Bergoglio, papa tra virgolette rivoluzionario, a te affido il ricordo dell’entusiasmo laico, di ateo, profuso nelle note di elogio per la tua pontificale attenzione alla società del terzo millennio, così distante da crociate, imposizioni e “centaloghi” irrazionali sul “questo si, questo no”, perché cupamente propedeutici di un cattolicesimo fuori tempo, impositivo, che ha generato errori, anche gravi e comandamenti non condivisibili. Osservo con sconcerto la tua (non) estemporanea esternazione su temi appartenenti a principi teologici stantii che negano quanto di salutare innovazione ha connotato il tuo papato. Un fulmine a ciel sereno le tue scomuniche per caposaldi della laicità faticosamente conquistata con la rottamazione di inaccettabili postulati religiosi. Dunque, tu cedi allo stolto clericalismo che finge di ignorare il volere del tuo Dio in tema di sessualità. Rifiuti l’evidenza dei generi dell’umanità che comprendono, come in altri ambiti della natura, l’omosessualità. Neghi il sentimento più nobile dell’animo umano, l’amore, a prescindere dalle diversità sessuali. Affermi, in assonanza con il bigottismo più integralista, che Dio avrebbe ipotizzato un unico stereotipo della famiglia: padre, madre, figli. Ti chiedo: questa ferrea discriminante cos’ha in comune con la tua esecrazione di cardinali e perti corrotti, con l’anatema per l’esercito di tuoi confratelli pedolifi, violentatori, deviati sessualmente? E cosa con il rispetto e l’amore erga omnes, senza distinguo? Spiegami Francesco. Consenti che si torni alla Santa Inquisizione, al rogo di presunte streghe e intelligenze critiche del cattolicesimo? Lo choc per questa tua inaspettata identità di re della Chiesa subisce un impennamento in tema di interruzione della gravidanza. Definisci l’aborto selettivo (e non terapeutico, come sarebbe corretto) “nazismo in guanti bianchi”.
Dio, così sostiene la il Clero, ti avrebbe escluso dal privilegio di mettere al mondo dei figli e ti chiedo: “Se ne avessi facoltà e la tua compagna portasse in grembo un bambino malformato, destinato a vita vegetativa, a disumanità, a non vita, le vieteresti di abortire? E quale alibi dogmatico forniresti al padreterno per giustificare il concepimento di un essere deforme, votato alla propria e all’infinita sofferenza dei genitori?
Nel corpo della tua riflessione c’è spazio per altre due sindacabili sentenze. Condanni le coppie che rinunciano alla genitorialità e hai ragione, ma ti suggerisco una soluzione diversa dalla predica: decreta la fine dell’assurdo divieto a preti e suore di unirsi di amare, unirsi in matrimonio e obbedire dal comandamento di Cristo “crescete e moltiplicatevi” che non esclude i religiosi.
Saremo laicamente sospettosi, dear Francesco, ma ipotizziamo che sia arrivato il momento del redde rationem con il potentato dei cardinali ancorati al più ortodosso conservatorismo.
Non è compatibile il confronto con gli Stati Uniti, abitati da duecentosessanta milioni di cittadini, contro i sessanta italiani e dunque il paragone che ci vede secondi al mondo nell’utilizzo delle scorte è improprio. Usa esclusi, siamo nettamente i primi, con il bel numero di ottocento. Riflettiamo: le stragi di mafia, gli attentati a leader politici, magistrati, ad artisti famosi, le vittime di terroristi Isis, confermano il principio innegabile che chiunque voglia uccidere lo fa, scorta o no. Un caso paradigmatico lo forniscono gli angeli custodi di Saviano, che per pubblicizzare i suoi libri ha sfidato i fan e non all’aperto, o al chiuso di sale dove nessuno ti impedisce di entrare con un fucile di precisone nascosto dal soprabito. In verità, più che alla sicurezza, le scorte sono utili come status symbol.
Dedicato a Di Maio: le scorte costano agli italiani duecento milioni di euro all’anno e distolgono dai loro compiti tremila agenti di polizia che affiancano magistrati, politici, imprenditori, giornalisti. Nel ragionamento si include anche l’assurdo delle auto blu, in alcuni casi utilizzate per impegni estranei al mandato, come lo shopping di mogli degli scortati, l’accompagnamento di alunni a scuola e perfino trasferte natalizie nelle località di vacanze estive o invernali.
Anche questa è l’Italia.
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.