ESERCITO USA / BREVETTA UN SUPER VACCINO ANTI VARIANTI. E NELLA BASE MILITARE DI FORT DETRICK…    

L’Esercito americano sta mettendo a punto un super vaccino in grado di combattere con successo non solo il ceppo originario di covid 19, ma anche tutte le varianti presenti (come Delta e la fresca Omicron) e future.

Si chiama ‘Spike Ferritin Nanoparticle’, SpFN per i suoi fans, e a confezionarlo sono i ricercatori del ‘Walter Reed Army Institute of Research’ (WRAIR), alle dirette dipendenze della Difesa a stelle e strisce.

I primi studi risalgono addirittura all’inizio del 2020, quando era appena cominciata la pandemia.

Sorge spontanea la domanda: come facevano a sapere già ‘tutto’ i vertici militari statunitensi?

Forse perché tra maggio e giugno 2019 – quindi diversi mesi prima dei pipistrelli di Wuhan, in Cina – nei super bio-laboratori altrettanto militari di Fort Detrick, nello stato del Maryland, c’era stato un gravissimo incidente che ne aveva addirittura provocato la chiusura temporanea? E, quindi, l’Esercito Usa sapeva già molte, troppe cose?

Ma si pone, a questo punto, un ulteriore interrogativo: come mai la Difesa americana profonde tante energie e tanti fondi per cercare altri vaccini, visti i grandiosi successi già ottenuto dalle due star di casa, Pfizer e Moderna, che stanno stracciando tutti i record di fatturati & profitti?

Una qualche mancanza di fiducia?

O cosa?

Ma ricomponiamo le tessere del puzzle. Che si tingono di giallo…

 

DENTRO I SEGRETI DI “WALTER REED

Delle ricerche ormai non troppo misteriose scrivono da alcune settimane i media statunitensi e britannici (in particolare ‘The Independent’), mentre i risultati sono stati appena pubblicati sulla rivista specializzata ‘Science Translation Medicine’. Solo da noi, ovviamente, non se ne parla e non se ne scrive, visto che l’informazione ormai da mesi è totalmente cloroformizzata. Mummificata.

Leggiamo alcuni report. “Gli scienziati dell’Emerging Infectious Desease Branch (EIDB) del Walter Reed Army Institute of Research hanno sviluppato il vaccino a nanoparticelle SpFN, basato su una piattaforma di ferritina, come parte di una strategia ‘pan-SARS’ lungimirante che mira ad affrontare l’attuale pandemia e agisce come prima linea di difesa contro varianti preoccupanti e virus simili che potrebbero emergere in futuro”.

Kayvon Modjarrad. In apertura, militari del Walter Reed Army Institute of Research all’interno dell’istituto

Afferma Kayvon Modjarrad, direttore del ramo malattie infettive emergenti al WRIAR, co-inventore del vaccino e capo dell’esercito Usa per SpFN: “L’accelerazione dell’emergere di coronavirus umani negli ultimi due decenni e l’aumento delle varianti di SARS CoV-2, incluso il più recente Omicron, sottolineano la continua necessità di vaccini preventivi di nuova generazione che conferiscano un’ampia protezione contro le malattie del coronavirus. La nostra strategia – puntualizza – è stata quella di sviluppare una tecnologia vaccinale pan-coronavirus che potrebbe potenzialmente offrire una protezione sicura, efficace e duratura contro più ceppi e specie di coronavirus”.

E aggiunge: “Questo vaccino si distingue nel panorama dei vaccini covid-19. La visualizzazione ripetitiva e ordinata della proteina spike su una nanoparticella multifaccia può stimolare l’immunità in modo tale da tradursi in una protezione significativamente più ampia”.

Il massimo! Ben più e ben oltre i prodotti griffati Pfizer e Moderna, fino ad oggi il top dei top, secondo i virologi più a la page. Un ceffone in piena regola, dunque, ai guru delle due star di Big Pharma.

Star wars in vista nei cieli americani? O solo finte guerre, tanto per gettare fumo negli occhi dei pazienti sempre più cavia? Lo vedremo presto. Intanto, altre news.

Ricostruisce ‘The Independent’: “SpNF è entrato nella fase 1 degli studi sull’uomo nell’aprile 2021. Le prime analisi, che dovrebbero concludersi questo dicembre, forniranno informazioni sul fatto che la potenza e l’ampiezza di SpFN, come dimostrato negli studi preclinici, si trasferiranno negli esseri umani. I dati consentiranno inoltre ai ricercatori di confrontare il profilo immunitario di SpFN con quello di altri vaccini Covid-19 già autorizzati per l’uso in emergenza”.

E, sotto il profilo ‘tecnico’, viene aggiunto: “A differenza dei vaccini già esistenti, l’SpFNutilizza una proteina a forma di pallone da calcio con 24 facce per il suo vaccino, che consente agli scienziati di attaccare i picchi di più ceppi di coronavirus su diverse facce della proteina”.

L’edificio del Walter Reed Army Institute of Research

E ancora: “Gli studi sull’uomo del vaccino hanno richiesto più tempo del previsto, perché il laboratorio aveva bisogno di testare il vaccino su soggetti che non erano stati né vaccinati né precedentemente infettati da Covid”.

Infine: “Walter Reed sta ora lavorando con un partner industriale per un’implementazione più ampia”. E quindi, of course, per una fase di lancio e di commercializzazione: dando quindi corpo alle ipotesi di una forte concorrenza futura ai prodotti di Pfizer e Moderna, sia sul terreno delle forniture ai paesi in via di sviluppo (ancora pesantemente sottoapprovvigionati) che sul fronte dei richiami.

Ma passiamo – è proprio il caso di dirlo – all’altro fronte. E restiamo sempre in campo militare, con la Fort Detrick story, di cui la Voce ha già scritto nei mesi scorsi, con alcuni articoli e inchieste ripresi anche a livello internazionale (CNN e media cinesi) che potere leggere cliccando sui link in basso.

 

LA “DARK STORY” DI FORT DETRICK

Procediamo in ordine cronologico.

Maggio 2018. Il comitato consultivo della comunità del laboratorio di contenimento segnala uno strano incidente: si tratta di una ‘inondazione’, in seguito alla quale “le acque reflue di una struttura dell’istituto di ricerca medica per le malattie infettive dell’esercito americano sono andate a Carroll Creek”.

Aprile 2019. Nel corso di una misteriosa (e mai chiarita) sparatoria, un uomo armato (poi si è saputo, un militare della Marina) è stato ucciso dalla security della base, alla quale il ‘curioso’ si era troppo avvicinato. L’episodio si è verificato a Frederick, a poca distanza da Fort Detrick.

“Abbiamo avuto due incidenti importanti e poca trasparenza”, denuncia il comitato.

Giugno 2019. Il terzo episodio, poi, ha del clamoroso: ma è stato adeguatamente cloroformizzato dai media americani e totalmente censurato da quelli europei. Per la serie: nessuno deve sapere.

Stiamo parlando della ‘improvvisa’ chiusura del laboratorio di massima sicurezza a Fort Detrick, ossia quello in cui vengono condotte le ricerche più ‘border line’: esperimenti e test in vista delle ‘biologic wars’ che ben presto caratterizzeranno le nuove ‘politiche’ internazionali.

Fort Detrick

A decidere la chiusura per ‘gravi’ ma non meglio precisati motivi sono nientemeno che i ‘Centers for Desease Control and Prevention’ (CDC) a    stelle e strisce, ossia le autorità che dettano legge nel campo della prevenzione sanitaria. Effettuano un sopralluogo a giugno 2019 e appena un mese dopo, a luglio, sigillano i laboratori incriminati.

“Si tratta di perdite di sostanze molto delicate”, è il massimo che riesce a trapelare.

E proprio a luglio in due case di cura che si trovano a un tiro di schioppo da Fort Detrick si verifica una altrettanto misteriosa, e altrettanto mai chiarita, “epidemia sconosciuta di polmonite”, come riportano un paio di gazzette locali.

Nessuna notizia ufficiale è mai stata fornita dalla Casa Bianca, né dal Pentagono, né dall’Esercito Usa. Un silenzio tombale.

I solitamente solerti e rigorosi ‘CDC’ stavolta hanno azionato il silenziatore. Dopo il primo, laconicissimo comunicato di chiusura, non sono più entrati nel merito, né hanno dato alcuna spiegazione, nemmeno ai cittadini del Maryland, che avevano tutto il diritto di sapere quello che era successo sul loro territorio e riguardava da molto vicino la loro salute.

Non tutte le ciambelle, però, riescono sempre col buco. E alla fine qualcosa salta fuori e comincia a trapelare.

Come, ad esempio, uno studio condotto per un programma di ricerca del ‘National Institute of Health’ (NIH) statunitense, un equivalente del nostro Istituto Superiore di Sanità. Lo studio, portato avanti tra il 2 gennaio e il 18 marzo 2020, ha permesso di accertare che diverse persone già a giugno 2019 erano state infettate: quindi ‘ben prima’(almeno 6 mesi prima) ‘dei primi’ casi di covid 19 a Wuhan. Il documento del NIH precisa anche in quali stati si sono registrate quelle primissime infezioni: Illinois, Massachusetts, Missisipi, Pennsylvania e Wisconsin.

In Occidente la Fort Detrick story viene totalmente oscurata.

Ovviamente viene ampiamente ripresa, e amplificata, in Cina, che ha tutto l’interesse di allontanare i sospetti innescati dagli esperimenti di Wuhan.

E spopola, a Pechino, uno special di un’ora mandato in onda dalla più seguita tivvù cinese, CCTV, titolato “The Dark History Behind Fort Detrick”, ossia l’Oscura storia dietro Fort Detrick.

E comunque gli yankee, come la si gira e come la si volta, tornano sempre in pista. Escono dalla porta e poi rientrano dalla finestra. Se non basta, infatti, la più che dark story di Fort Detrick a gettare pesantissimi sospetti a stelle e strisce sulle vere origini del Covid, c’è proprio la Wuhan story a ribadirlo.

Anthony Fauci

Le famigerate ricerche di Wuhan, quegli esperimenti che è eufemistico definire ‘border line’, non sono stati infatti finanziati solo dal governo cinese. Ma anche da quello statunitense.

A coprire una buona fetta delle spese ha provveduto il ‘National Institute of Allergy and Infectious Deseases’, quel NIAID diretto ormai a vita dal supervirologo di tutti i presidenti Usa (ben sei, fino ad oggi), Anthony Fauci.

Il quale, per condurre in porto l’operazione, si è servito di una sigla di copertura: la ‘EcoHealth Alliance’ guidata da un ricercatore non poco chiacchierato negli States, Peter Daszak.

E se volete saperne di più, cercate di procuravi un fresco di stampa negli Usa (è uscito il 16 novembre): “The Real Anthony Fauci – Bill Gates, The War for Democracy and Public Health”, firmato da un uomo che sta dedicando tutta la sua vita alla tutela della salute dei bambini: Robert Kennedy junior, il nipote del mitico John Fitzgerald.

 

 

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