Il popolo e il “piccolo Caudillo” di Pomigliano

Nomino Massimo Giannini (la Repubblica) capo inventore di nomignoli da affibbiare ai giustizieri dell’economia italiana: ultimo, per l’Incompiuto Di Maio, di questo attributo ho io il copyright, è “piccolo Caudillo di Pomigliano”, e descrive il vice premier come cinico mentitore sul Def “manovra di popolo”, che in pochi giorni ha bruciato decine di miliardi degli italiani. L’azzeccatissimo nome “d’arte” ricorda, per chi ne ha memoria, i tempi cupi della Spagna fascista del dittatore spagnolo Franco.

Il ministro dello Sviluppo ha inveito contro i Commissari Ue che “sparano sull’Italia” e contro le testate giornalistiche che a suo dire soffiano sul fuoco. Siamo lì, manca solo la marcia su Roma.

Salvini. Il Ce l’ho duro leghista (sempre mio il copyright) punta il kalashnikov sui vertici dell’economia Ue, che ammoniscono il governo italiano sul rischio di portare il Paese allo sfascio e flirta con la destra di Orban, la letale megalomania di Trump e Putin. Il rialzo di valori dello spread, che mette le mani nelle tasche degli italiani?” Un complotto” (ma di chi? ndr). “E non si torna indietro”. Neppure se lo spread toccasse quota 500, 600? “Mi auguro che non succederà, perché ci vanno di mezzo i nostri risparmi” E quelli bruciati in questi giorni? Salvini muto sta. Poi sparla: “I nemici dell’Europa se ne stanno asserragliati nel bunker di Bruxelles”. “Scusi vice premier, pensa che siamo di fronte a un caso italiano o dell’intera compagine dei governi Ue?” “E’ questione generale”. “Errore, Bruxelles promuove Spagna, Francia e Grecia, perché hanno un debito inferiore al nostro (Francia), abbassano il deficit (Spagna) e risanano il Paese nel rispetto dei patti con la Comunità (Grecia).

Fossi nei panni del “Ce l’ho duro” Salvini lascerei la Isoardi, che gli procura grane televisive (conflitto d’interessi) e corteggerei Marine Le Pen, per poi affidarmi a un solo studio legale e difendermi in comunione d’intenti dalle accuse (lui per conto della Lega) di aver truffato 49 milioni di euro allo Stato italiano, lei somme ingenti alla comunità europea. Intesa perfetta, testimone di nozze il truce Orban .

Da qualche tempo non sale più il monito a gran voce “onestà, onestà”, dallo sgangherato barcone su cui naviga sbandando la ciurma pentastellata con l’Incompiuto Di Maio al timone. I grullini (mio copyright) soffrono di afasia specifica e non senza ragione. Ha perso a voce Paola Taverna, la titolare 5Stelle del prestigioso ruolo di vice presidente del Senato, ricoperto per volontà del vice premier di riferimento quale premio per le volgarità e gli insulti da romana de borgata contro i “nemici” del movimento. La signora inguaia Virginia Raggi e la sua crociata contro chi occupa abusivamente le case del Comune. La sindaca dovrebbe infatti ordinare lo sfratto della madre di Paola Taverna, che vive da anni in un’abitazione con fitto agevolato di cento o poco più di euro al mese senza averne diritto, a scapito di altri che aspettano da tempo immemorabile di prenderne possesso come spetta loro. Le opposizioni commentano: “I grillini, sempre pronti a fare la morale agli altri, predicano bene (bene? ndr) e razzolano male”.Secondo un’indagine del Comune la madre della Taverna sembra sia comproprietaria con la figlia di altre case.

La sede storica della segreteria del partito comunista napoletano è stata per anni nella via dei Fiorentini, cioè nella city, governata da esponenti prestigiosi, punto di riferimento di tutti i democratici e non solo di Napoli. Scomparso il mito delle sezioni del Pci, malamente compensate dai circoli (termine che evoca i luoghi d’incontro dei pensionati) in gran parte inattivi, il Pd ha trovato alloggio in un appartamento di via Toledo, su cui, in corso di crisi finanziaria del partito a sua volta è calato il sipario. La segreteria di quel che resta dei dem ha chiesto ospitalità ai fratelli della segreteria regionale in un altro palazzo. Il bilancio del Pd napoletano è in rosso per trentamila euro, quello della CGIL non è noto, ma florido non deve essere, se il primo sindacato italianoo ha dovuto lasciare l’intero edificio di Via Torino e comprimere le attività in un appartamento. Se continua così Dem e Cgil dovranno consultare le agenzie immobiliari per fittare un monolocale soppalcato, da dividersi da bravi fratelli.

Il mitico Ronaldo, paracadutato in quel di Torino per dare linfa alle azioni della Juventus, ha svolto il compito per un tempo brevissimo, prima che gli piovesse in testa la tegola delle denuncia di una fanciulla, che gli rinfaccia di averle fatto violenza. Il je accuse ricalca la vicenda di Asia Argento, a ruoli invertiti. Bennet dichiara di essere stato violentato dall’attrice, che avrebbe comprato il suo silenzio con la bella somma di 375 mila dollari. Kathryn Mayorga racconta di avere ricevuto la stessa cifra da Ronaldo per tacere. Attorno alla macchina da soldi di Ronaldo il sistema ha costruito un muro di protezione. Committente è la Juventus, a salvaguardia delle sue azioni in borsa, in suo aiuto ci sono alcune autorevoli penne del giornalismo sportivo e non, i tifosi della “Vecchia signora”, il suo interessato allenatore. Il caso non sarebbe isolato. Altre donne lo accuserebbero. Una modella sostenuta da un importante avvocato e, toh, chi si rivede, Karima El Mahroug, la Ruby rubacuori della vicenda Berlusconi. La Juve: “E’ un professionista eccezionale dentro e fuori del campo”. La società ha forse inventato la macchina del tempo che torna indietro negli anni?


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