Abbiamo ricevuto da un lettore una mail che di seguito pubblichiamo.
“Ho letto un paio di mesi fa la notizia della linea Italo che è passata agli americani. Mi ero sempre servito delle nostre Ferrovie per andare a Roma e stavolta ho voluto sperimentare Italo proprio perchè volevo vedere se c’era un buon servizio, visto che i costi sono migliori”.
“Dovevo partire da Napoli venerdì alle 13 e 15, mi sono messo davanti al tabellone per vedere il binario di partenza. Poi è uscito un ritardo di 10 minuti. Quindi mezz’ora prima della partenza l’altoparlante ha annunciato che c’era un ritardo ma non si sapeva di quanto e si doveva stare attenti alle comunicazioni successive. Quasi impossibile per i rumori assordanti”.
“Passano i minuti e arriviamo all’ora di partenza. Niente. Nessuna notizia. Dopo altri dieci minuti esce il binario e tutti a correre. Il treno sta lì, ma è chiuso, si vedono un paio di persone dentro con aspirapolvere, e fuori c’è scritto che le porte sono chiuse per le pulizie. Alla fine le porte si aprono dopo 20 minuti di attesa. E per questo arriviamo con mezz’ora di ritardo. Nessuno ha capito il motivo, perchè il treno non arrivava da nessuna parte e stava fermo lì già da un pezzo. Quando siamo arrivati a Roma l’altoparlante ha annunciato a chi lo prendeva per proseguire che c’era stato un ritardo per un incidente precedente sulla linea. Una sciocchezza”.
“Per il ritorno di due giorni dopo è andata peggio. Sono arrivato anche stavolta, per precauzione, una quarantina di minuti prima e mi sono seduto ad aspettare in un grande salone superiore dove ci sono tavolini, sedie e un tabellone per vedere gli orari. Sono comparsi tutti i binari, con qualche ritardo, mancava solo il treno di Italo per Napoli delle 13 e 15”.
“Parecchi aspettavano come me ma non compariva mai il binario, dicevano che con Italo fanno sempre così, per far precipitare la gente all’ultimo minuto, cose che non capitano da nessuna parte”.
“Alla fine il binario è comparso alle 13 e 9 minuti, ne mancavano 6 alla partenza, tutti a correre. Ai varchi non ti facevano passere, anche a quello di Italo, hanno detto ‘quello dopo’”.
“Arrivati al binario 7 ci siamo tuffati nel treno che stava ormai per partire. Entrato dentro, con altri due passeggeri, mi sono chiesto dove era il posto a sedere, i numeri non corrispondevano. Abbiamo domandato a un altro passeggero, ha detto che quello era un Frecciarossa, come mai non ce ne eravamo accorti”.
“Era proprio un Frecciarossa che partiva allo stesso orario e allo stesso binario annunciato per Italo. Ci siamo subito chiesti, ‘dove va?’, poteva darsi a Milano. Per miracolo ci hanno risposto che andava a Napoli’”.
“Alla assistente che ha visto i nostri biglietti di Italo abbiamo spiegato l’accaduto: un treno che parte alla stessa ora, dallo stesso binario, per la stessa destinazione ma è di un’altra compagnia. Lei con molto garbo ha risposto che l’annuncio del Frecciarossa per Napoli era comparso sul tabellone 40 minuti prima, addirittura troppo presto. Ha spiegato poi che di solito Italo non fa lo stesso. Anzi, come per giocare con i viaggiatori, fa uscire il binario non più di 5-6 minuti prima, se va bene”.
“Mi chiedo solo se gli americani si sono accorti di cosa hanno comprato”.
Il solito ‘pacco’ all’italiana?
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