Appena due giorni fa – nel più totale silenzio mediatico – l’Unione Europea ha sancito la sua totale sottomissione alla NATO.
E’ successo il 10 gennaio 2023, quando NATO e UE hanno sottoscritto una ‘Dichiarazione congiunta’, firmata nel quartier generale dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico. Un documento di fondamentale importanza strategica, perché non solo preannuncia in modo esplicito una prossima escalation nel conflitto ucraino, ma – di fatto – istituzionalizza qualcosa che era ormai da tempo nei fatti, ma ora riceve un formale ‘sigillo’.
Uno dei padri dell’Europa Unita – come si diceva più mezzo secolo fa anche nei rituali temi per gli alunni delle elementari – come Altiero Spinelli (ma certo non solo lui) si rivolterà certo nella tomba: per il totale stravolgimento di quello spirito che aveva animato i suoi ‘ideatori’, per dar vita ad un soggetto – come ha ricordato nel suo discorso di insediamento David Sassoli, scomparso proprio un anno fa – attivo ‘creatore’ di pace e di solidarietà tra i popoli.
Tutt’altro rispetto al ‘Mostro’ che ci troviamo oggi fronte, totalmente genuflesso di fronte ai diktat della Casa Bianca tutti improntati al sempre più massiccio di armi in Ucraina; e addirittura dilaniato da scandali colossali come il ‘Qatargate’ e quello di dimensioni cento volte maggiori che presto deflagrerà, il ‘Pfizergate’ di cui la ‘Voce’ scrive da varie settimane.
E adesso, solo 48 ore fa, la ciliegina sulla torta: ossia il matrimonio in tutto e per tutto con la NATO, nella parte del ‘marito’ al quale la moglie deve ubbidire al 100 per cento, come neanche nel più retrivo Iran.
Dinosauro più mostro, una più perversa unione non si poteva celebrare. E infatti viene alla mente il titolo di uno tra i libri più azzeccati, “NATO: il pericoloso dinosauro”, firmato da un politologo statunitense di razza, Ted Galen Carpenter, per oltre trent’anni docente (ora è ‘senior fellow’) al ‘CATO Institute’ di Washington e sul quale torneremo più avanti.
Per ora concentriamoci sulla ‘dichiarazione congiunta’ che arriva comunque come un fulmine a ciel sereno: perché non si ha notizia di una discussione pubblica svolta in sede Ue su questi bollenti argomenti, di incontri, di dibattiti, di confronti: a meno che non si siano svolti in totale segretezza, il che cozzerebbe con la sempre sbandierata ‘trasparenza dei palazzi Ue’.
Ma visto quanto successo con i contratti totalmente segreti, siglati addirittura via sms, sms poi spariti, tra il Ceo di ‘Pfizer’, Albert Bourla, e la Presidente della Commissione Ue,Ursula von der Leyen, per un importo totale da 71 miliardi di euro (di forniture vaccinali), ormai non c’è più da stupirsi di niente!
Di seguito si proponiamo la forse estenuante lettura dei 14 punti sottoscritti: per rendersi conto, in concreto, di quanto la reale ‘sottomissione’ sia contrabbandata per cooperazione in una contingenza così delicata come quella che stiamo vivendo con il conflitto in Ucraina.
Eccoli.
Dichiarazione congiunta sulla cooperazione UE-NATO, 10 gennaio 2023
1) Il partenariato strategico NATO-UE si fonda sui nostri valori condivisi, sulla nostra determinazione ad affrontare le sfide comuni e sul nostro inequivocabile impegno a promuovere e salvaguardare la pace, la libertà e la prosperità nella zona euro-atlantica.
2) Oggi ci troviamo di fronte alla più grave minaccia alla sicurezza euro-atlantica degli ultimi decenni. La brutale guerra della Russia nei confronti dell’Ucraina viola il diritto internazionale e i principi della Carta delle Nazioni Unite. Compromette la sicurezza e la stabilità in Europa e nel resto del mondo. La guerra della Russia ha esacerbato una crisi alimentare ed energetica che colpisce miliardi di persone in tutto il mondo.
3) Condanniamo con la massima fermezza l’aggressione della Russia. La Russia deve porre immediatamente fine a questa guerra e ritirarsi dall’Ucraina. Esprimiamo piena solidarietà all’Ucraina e ribadiamo il nostro fermo e costante sostegno all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale del paese entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale. Sosteniamo pienamente il diritto naturale dell’Ucraina ad autotutelarsi e a scegliere il proprio destino.
4) Attori autoritari sfidano i nostri interessi, i nostri valori e i nostri principi democratici utilizzando molteplici mezzi – politici, economici, tecnologici e militari.
5) Viviamo in un’epoca caratterizzata dall’intensificazione della competizione strategica. La crescente assertività e le politiche della Cina pongono sfide che dobbiamo affrontare.
6) I conflitti, la fragilità e l’instabilità persistenti nel vicinato europeo compromettono la nostra sicurezza e forniscono ai nostri concorrenti strategici come anche a gruppi terroristici un terreno fertile per acquisire influenza, destabilizzare le società e minacciare la nostra sicurezza.
7) Come sottolineato sia nel concetto strategico NATO che nella bussola strategica dell’UE, si tratta di un momento chiave per la sicurezza e la stabilità euro-atlantiche, che dimostra più che mai l’importanza del legame transatlantico e richiede una più stretta cooperazione UE-NATO.
8) La NATO rimane il fondamento della difesa collettiva per i suoi alleati ed è essenziale per la sicurezza euro-atlantica. Riconosciamo il valore di una difesa europea più forte e più capace, che contribuisca positivamente alla sicurezza globale e transatlantica e sia complementare alla NATO e interoperabile con essa.
9) Il nostro partenariato strategico rafforza entrambe le parti e contribuisce a consolidare la sicurezza in Europa e oltre. La NATO e l’UE svolgono ruoli complementari, coerenti e sinergici nel sostenere la pace e la sicurezza internazionali. Mobiliteremo ulteriormente l’insieme degli strumenti a nostra disposizione, siano essi di ordine politico, economico o militare, per perseguire gli obiettivi comuni nell’interesse dei nostri cittadini, vale a dire un miliardo di persone.
10) Prendendo le mosse dalla dichiarazione congiunta di Varsavia del 2016 e dalla dichiarazione congiunta di Bruxelles del 2018, che hanno ampliato e approfondito in misura rilevante il partenariato avviato più di vent’anni fa, abbiamo compiuto progressi senza precedenti in tutti i settori di cooperazione.
11) Abbiamo conseguito risultati tangibili nella lotta contro le minacce ibride e informatiche e nella cooperazione operativa, in particolare sulle questioni marittime, la mobilità militare, le capacità di difesa, l’industria della difesa e la ricerca in materia di difesa, le esercitazioni, la lotta al terrorismo e lo sviluppo delle capacità dei partner.
12) Poiché le minacce e le sfide per la sicurezza che ci troviamo ad affrontare stanno evolvendo in termini di portata ed entità, porteremo il nostro partenariato al livello successivo sulla base della nostra cooperazione di lunga data. Rafforzeremo ulteriormente la cooperazione nei settori in cui già collaboriamo e la amplieremo e approfondiremo per affrontare in particolare aspetti quali la crescente competizione geostrategica, le questioni di resilienza, la protezione delle infrastrutture critiche, le tecnologie emergenti e di rottura, lo spazio, le implicazioni dei cambiamenti climatici per la sicurezza, nonché la manipolazione delle informazioni e le ingerenze da parte di attori stranieri.
13) Firmando la presente dichiarazione indichiamo la nostra volontà di sviluppare ulteriormente il partenariato NATO-UE in stretta consultazione e cooperazione con tutti gli alleati della NATO e gli Stati membri dell’UE, in uno spirito di piena apertura reciproca e nel rispetto dell’autonomia decisionale delle nostre rispettive organizzazioni, senza compromettere il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di ciascuno dei nostri membri. In questo contesto riteniamo fondamentale la trasparenza. Invitiamo gli alleati in seno alla NATO che non sono membri dell’UE a partecipare il più possibile alle iniziative di quest’ultima. Invitiamo gli Stati membri dell’UE che non fanno parte dell’Alleanza a partecipare il più possibile alle iniziative della NATO.
14) Valuteremo periodicamente i progressi compiuti.
Torniamo a Carpenter. Che a pochi giorni dallo scoppio della guerra, esattamente il 28 febbraio 2022 (appena 4 giorni dopo) pubblicò sull’autorevole testata britannica ‘The Guardian’ un memorabile intervento il cui titolo parla da solo. “Molti prevedevano che l’espansione della NATO avrebbe portato alla guerra: quegli avvertimenti sono stati ignorati”. Una decina di giorni dopo il tedesco ‘Der Spiegel’ mette a segno un vero scoop, scovando presso l’Archivio storico di Londra i documenti dell’intesa raggiunta nel 1991 (e poi clamorosamente tradita) tra Russia da un lato, e dall’altro Usa, Germania, Francia e Germania, secondo cui la NATO non avrebbe varcato la linea dell’Oder, non avrebbe mai messo un piede in direzione est.
Eccoci, allora, a quanto scrive Carpenter sul sito ‘Antiwar’.
Secondo i media occidentali, sostenere l’Ucraina oggi è un impegno ‘morale’ oltre che strategico, perché Kiev rappresenterebbe ‘la prima linea in una lotta globale tra democrazia e libertà da una parte e brutale autoritarismo dall’altra”.
Tale legittimazione, sostiene Carpenter, “è irreale per due ragioni. In primo luogo, l’Ucraina è un’autocrazia corrotta e repressiva, non una democrazia amante della libertà, anche prendendo l’accezione più flessibile ed espansiva del termine ‘democrazia’. In secondo luogo, la guerra Russia-Ucraina è una brutta lotta per questioni concrete, non parte di un confronto globale esistenziale tra il bene e il male”.
Carpenter punta i riflettori sui reali motivi del conflitto. “L’enorme flusso di denaro verso l’Ucraina sta arricchendo le industrie delle armi Usa, come Raytheon, Lockheed Martin e altri comparti industriali. Tali industrie non lucrano solo sulle armi inviate. Svuotando gli arsenali Usa e NATO, si è creata la necessità di altri e più proficui investimenti per ripristinarli, come sta già chiedendo la solita combriccola di falchi”.
“Il Segretario della Difesa Lloyd Austin potrebbe aver inavvertitamente rivelato un motivo più profondo e ignobile per questa guerra per procura, quando ha dichiarato che essa serve per indebolire la Russia”.
Carpenter fa poi un interessante raffronto tra il conflitto in Ucraina e quello di Afghanistan. E ricorda le significative parole pronunciate dall’allora consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Zbiegnew Brzezinski nel corso di un’intervista al ‘Nouvel Observateur’, in cui si vantava del progetto a stelle e strisce, cioè “il programma segreto della Cia di armare i mujaheddin contro il governo afghano, che era riuscito nello scopo di convincere l’Unione Sovietica a invadere il Paese confinante, attirandola in una trappola che l’avrebbe logorata”.
Nota Carpenter: “L’obiettivo in Afghanistan allora, analogo a quello attuale in Ucraina, era semplicemente quello di infastidire e dissanguare l’avversario di Washington. Allora, come oggi, c’era davvero poca preoccupazione per l’impatto del conflitto sugli sventurati abitanti del paese. Il quale fungeva da arena per una guerra per procura”.
“In Ucraina si sono create le condizioni per una lunga guerra di logoramento, che porterà l’Ucraina alla rovina totale e farà un numero impressionante di vittime, una cifra che dovrebbe far inorridire qualsiasi persona onesta”
E conclude: “Sorge, dunque, la domanda se l’amministrazione Biden sia abbastanza cinica da portare avanti la sua guerra per procura fino all’ultimo ucraino. Sfortunatamente, data la condotta di Washington in Afghanistan negli anni ’80, questo scenario sembra fin troppo plausibile.
L’attuale politica è avventata e crudele”.
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