Venti di democrazia

Qualcosa si muove nel terreno accidentato dell’Europa minacciata da sovranismi, xenofobie e nostalgie del passato nazifascista. Sasssoli, presidente del Parlamento europeo scrive la parola fine all’indegna, unanime approvazione di un documento che omologa fascismo e comunismo, complici eurodeputati del Pd: “Operazione confusa e politicamente scorretta. In Italia il partito comunista è stato protagonista della rinascita democratica del Paese”. Il Parlamento europeo boccia i commissari di Romania e Ungheria, quest’ultima inquinata dal razzismo del suo presidente Orban. E Sassoli s’impegna a concordare con la presidente Ursula von der Leyen ulteriori passi da prendere. Rovana Plumb, romena e Laszlo Trocsanyi, ungherese, sono accusati di conflitto d’interessi e quindi incompatibili con le funzioni di commissari, secondo il giudizio della Commissione giuridica del Parlamento.
Dalla Francia arriva un salutare silenzio sulla destra di Marine Le Pen, rotto solo dalle notizie sulla violenza selvaggia di provocatori della destra infiltrati nelle manifestazioni dei gilet gialli.
Recentissima è la sonora batosta dell’ultradestra austriaca e il contemporaneo successo dei verdi.  Kurz, premier rieletto riduce in macerie il partito xenofonbo Fpoe, che paga lo scandalo dell’interferenza dei russi nelle votazioni precedenti e il recentissimo delle “spese pazze”. La procura di Vienna indaga Strache, predecessore di Hofer e le sue spese in danno delle casse del partito, oltre 42 mila euro al mese a cui contribuiva la moglie Philippa.  Sotto tiro è finito lo stesso Hofer per abuso edilizio. Bella combriccola. Lo straordinario successo  dei verdi arriva sull’abbrivio della grande manifestazione ambientalista  di Vienna.   Alla vigilia del Fridays for future, Norbert Hofer, nuovo capo del Fpoe, aveva liquidato il movimento di Greta come ‘Zoepferldiktatur’, ‘dittatura delle treccine’. La stolta ironia non gli ha detto bene, anzi. Buona affermazione anche per i Neos, il partito più filo europeo, omologo del +Europa italiano, progressista sui diritti civili, liberista in economia. Alleluia. Kurz 2 con i Verdi o a tre con i Neos fermerebbe il rischio di “orbanizzare” il Paese . I Verdi già governano in tre regioni insieme con i popolari, in Tirolo, Salisburgo e Vorarlberg. L’analogia con l’alleanza elettorale demostellata per le regionali In Umbria non è un azzardo della  fantapolitica.
In Italia al Salvini del Papeete beach, autore dell’autogol di agosto, non rimane che blaterare insulti e puntare alla solidarietà di Fratelli d’Italia, dei nostalgici del Ventennio.
Nel regno Unito perfino la pazienza reale ha raggiunto vette insostenibili. Ora Elisabetta consulta i giuristi alla ricerca di un marchingegno, che le consenta di dare il benservito allo squinternato Boris Johnson. Questi, al culmine di quotidiani raptus anti labour insulta il rivale Corby. “Un pollastro al cloro. Vinte le elezioni lo spediremo nel cosmo…”. Johnson aveva costretto la regina a condividere la sospensione del Parlamento.
Non va meglio a Trump, imputato di autarchia al punto da sottrarre quote molto consistenti delle esportazioni italiane di prodotti dell’  eccellenza, come il parmigiano o il prosecco e chissà anche di macchinari per l’industria, i migliori al mondo. Il pianeta dei democratici USA ha imboccato il percorso dell’impeachment presidenziale e si accodano anche parlamentari repubblicani. Il tycoon e  il suo entourage sono nel mirino della magistratura per l’indagine sui rapporti illegali con l’Ucraina, tesi a danneggiare gli avversari della consultazione elettorale che lo ha portato alla casa Bianca.
La Repubblica torna sulla rivoluzione anagrafica proposta da Enrico Letta di anticipare a sedici anni l’età a cui è concesso votare. Tra scetticismo e assoluta convinzione spunta il parere contrario dei presidi e di quanti si dicono certi dell’immaturità, anche politica, dei giovani. Ma sentite chi ha consultato il quotidiano fondato da Scalfari. Ha chiesto un “autorevole parere” al ragazzo che con un testo in cui ritorna ciclicamente la parola ‘carote’ è assurto a improvvisa e straripante notorietà con il programma X Factor. Lo studente del liceo romano Lucrezio Caro, appunto sedicenne, dichiara di essere a digiuno di politica come molti altri ragazzi della sua età e denuncia, questo a ragione, che a scuola la politica rimane fuori dalle aule. Si dice convinto che è “meglio votare a 18 anni”. Inciampa subito dopo manifestando il sospetto che molti giovani dei cortei per l’ambiente fossero in piazza per saltare un giorno di lezioni e interrogazioni. Forse è meglio che si goda il successo del suo “Carote”. In tema. Prima di Greta, nel 1992, Severn Cullis-Suzuki, di dodici anni, fu protagonista di una battaglia cruenta contro i cambiamenti climatici al vertice di Rio de Janeiro. Altro che immaturità.
A dispetto di critiche bipartisan, il proprietario della famigerata piattaforma Rousseau, universalmente criticata per gli esiti di votazioni che è possibile manipolare a proprio piacimento e multata per questo dal garante della privacy, ha potuto esibirsi in una sala dell’Onu per sei minuti di pubblicità sulla creatura tecnologica ereditata dal padre e utilizzata dai 5Stelle per sondaggi d’umore degli iscritti. L’evento è sotto accusa, con l’imputazione di conflitto d’interessi, per il sospetto che la missione americana di Casaleggio abbia avuto come obiettivo la vendita del service della piattaforma a Paesi interessati. Insomma un regalo del ministro degli esteri Di Maio.

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