IL BARONE RIBELLE

Serafino Amabile Guastella scoprì che la poesia popolare era meglio di gran parte della poesia “colta”.

Serafino Amabile Guastella, il barone ribelle di Chiaramonte (Ragusa), è l’uomo che nel 1800 scoprì che la poesia popolare era meglio di gran parte della poesia “colta”. Leggendo un suo libro mio padre trovò la storia della Nascita del giullare , un pezzo fondamentale di Mistero Buffo.
Qui di seguito il mio intervento al convegno a Chiaramonte, meravigliosa cittadina con 8mila abitanti e 9 musei. E anche un olio sopraffino. Quasi buono come quello di Alcatraz… è anche il paradiso degli amanti del maiale.

Cosa c’entra mio padre con Serafino Amabile Guastella?
Era il 1969 e venni qui vicino, a Siracusa, con i miei genitori per uno spettacolo, dopo molte contestazioni venne loro negato il teatro e quindi Dario e Franca finirono per recitare in una villa privata e quando uscirono gli spettatori trovarono le automobili danneggiate da un gruppo di fascisti che spaccarono i vetri, macchiarono le carrozzerie ecc. Insomma, era un periodo, il 69, molto vivace.

Quell’anno mio padre aveva appena debuttato con il Mistero Buffo e qual era l’idea fondamentale che lo muoveva insieme a un gruppo di ricercatori? Che la cultura accademica, quella dei signori avesse rubato la cultura del popolo.

Dario qualche anno prima aveva realizzato Ci ragiono e canto,  uno spettacolo con un gruppo di cantanti popolari, tra cui Rosa Balestrieri, una grandissima cantante siciliana, e aveva dimostrato che le canzoni popolari non derivavano dalla copiatura da parte del popolo della musica che facevano i ricchi, ma al contrario: questi ritmi nascevano dal lavoro, servivano per coordinare, per far lavorare assieme le persone.
La tarantella la cantavano i cordari che dovevano incrociare le funi per fare le gomene e perché il lavoro risultasse perfetto avevano bisogno di una musica che desse loro il ritmo.  E i battipali della laguna di Venezia ne avevano un altro e le mondine che continuavano a chinarsi per diserbare o piantare il riso avevano un altro ritmo ancora.

Da questa idea era nato Mistero Buffo.  Erano i giullari ad aver inventato la Commedia dell’Arte, avevano inventato una cultura che poi gli aristocratici, gli intellettuali di corte avevano rapinato.

Dario Fo proprio a Siracusa trova i testi di Guastella e ne resta stupito perché quest’uomo già nel 1800 aveva capito tutto questo, e inoltre trova un testo in siciliano che diventerà una colonna di Mistero Buffo: La nascita del giullare.

È una storia meravigliosa: è la storia di un contadino. Un brutto giorno il signore della zona arriva nella sua casa coi soldati e gli ruba tutto, violentano e uccidono la moglie, uccidono i figli, gli bruciano la casa. Il contadino è disperato, distrutto dal dolore sta per impiccarsi.

Ha già messo la corda su una trave, è già su un ceppo di legno e sta per buttarsi per morire quando in quel momento arriva Gesù. E gli dice: «Non devi ucciderti, devi andare per il mondo a raccontare quello che ti hanno fatto questi ricchi bastardi». Il contadino risponde: «Io cosa posso fare? Non so parlare, già quando ho davanti tre persone che mi ascoltano mi ingarbuglio, non sono capace».

Allora Gesù gli sorride, gli si avvicina, lo bacia sulle labbra e questo contadino sente un’energia pazzesca che gli esplode sulle labbra, sulla lingua, nel cervello e capisce che può raccontare grazie a questo miracolo.

E questo è stato il timone della vita di mio padre e di mia madre che hanno reagito alle tremende violenze subite raccontando. Franca ebbe il coraggio di andare a raccontare in teatro e in televisione lo stupro e le torture che aveva subito quando fu rapita da un gruppo degli agenti dei servizi segreti dello Stato Italiano – perché fu questo che fu scoperto.


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