Napoli / Giovani camorristi crescono. E sfidano lo Stato

Tu denunci la camorra? Tu vuoi testimoniare? E io ti minaccio. O ti aggredisco. L’eterno, tragico rituale tipico dei clan camorristici si sta ripetendo in queste settimane durante il processo per l’omicidio di Francesco Pio Maimone, in corso al Tribunale di Napoli. 18 anni, ucciso un anno fa con un colpo di pistola a bruciapelo durante una serata con amici agli chalet di Mergellina per una lite fra clan, cui era totalmente estraneo, il ragazzo di Pianura, ancora oggi tanto amato nel suo quartiere all’estrema periferia di Napoli, rischia di non avere giustizia. Perché il principale testimone pochi giorni fa ha ritrattato in aula quanto aveva dichiarato precedentemente alla polizia. Tanto da essere a sua volta incriminato per reticenza.

Che alla base di questa scelta ci siano state pesanti intimidazioni, lo dimostra l’aggressione subita dal battagliero deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, minacciato di morte pochi giorni fa a margine di una manifestazione pubblica che lui stesso aveva organizzato per chiedere verità e giustizia nel caso di Francesco Pio Maimone. «A Mergellina da anni esiste un sistema di illegalità diffusa – dichiara Borrelli – che costituisce terreno fertile per i crimini», tanto è vero che «lo stesso chalet Agostino, dove è avvenuto l’omicidio, è una struttura saldata al corrimano del lungomare con occupazioni probabilmente abusive di fioriere, musica ad alto volume fino al mattino con frequentazioni assidue, come ammesso anche oggi dai parenti del testimone, da parte di criminali».

Il livello della malavita organizzata, intanto, continua a farsi sempre più incandescente. Ed è un’autentica sfida, quella che oggi lanciano allo Stato i giovani affiliati ai clan. In primis, ce lo mostrano i fatti che lo stesso Borrelli ha denunziato in Parlamento. La sorella di Francesco Pio Valda, tuttora in carcere per l’omicidio di Francesco Pio Maimone, il giorno stesso in cui si è aperto il processo a carico del fratello ha pubblicato un video su Tik Tok che suona come un autentico inno alla camorra. La ragazza, che era già ai domiciliari, a seguito delle dichiarazioni di Borrelli alla Camera, è stata tradotta nel carcere di Pozzuoli. Durante le fasi dell’arresto avrebbe dichiarato: «me ne fotto, vado a farmi una vacanza».

Fatti che accrescono la pericolosità sociale di questa generazione di ragazzi e ragazze cresciuti a pane e criminalità. Basti ricordare che la lite da cui ebbe origine lo sparo mortale era sorta perché un appartenente alla fazione rivale aveva sporcato le scarpe nuove, assai costose, di Francesco Pio Valda. Scene che ricordano quelle di Gomorra, quando il feroce omicida, dopo aver compiuto la strage, va per prima cosa a lavare dal sangue le Nike nuove di zecca che indossava durante il delitto.

«Ciò che maggiormente allarma – dichiara Borrelli alla Voce – è che Valda era stato già precedentemente in carcere e, secondo le istituzioni, sarebbero andate a buon fine le attività di “recupero”. Tutto questo, prima dell’omicidio di Mergellina».

Di sicuro, occorre arrivare ad un bilanciamento di due esigenze fondamentali: da un lato vincere la reticenza dei testimoni, che rischia di diventare omertà. Ma dall’altro, lo Stato stesso è chiamato a trovare metodi per impedire che una persona qualsiasi diventi un eroe con sprezzo del pericolo e arrivi a testimoniare, pur se sepolto dalle minacce di morte a sé, ai figli e ai familiari.

«E’ vero – dichiara Borrelli – ma credo che una presa di coscienza su questo punto sia arrivata, .tant’è che i nomi dei testimoni alle prossime udienze non saranno più resi noti in anticipo».  «Ma non basta – aggiunge – dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per evitare quello che sta accadendo e cioè che, passata l’onda emotiva durata un anno per la morte di Maimone, i giovani gruppi della criminalità organizzata rialzino la testa ed impediscano con la violenza l’accertamento della verità. Troppi i ‘non ricordo’ – conclude – che rischiano di uccidere per la seconda volta Francesco Pio Maimone. Noi non lo consentiremo».

Nella foto, Francesco Emilio Borrelli durante la manifestazione di Mergellina

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