GIORGIA MELONI / GRANE NON DALL’OPPOSIZIONE. MA DAI COMICI RUSSI    

Melonate per Halloween.

Visto che l’opposizione non riesce neanche a far il solletico a Giorgia Meloni, non resta che la forza del ‘ridicolo’ perché il (la) premier si sgonfi come un palloncino.

Più che in Schlein, in Conte & nella sgarrupata (sinistra) band, c’è da sperare nella forza d’urto di unAntonio Ricci, in sella a ‘Striscia la notizia’; oppure nel duo comico russo ‘Vovan e Lexus’, al secolo Vladimir Kuznetsov e Aleksej Stoljarov, protagonisti di uno ‘scherzetto’ (e dolcetto) mundial.

Ecco i fatti.

La notizia ‘deflagra’ solo adesso a livello internazionale, perché l’audio della conversazione bollente è stato appena messo in rete in Canada e in Russia. Ma la conversazione risale al 18 settembre scorso, ben prima quindi rispetto ai fatti del 7 ottobre che stanno oggi provocando il massacro della popolazione palestinese a Gaza.

Vladimir Kuznetsov e Aleksej Stoljarov

La mattina di quel 18 settembre, quindi, ai vertici dello staff meloniano di Palazzo Chigi arriva la telefonata di un ‘politico africano di alto rango’, il quale ha urgenza di parlare con il nostro premier, anche perché l’indomani (ossia il 19) iniziano i lavori dell’Assemblea generale dell’Onu.

In un baleno, senza far trafile d’alcun tipo, l’alto politico (al quale ad un certo punto Meloni si rivolge con un ‘amico mio’ degno del miglior Totò) riesce a farsi passare il nostro primo ministro, che mostra subito una gran voglia di parlare.

E abbocca all’esca. Il misterioso interlocutore, infatti, si lamenta con lei del fatto che i paesi africani non possono più chiedere finanziamenti alla UE, perché “tutti i fondi Ue vanno all’Ucraina”.

Ne conviene il nostro premier che commenta: “Il problema è trovare una soluzione accettabile per le parti, senza violare il diritto internazionale”.

E aggiunge: “Ho alcune idee su come gestire questa situazione, ma sto solo aspettando il momento giusto per provare a presentarle”.

Sulla controffensiva ucraina, osserva: “Non sta forse andando come ci si aspettava”.

E circa i contraccolpi che sta provocando, parla per noi di “aumento dell’immigrazione, crescita dell’inflazione, incremento dei prezzi per l’energia”.

Visto che l’interlocutore è un pezzo grosso della politica africana, entrano in ballo anche Libia e Niger.

Ecco cosa nota il nostro primo ministro, testualmente: “Lei sa cosa penso della Libia. Ne potremmo discutere per ore, amico mio, di quello che è successo. Forse qualcuno capisce che la situazione lì adesso non è certo migliore…”.

Sul fronte del Niger, una stoccata al presidente francese Emmanuel Macron: “Parigi sta spingendo un po’ di più per qualche tipo di intervento. Ma sto cercando di capire come possiamo sostenere sforzi diplomatici. Dobbiamo stare attenti”.

Questi i passaggi salienti.

Ma al peggio non c’è mai limite. Eccolo, attraverso una pezza a colori piazzata da palazzo Chigi che per certi versi è ancor più clamorosa del buco.

L’Ufficio del Consiglio diplomatico del Presidente del Consiglio dei Ministri si rammarica per essere stato tratto in inganno da un impostore che si è spacciato per il Presidente della Commissione dell’Unione Africana e che è stato messo in contatto telefonico con il Presidente Meloni. L’episodio è avvenuto il 18 settembre nel contesto dell’intenso impegno sviluppato in quelle ore dal Presidente Meloni per rafforzare i rapporti con i leader africani, con i quali ha avuto importanti incontri a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu tra il 19 e il 21 settembre”.

In perfetto stile fantozziano, con tutte le maiuscole del caso e annessi Cav. Lup. Mann. & C.

Immaginiamo che lo staff di palazzo Chigi, dopo la figuraccia planetaria, rassegni le sue dimissioni ‘ieri’, visto che eravamo già lo zimbello d’Europa e oggi lo siamo cento volte di più.

Possibile che un Lumumba o un Mandela d’occasione alzi il telefono, chiami i vertici dello staff di Palazzo Chigi, racconti due cose e riesca a parlare direttamente col premier?

Andrea Giambruno

Da ‘Scherzi a parte’. E la vicenda, per la povera premier sulla quale ha cominciato a davvero a grandinare, fa il paio con la ‘Giambruno story’, che secondo fonti bene informate potrà riservare altre sorprese, visto che ci sono ancora in circolazione bizzeffe di ‘fuori onda’ da brividi…

Comunque sia, la ‘conversazione’ col ‘leader africano’ è non poco significativa sul piano politico. E tutti dovrebbero trarne alcune conseguenze.

Meloni afferma di averne le scatole piene di aiuti all’Ucraina. E che una soluzione, in un modo o nell’altro, va trovata.

Lei – rivela – questa soluzione ce l’ha: ma cerca solo il momento opportuno per tirarla fuori dal suo magico cilindro.

Cosa aspetta? Che i morti si moltiplichino all’infinito e poi ogni soluzione divenga sul serio totalmente impraticabile? Se ha l’asso nella manica, lo mostri al mondo, che ormai pende solo dalle sue labbra…

Fa cenno ai gravi problemi causati dal conflitto in Ucraina: che si traducono in nuovi flussi migratori, inflazione, aumento prezzi, caro energia: e allora, come mai il governo se sta con le mani in mano e fa una manovra che non sfiora di un pelo quei giganteschi problemi, ma piazza solo ridicole pezze, sempre a colori?

Molto gustose le frasi sulla Libia, che suonano come un vero j’accuse alla Francia e agli Usa, i registi del golpe anti Gheddafi e del susseguente caos senza fine.

Come mai, allora, lady Meloni scodinzola regolarmente davanti a Joe Biden & C.?

E Macron torna in scena anche via Niger: una vicenda calda, ora dimenticata (perché da tre settimane dominano i fatti del 7 ottobre), ma che va attentamente monitorata: “Dobbiamo stare attenti”, ammonisce il premier. Attenti su che? Come mai non lo spiega nelle sedi opportune?

Elly Schlein

E poi: cosa fa l’Italia in concreto? Un giorno cuce e l’altro scuce con la Francia? Che cavolo di politica estera mai, di cui spesso e volentieri il ministro Antonio Tajani viene tenuto all’oscuro?

Morale politica. Fa molto più effetto lo scoop dei comici russi rispetto alle sceneggiate recitate di continuo dall’opposizione. Che – come abbiamo sottolineato più volte – non esiste, è un fantasma, un ectoplasma, primattori Elly Schlein, Giuseppe Conte e l’impalpabile leader Cgil Maurizio Landini.

Ci sarebbe da far cadere il governo ogni giorno, visti gli autogol a grappoli: e invece se ne stanno lì a fare il solletico, a girarsi i pollici, a non dare lo stracco di un segnale politico forte ai cittadini, a tutti gli italiani che non ne possono più, non ce la fanno più ad andare avanti e vengono solo presi per il culo da un governo di menzogneri seriali.

Un’ultima nota che conferma la totale disinformazione che regna a casa nostra, a livello mediatico. Lo ‘scoop’ dei comici russi è stato dato – e male – tra le ultime notizie. Tanto da non far capire, al normale telespettatore, che era la Meloni in persona a parlare col misterioso leader africano: pareva invece una parodia, con due imitatori lì apposta a recitare la parte. Ma ci sono o ci fanno, i direttori dei tg nostrani?

Come è successo per due giorni di seguito: e le identiche aperture del Tg1 con un servizio sulla carnevalata (proprio da Halloween) del rappresentante permanente d’Israele all’Onu, con tanto di maxi stella gialla di David al petto; e l’altro su tre fratelli italo-israeliani che hanno deciso di andare a combattere per sterminare Hamas e chissenefrega se i palestinesi vengono schiacciati come le mosche.

Ma siamo sempre su ‘Scherzi a parte’, stavolta in penosa versione fornita dal servizio televisivo pubblico – vomitevole – che gli italiani sono costretti a pagare via canone in bolletta Enel ?

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