LE AMBIZIONI CULTURALI DI UN GENERALE OMOFOBO

Ma chi è veramente questo famoso generale Iannacci. Uno dei tanti sconosciuti militari di alto grado di cui si è ricco il nostro esercito? E, soprattutto, da cosa deriva la sua fama? Non certo dalla partecipazione a gloriose campagne militari, ma forse è collegata al discutibile libro, scritto recentemente, dai contenuti marcatamente razzisti e omofobi. È infatti l’autore de’ “Il mondo al contrario”, il libro che lo ha reso popolare e, forse, anche ricco per il gran numero di copie vendute in poche settimane. Il generale è poi arrivato a Roma da direttore dell’Istituto Cartografico di Firenze, per assumere il nuovo incarico, conferitogli dal ministro della difesa, di Capo di Stato Maggiore delle Forze Operative Terrestri.

Ma perché il ministro Crosetto ha sentito l’impellente bisogno di puntualizzare, con nota ufficiale, che quella dell’alto ufficiale non era una promozione? Forse perché le argomentazioni del generale avevano già messo in grave imbarazzo in un colpo solo sia le alte sfere dell’esercito che il governo in carica? O perché quanto scritto poteva configurarsi come una forma di incitamento all’odio e alla discriminazione delle minoranze? O perché poteva avallare quelle diffuse, quanto odiose, manifestazioni di infantile “nonnismo” ancora molto in uso tra i militari?

Sta di fatto che, appena arrivato a Roma, assieme alla prestigiosa nomina gli è stata notificata anche una procedura di avvio di un’inchiesta disciplinare aperta nei suoi confronti, proprio per i contenuti del suo libro, pubblicato senza richiedere una formale autorizzazione. Il generale ha immediatamente pensato bene di prendersi un mese di licenza «per motivi familiari». Ma di fatto, nonostante una formale diffida a farlo, ha invece iniziato un giro di promozione del suo libro, diventato ormai cult in molti ambienti della destra nostrana. Lo stesso Vannacci ha confermato l’apertura del procedimento a suo carico manifestando quale unico rammarico, il fatto che il procedimento risulta essere stato notificato solo dopo la diffusione della notizia sulla stampa.

Il libro è francamente insignificante, senza alcuno spessore culturale, pieno di pregiudizi e luoghi comuni anche perché infarcito da pesanti giudizi su gay, femministe, giovani manifestanti per il clima, immigrati e tanti altri simili argomenti. L’Esercito lo ha immediatamente sollevato dal suo precedente incarico e il ministro Crosetto ha prima stigmatizzato i concetti espressi dal generale come «farneticazioni», per poi procedere alla sua nomina presso la Stato Maggiore.

Il generale, diventato ormai una star della propaganda governativa, ha rilasciato numerose dichiarazioni alla stampa. D’altro canto, il titolo stesso del suo libro, la dice lunga sul tenore e sui contenuti dello stesso. Il Mondo al contrario pretende di rappresentare lo stato d’animo “… di tutti coloro che percepiscono negli accadimenti quotidiani una dissonante e fastidiosa tendenza generale che si discosta ampiamente da quello che noi percepiamo come sentire comune, come logica e razionalità”. Dichiarazioni sembrano perfette per uno che intende candidarsi in una qualsiasi competizione elettorale.

“… La circostanza anomala consiste nel è fatto che – continua il generale – questo sgradevole sentimento di inadeguatezza non si limita al verificarsi di eventi specifici e circoscritti della nostra vita, fatti risonanti per quanto limitati, ma pervade la nostra esistenza sino a farci sentire fuori posto, fuori luogo ed anche fuori tempo. Alieni che vagheggiano nel presente avendo l’impressione di non poterne modificare la quotidianità e che vivono in un ambiente governato da abitudini, leggi e principi ben diversi da quelli a cui eravamo abituati. Basta aprire quella serratura di sicurezza a cinque mandate che una minoranza di delinquenti ci ha imposto di montare sul nostro portone di casa per inoltrarci in una realtà in cui una minoranza di maleducati graffitari imbratta muri e monumenti, sperando poi di non incappare in una manifestazione di un’altra minoranza che, per lottare contro una vaticinata apocalisse climatica e contro i provvedimenti già presi e stabiliti dalla maggioranza, blocca il traffico e crea disagio all’intera collettività. I dibattiti non parlano che di diritti, soprattutto delle minoranze: di chi asserisce di non trovare lavoro, e deve essere mantenuto dalla moltitudine che il lavoro si è data da fare per trovarlo; di chi non può biologicamente avere figli, ma li pretende; di chi non ha una casa, e allora la occupa abusivamente; di chi ruba nella metropolitana, ma rivendica il diritto alla sua privacy”.

In base alle procedure previste in caso di indagini di tipo disciplinare è stato nominato un ufficiale inquirente, ma nell’ambito della stessa commissione appositamente costituita e nominata dai vertici stessi dell’Esercito per valutare la consistenza di eventuali profili di irregolarità.

Le opinioni contenute nel libro potevano essere lette come opinioni delle intere Forze Armate. Ciò avrebbe fatto venir meno ogni principio di terzietà, indicando una violazione grave della libertà di pensiero individuale. Anche i militari hanno diritto ad avere un proprio pensiero in un esercito ormai ampiamente aperto a generi diversi, soprattutto se attengono a legittime scelte individuali.

Ma cosa dice il regolamento militare sul possibile dubbio che il generale potesse pubblicare liberamente quel libro? Il codice dell’ordinamento militare è chiaro e recita testualmente che «… i militari possono liberamente pubblicare loro scritti… salvo che si tratti di argomenti a carattere riservato o di interesse militare o di servizio, per i quali deve essere chiesta l’autorizzazione». Lo stesso articolo ricorda che «… resta fermo il divieto di propaganda politica». Ora resta da stabilire se quel libro contenga o non una sorta di incitamento all’odio e alla discriminazione.

L’operazione editoriale comporta, com’era facilmente prevedibile, la ricerca di una condivisione da parte di quell’ampia platea di elettori conservatori che, probabilmente, vorranno spingere il generale verso una candidatura alle prossime elezioni, al fine di “sostenere ulteriormente e con più forza quelle tesi e contribuire a legiferare in tal senso”.                                                                   

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