Sondaggio dell’Ipsos che fa riflettere. La Lega dilaga al Nord e cresce in modo prepotente al Sud. I 5 Stelle calano di alcuni punti percentuali al Nord ma tengono al Sud. Forza Italia cannibalizzata dalla Lega e Pd in lieve decremento.
Ma sono le cifre di alcune realtà territoriali a sorprendere. Ad esempio, al Nord-Est il partito guidato da Matteo Salvini sfiora quasi la metà dei consensi, attestandosi al 48 per cento, con quasi 20 punti percentuali in più rispetto all’ultimo voto. A livello nazionale ci sarebbe in pratica un raddoppio, sfiorando il 34 per cento e cioè conseguendo il risultato che avevano raggiunto i 5 Stelle.
I quali, dal canto loro, sempre a livello nazionale, arretrano di circa 5 punti percentuali, scendendo al 28,5 per cento. Anche con qualche acciaccatura, comunque, i 5 Stelle confermano la loro leadership, con il loro 40 per cento, al Sud.
Commenta il responsabile Ipsos della divisione politico sociale, Luca Comodo: “La Lega in qualche modo manifesta un atteggiamento più moderato non soltanto con alcuni esponenti di governo, come il sottosegretario Giorgetti, ma anche con esponenti del territorio che su temi come la manovra, i mercati, i rapporti con l’Europa, si discostano dai toni più radicali dello stesso Salvini e Di Maio”.
E’ quell’espressione usata dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, “crediamo nella Lega” a contare fra i ceti imprenditoriali e produttivi al Nord, “critici sulla manovra – continua Comodo – perplessi sul fronte degli atteggiamenti antieuropei ma che continuano a vedere nella Lega un punto di riferimento, oltre ad una rete di relazioni, a livello territoriale che il Movimento non ha”.
Ci sono anche altre questioni che, al Nord, pesano sui 5 Stelle: il reddito di cittadinanza, visto come assistenza al Sud, e la gestione della questione del ponte Morando.
Al Sud la Lega è attestata tra il 22 e il 25 per cento, con un autentico balzo da 16 punti percentuali.
Uno scenario, però, destinato ad oscillazioni – anche sensibili – per quanto potrà succedere sul fronte europeo: e cioè chi riuscirà ad aver la meglio nel braccio di ferro tra il nostro esecutivo e i duri di Bruxelles. Possibile un aggiustamento dei conti, visto che per ora si tratta di una bozza di proposta, il Def. Possibili alcuni ammorbidimenti Ue, dopo le varie mediazioni portate avanti soprattutto dal presidente della Camera Roberto Fico. Ma la situazione è tutta in ebollizione e qualunque scenario è possibile.
Nel frattempo, la sinistra continua a sonnecchiare, anche dopo la manifestazione del 30 settembre a Roma che avrebbe dovuto dare un segno di rinascita. Invece, pare la solita sceneggiata tra i soliti protagonisti impegnati nel solito copione. Come i crocieristi del Titanic.
Possibile nessuno si renda conto che occorre una sterzata vera, non al solito parolaia o salottiera, verso i bisogni reali dei cittadini? E a che serve un’aggregazione di sigle che valgono meno di una cicca? Popolate da vecchi e giovani burosauri uniti nella non lotta?
Invece, c’è bisogno di una svolta che nasce dalle necessità primarie della gente e non pilotata dall’alto: ma chi può mai suonare l’adunata per una nuova Resistenza? Sia ai diktat europei che alle manovre solo fumo e niente arrosto.
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