Continua l’invasamento dell’uomo che ogni giorno parla con Dio e una volta al mese intervista il Papa sua portavoce in Terra, al secolo Eugenio Scalfari: destinatari dell’inno Sergio Mattarella e Paolo Gentiloni.
Dopo aver impartito il Verbo al popolo bue sulla inutilità del voto del 4 marzo e la necessità di continuare con l’esecutivo di Gentiloni, mai eletto dagli italiani come del resto i tre predecessori (Monti, Letta e Renzi), ora è la volta dell’osanna al capo dello Stato, robot-Mattarella. Il quale, secondo il Vate di Repubblica, è il nuovo, unico Profeta in grado vestire i panni del Salvatore.
Parte da lontano, il direttore che colloquia regolarmente con Platone: “Einaudi, Napolitano e oggi Mattarella. Sono i punti di forza del Paese e hanno sempre funzionato come si voleva”. ‘Come si voleva’ chi? Boh.
Continua poi con l’esaltazione dei magnifici 4 del governo ora impegnato nel disbrigo degli affari correnti: Marco Minniti, Pier Carlo Padoan, Dario Franceschini e Carlo Calenda. Un poker che tutta l’Europa, macchè il mondo farebbe carte false per avere in squadra.
Ma il nostro patrimonio di intelligenze ed esperienze non conosce confini: e tra le sue Menti Maxime annovera le eccellenze uniche al mondo di Mario Draghi, Romano Prodi e Walter Veltroni. Il Dream Team pronto e servito: “è singolare – osserva Vate Eugenio – che un Paese trascurato e sottovalutato come l’Italia disponga di un parco di questa importanza nazionale e internazionale”. Parco buoi? Ma no! Parco giocatori: da Real o da Barcellona.
E’ un vero inno alla gioia il finale scoppiettante, prettamente pasquale, griffato Eugenio: “Dobbiamo dunque essere pieni di speranze per un presente di buon livello e un futuro possibilmente migliore sulla scena nazionale, europea e internazionale”.
A quando planetaria?
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