, l’edizione originale del Dizionario Filosofico di Voltaire.

 

Nel Fondo Moderno troviamo opere di maestri della Psichiatria come Leonardo Bianchi; lo psichiatra francese Alexander Brierre De Boismont; il neurologo fran- cese Jean-Martin Charcot (di cui era stato allievo Freud); Charles Jacques Bouchard, Eduard Bris- saud (entrambi docenti di Patologia all’Università di Parigi), il lituano Elie De Cyon, il grande Cesare Lombroso, e ancora, Biagio Gioacchino Miraglia, Giovan Pietro Frank, Benedict Auguste Morel (autore della teoria sulla degenerazione mentale), Enrico Morselli, Nittinger ed altri. Di assoluto rilievo l’opera completa di Charcot in nove volumi, qui custodita.

 

Ricchissimo il patrimonio delle Riviste, nazionali ed internazionali, che si trovano in questa Biblioteca, frutto anche degli intensi scambi con quelle, di eleva- to valore scientifico, realizzate presso il Manicomio di Nocera, tanto che troviamo perfino riviste sudamericane di psicanalisi e riviste russe scritte in cirillico. Si segnala in particolare la rivista Biblioteca Psicoanalitica Internazionale, fondata e diretta nel 1915 da Levi Bianchini. Attraverso questa rivista cominciano per la prima volta a diffondersi in Italia il pensiero e gli scritti del padre della psicoanalisi, Sigmud Freud.

E poi l’Archivio, nel quale sono custoditi pezzi di storia, personale ed individuale, di vita vera vissuta dentro queste mura, attraverso le circa 60.000 cartelle cliniche che sono state inventariate da archiviste specializzate con la supervisione della neuropsichiatra Giuseppina Salomone e sotto la direzione della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania. Attualmente è in corso l’attività di informatizzazione di questo materiale “umano”. L’iniziativa rientra nell’ambito del Progetto “Carte da Legale” avviato dal Ministero della Cultura.

 

 

 

 

IL VIDEO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La prima parte del video racconta la storia dell’ex Manicomio e l’attività della FondazioneCeRPS, costituita da un gruppo d’intellettuali che, grazie al loro appassionato lavoro, hanno preservato e valorizzato l’immenso patrimonio bibliografico, archivistico e storico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella seconda parte del video parlano proprio loro, i tre principali protagonisti di questa straordinaria opera: il direttore del Dipartimento di Salute Mentale della ASL Salerno, Giulio Corrivetti; lo psichiatra Walter Di Munzio, direttore scientifico della Fondazione CeRPS; e la neuropsichiatra Giuseppina Salomone, presidente della Fondazione.

 

 

 

Grazie al loro impegno oggi rivivono le testimonianze di persone internate fra quelle mura anche per tutta la vita, attraverso le cartelle cliniche che in qualche modo hanno restituito loro dignità, esistenza, onore.

 

Lunghi brani sono dedicati ai due grandi psichiatri che hanno diretto questo manicomio: Marco Levi Bianchini, che per primo ha tradotto in Italia le opere di Sigmund Freud, e Sergio Piro, che con Franco Basaglia si è battuto per ottenere la legge sulla chiusura dei manicomi.

 

La Biblioteca, che custodisce testi antichi e rari, riviste scientifiche di valore internazionale, nonché oggetti, lettere autografe e circa 60.000 cartelle cliniche delle migliaia di esseri umani che furono internati fra queste mura, è oggi un centro di ricerca d’eccellenza, l’unico del Sud che aderisce al Progetto “Mente in rete”, finalizzato ad aggregare esperienze intorno al patrimonio della memoria manicomiale italiana.

 

 

 

 

La Monografia e il video sono stati realizzati da Voce delle Voci Onlus e dall’agenzia Domina Comunicazione, guidata dalla giornalista Rita Pennarola. L’iniziativa si collega al Progetto “Carte da Legare” del Ministero dei Beni Culturali, cui questa Biblioteca aderisce attraverso l’attività di informatizzazione delle cartelle cliniche, tuttora in corso.

In redazione Corrado Valletta.

 

Il Progetto è stato realizzato in collaborazione con la Regione Campania, Unità Operativa Dirigenziale 50.12.01 “Promozione e Valorizzazione di Musei e Biblioteche” – Direzione Generale 12 Politiche Culturali e Turismo. Decreto Dirigenziale n. 69 del 12/04/2023.

 

 

 

LA MONOGRAFIA E’ SCARICABILE

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PER VEDERE I VIDEO CLICCA:

 

 

Prima Parte

 

 

 

Seconda Parte

 

 

 

 

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COMMENTI E RECENSIONI

Per fortuna c’è chi è consapevole della necessità mai venuta meno di dar seguito alla rivoluzione culturale di Basaglia, all’evento che avrebbe dovuto porre fine alle violenze subite dai pazienti psichiatrici detenuti nei manicomi, quasi tutti lager disumani, dove oltre a trattare le persone con dosi incredibilmente alte di psicofarmaci, si ricorreva all’elettrochoc, ai letti di contenzione, alle percosse. Il territorio, soprattutto al Sud, si è rivelato incapace di accogliere le persone liberate dai manicomi e il problema è ricaduto sulle famiglie, su strutture di pronto intervento non sempre all’altezza del difficile ruolo.

La Voce delle Voci ha realizzato un documento di straordinaria importanza culturale sull’ex Manicomio di Nocera inferiore, “Scritti da Legare”, con un saggio e un video, racconta il percorso della struttura che s’intreccia con la figura di Sergio Piro, “l’amico dei matti”, con il lavoro rivoluzionario di Walter Di Munzio e la Fondazione che ha operato per la riabilitazione e il reinserimento dei pazienti, che ha realizzato con loro una cooperativa di lavoro. L’ex manicomio è ora una biblioteca di straordinaria importanza in Italia e non solo sulla psichiatria. Testimonia con 70mila cartelle cliniche, documento di eccezionale valore, la storia che ha preceduto e seguito la legge Basaglia.  

LUCIANO SCATENI

 

Un’indagine della giornalista dottoressa Rita Pennarola è l’oggetto di una monografia dal titolo scanzonato, “Scritti da legare”, che si ispira all’espressione “Matti da legare”, opponendosi, peraltro, decisamente all’antica pratica di legare gli ammalati di mente. L’indagine riguarda la storia manicomiale di pazienti e di medici, che viene raccontata attraverso una complessa monografia e dei video (realizzati da Voce delle Voci onlus e Domina Comunicazione, con la collaborazione della Regione Campania-Direzione Generale Politiche Culturali e Turismo).

Questa storia si avvale delle esperienze della Fondazione Onlus CeRPS (Centro Ricerche Psichiatriche e Scienze Umane), che, nata nel 2000, a Nocera Inferiore, per iniziativa della psichiatra  Giuseppina Salomone e di Walter Di Munzio, Primario di Psichiatria e direttore scientifico della Fondazione, si presenta quale “preziosa officina della storia vera della psichiatria in Italia e nel mondo”. Il CeRPS ha sede nella Biblioteca dell’ex ospedale psichiatrico Vittorio Emanuele II di Nocera Inferiore, che occupa l’edificio monumentale dell’ex Convento di Monteoliveto, trovando posto accanto all’ASL e alla Cittadella Giudiziaria nocerina. Il Centro attua corsi di formazione, servendosi dei testi di una ricca biblioteca specialistica, di filmati scelti ad hoc e, soprattutto, delle sessantamila cartelle cliniche che sono state conservate con cura nel corso degli anni e che costituiscono uno straordinario patrimonio di conoscenze. Queste cartelle oggi vengono digitalizzate da un team di giovani laureande. La loro lettura, suggerita da Giuseppina Salomone, al fine di una comprensione reale del fenomeno, sembra, a volte, quella di un romanzo di tempi lontani, quando delle donne potevano essere rinchiuse per sempre in manicomio, detenute per colpe non commesse, come quella di amare qualcuno, oppure  al fine di impadronirsi dei loro beni. Il professore Di Munzio è stato allievo dello psichiatra Sergio Piro (1927/2009), che collaborò con lo  psichiatra Franco Basaglia (1924/1980) nella stesura della legge 180 del 1978 (detta appunto “Legge Basaglia), che decretò la chiusura dei manicomi e ne ha accolto gli insegnamenti, il suo metodo della non violenza e la critica all’abbandono dell’ammalato da parte delle Istituzioni. Tuttora Di Munzio, nella sua pratica professionale, agisce, in primis, al fine della riabilitazione del paziente e del suo reinserimento nella società. E, quindi, considera positiva la riduzione dei ricoveri e importante il rapporto personale del medico con l’ammalato.

Tra i medici che hanno svolto con energia ed entusiasmo il loro impegno, viene citato, nella Monografia della dottoressa Pennarola, Federico Ricco, che, per primo, fissò, nell’ex Monastero di Monteoliveto, l’ospedale psichiatrico Vittorio Emanuele II. Ricco chiese e ottenne l’affidamento degli ammalati di sei province meridionali della dolorante Italia postunitaria, del tutto carenti di strutture sanitarie, Cosenza, Campobasso, Salerno, Avellino, Bari e Foggia, costituendo con esse un consorzio, che, nato nel 1883, già alla fine del 1884 contava 450 ospiti. Di conseguenza, mancavano sufficienti abitazioni e Ricco incoraggiò i nobili del luogo a concedere gratuitamente case e ville per i ricoverati.

Un’altra tappa del percorso medicale fu la classificazione degli ammalati in agitati, semiagitati, sudici, tranquilli e lavoratori. Per questi ultimi si organizzò una colonia agricola e industriale. Si andava comprendendo, con l’esperienza, che il mezzo curativo più proficuo per la salute maentale era il lavoro, insieme a un trattamento umano. Osservazioni valide anche per i tempi odierni.

Si ricorda che, nel 1914, ci fu, con l’intervento del prefetto, del vescovo, dei  medici, degli infermieri e dei pazienti, la Festa del Manicomio Interprovinciale. Fu un breve periodo di ottimismo. Sarebbe ben presto scoppiata la guerra (1915/18). Avanzò la miseria, anche nell’ospedale. Iniziò la penuria del vestiario e del vitto, venne a mancare la manutenzione ordinaria degli ambienti, la stessa sopravvivenza dell’ospedale fu minacciata.

Un’altra personalità di spicco in questa storia fu Marco Levi Bianchini (1875/1961), a lungo direttore dell’ospedale di Nocera, per il quale operò liberamente ed efficacemente. Conoscendo varie lingue, traduceva e leggeva direttamente gli scritti degli scienziati stranieri, come Sigmund Freud, con il quale ebbe una interessante corrispondenza. Era appassionato di storia e affermava che, senza la conoscenza del legame tra passato e presente, non si può tracciare una strada verso il futuro. Quando furono emanate le leggi razziali, dovette, essendo ebreo, rinunciare al suo lavoro e cedere la direzione della sua rivista “Archivio di neurologia psichiatrica e psicoanalisi” a Padre Agostino Gemelli (1878/1959), il francescano fondatore dell’Università Cattolica. Poi la guerra finì, le leggi razziali furono cancellate e Marco Levi Bianchini poté operare liberamete. Continuando a scrivere. L’ultimo suo scritto si intitola “La fonte della vita è il bisogno di essere amati”.

Recensione di ADRIANA DRAGONI

Storica dell’Arte

 

Un documento veramente toccante per le verità nascoste in esso contenute. Complimenti vivissimi!

PIERA VITALI

scrittrice, direttrice Collana Sinergie casa editrice Minerva (Bologna)

 

Mi chiamo Arturo Velotto Romano e provengo da una famiglia di grandi appassionati di fotografia e storici commercianti di materiale fotografico qui a Napoli. Ho appena letto l’interessante articolo sull’ex manicomio di Nocera e della sua incredibile Biblioteca.

Come appassionato di fotografia mi sono soffermato sulle splendide e struggenti fotografie del maestro D’Alessandro che ho avuto il piacere di conoscere ed apprezzare negli anni. Davvero complimenti per avermi fatto conoscere una realtà che ignoravo e per la narrazione con la quale l’articolo è strutturato…viene davvero la voglia di recarsi presso Nocera e visitare l’intero edificio e la sua incredibile Biblioteca che fortunatamente andrà conservata e tutelata da quanto leggo.

ARTURO VELOTTO ROMANO

Fotoreporter

 

Ho appena finito di leggere il bellissimo articolo, in realtà un vero racconto, sulla Biblioteca di quello che fu il manicomio di Nocera. Non ne conoscevo l’esistenza e sono rimasta a dir poco strabiliata dalla sua incredibile unicità e devo dire preziosità, sia dal punto di vista storico che documentario. Una realtà da portare alle scuole ed io come docente di italiano e storia sicuramente lo farò! L’articolo è tra l’altro impreziosito da due interessanti video e dalle struggenti fotografie del fotografo Luciano D’Alessandro che davvero commuovono. Dopo la lettura davvero assale il desiderio di recarsi presso Nocera e visitare questo incredibile pagina di storia. Davvero complimenti e grazie per averci reso partecipi con questo interessantissimo articolo. 

ALESSANDRA AVENA

insegnante

 

Volevo manifestarvi i miei complimenti per il progetto “Scritti da Legare”.

Non conoscevo l’ex manicomio di Nocera Inferiore e soprattutto non conoscevo la sua biblioteca, un vero e proprio giacimento culturale.  Volevo ringraziarvi anche per le emozioni e la commozione provata nell’apprendere alcune delle storie dei pazienti psichiatrici lì ricoverati. Non pensavo che un ex matrimonio potesse essere insieme un luogo di scienza, storia, cultura e società. E’ stata una bella scoperta!

LUIGI VIVESE

operatore sociale

 

Sono Antonio Graziano, Giornalista. Ho letto e visto tutta la vostra documentazione sull’ospedale psichiatrico di Nocera Inferiore, sono rimasto impressionato dall’ampia importanza della ricerca, mi riferisco sia alla ricostruzione storica di dinamiche “democratiche” riguardo l’utilizzo della psichiatria come forma di repressione, che a tutti gli altri aspetti. Un’importante documentazione per poter far conoscere meglio questi momenti storici, dal punto di vista scientifico; inoltre sembra sia una situazione unica nel suo genere a livello mondiale. Grazie per averci dato una grande occasione per sensibilizzarci. Spero si possa fare qualcosa in più per rendere il tutto più fruibile a livello internazionale.

ANTONIO GRAZIANO

giornalista

 

Ho insegnato per molti anni nelle scuole di Napoli e provincia. Scrivo a proposito del vostro lavoro pubblicato sul manicomio di Nocera Inferiore che praticamente non conoscevo. Devo dire che sono rimasta sbalordita dalla sua lunga storia e soprattutto dalla quantità di libri preziosi e documenti antichi che vi sono custoditi e che incredibilmente rischiavano di andare persi. Mi hanno impressionata molto le storie di tante ragazze rinchiuse lì solo perché cercavano un minimo di libertà e indipendenza. Grazie per le preziose notizie che cercherò di allargare ai miei amici e conoscenti.   
ANTONELLA FRASCHETTI
insegnante

Lavoro da moltissimi anni nel settore dell’abbigliamento. Alcuni amici mi hanno segnalato una vostra pubblicazione sul manicomio Vittorio Emanuele a Nocera Inferiore. L’ho letta con interesse un po’ qua e là perché è molto lunga, e devo dire che si tratta di cose molto significative e che non conoscevo per niente, perché non sono mai venute fuori nonostante la loro importanza. E’ proprio vero che da noi, in Campania, abbiamo dei beni di grandissimo valore storico e scientifico che addirittura non conosciamo, perché sono poco o niente valorizzati. Avete fatto bene a scoprire quel pezzo della nostra storia.

FRANCESCO VALOTI

imprenditore

Un commento su “LA BIBLIOTECA DELL’EX MANICOMIO DI NOCERA INFERIORE”

  1. Luciano Scateni ha detto:

    Per fortuna c’è chi è consapevole della necessità mai venuta meno di dar seguito alla rivoluzione culturale di Basaglia, all’evento che avrebbe dovuto porre fine alle violenze subite dai pazienti psichiatrici detenuti nei manicomi, quasi tutti lager disumani, dove oltre a trattare le persone con dosi incredibilmente alte di psicofarmaci, si ricorreva all’elettrochoc, ai letti di contenzione, alle percosse. Il territorio, soprattutto al Sud, si è rivelato incapace di accogliere le persone liberate dai manicomi e il problema è ricaduto sulle famiglie, su strutture di pronto intervento non sempre all’altezza del difficile ruolo. La Voce delle Voci ha realizzato un documento di straordinaria importanza culturale sull’ex Manicomio di Nocera inferiore, “Scritti da Legare”, con un saggio e un video, racconta il percorso della struttura che s’intreccia con la figura di Sergio Piro, “l’amico dei matti”, con il lavoro rivoluzionario di Walter Di Munzio e la Fondazione che ha operato per la riabilitazione e il reinserimento dei pazienti, che ha realizzato con loro una cooperativa di lavoro. L’ex manicomio è ora una biblioteca di straordinaria importanza in Italia e non solo sulla psichiatria. Testimonia con 70mila cartelle cliniche, documento di eccezionale valore, la storia che ha preceduto e seguito la legge Basaglia.

    LUCIANO SCATENI  

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