CRAC GIUSTIZIA / FAI UNA STRAGE? ASSOLTO E RIVERITO

Amministri un’azienda di trasporto pubblico? Puoi dormire sonni tranquilli d’ora in poi: è certificato, nero su bianco, che pur se fai una strage, ammazzi cento persone, te ne freghi di ogni controllo, la passi liscia: anzi, con ogni probabilità ti fanno Cavaliere del Lavoro.

E chissenefrega se i tuoi onori e le barche di soldi che incassi sono frutto del sangue altrui. Sangue di innocenti, vittime che non avranno mai lo straccio di una giustizia in questo mondo dove la Giustizia è ormai solo pura Utopia. Calpestata da chi dovrebbe amministrarla in nome del popolo italiano. Vergogna.

Così succede che i 41 morti ammazzati per la tragedia del bus volato giù dal guard rail cinque anni fa nei pressi di Avellino, lungo la A16, vengano uccisi per la seconda volta, la loro memoria infangata dopo quello schianto che ha spezzato le loro esistenze, gente semplice che tornava – ironia della sorte – da un pellegrinaggio a Pietrelcina, il paese natio di Padre Pio.

Condannato solo qualche pesce piccolo – urlano disperati in aula i parenti delle vittime quando viene pronunciata la sentenza – gli altri tutti liberi come fringuelli.

Giovanni Castellucci. In apertura il tribunale di Avellino

A partire dal numero uno di Autostrade per l’Italia, l’amministratore delegato Giovanni Castellucci. Il quale in pochi mesi mette a segno un doppio primato da Guinness: questa assoluzione ai confini della realtà pronunciata dal tribunale di Avellino, e le non-indagini a suo (non) carico per la tragedia del ponte Morando a Genova, con lo stesso bottino di morte. Possibile che, fin dal giorno stesso di quel crollo, non si siano immediamente accesi i riflettori della procura genovese per accertarne le responsabilità, così come quelle degli altri vertici di Autostrade?

Siamo alle solite: c’è una legge (sic) ormai doppia. Alcuni (lo stesso Silvio Berlusconi, va detto) “non possono non sapere quello che succede nelle loro aziende”, altri – i baciati dalla dea non poi tanto bendata – possono tranquillamente non sapere quel che succede nella loro azienda, perchè non vedono, non sentono, non parlano, quasi fossero un soprammobile aziendale; neanche il portiere, che qualcosina, ogni tanto, deve pur vederla.

Ebbene Antonio Castellucci non sa niente della sua azienda, non sa neanche di quale azienda si trovi alla guida, i suoi dipendenti tutti i giorni gliela fanno sotto il naso e lui, un totale imbecille, non ne sa niente. E’ totalmente ignorante: ignora tutto quel che accade intorno a lui.

La sentenza per la strage di Viareggio, dove furono arse vive 33 persone, almeno ha deciso la condanna in primo grado del numero uno delle Fs all’epoca, Mauro Moretti, poi passato ai fasti di Leonardo. Nessuna conseguenza successiva sotto il profilo penale, perchè ovviamente è stato baciato da un’altra dea bendata, la miracolosa prescrizione. Un’altra colossale vergogna. Ma almeno resta una traccia, almeno è scritto nero su bianco che ha sulla coscienza quelle anime volate in cielo precocemente. Almeno non dormirà sonni tranquilli.

Per Castellucci nessuna traccia. Anche se dubitiamo fortemente che la sera possa prendere sonno. Come anche i giudici che lo hanno assolto.

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