Il “Fatto” a 5 Stelle

Ho sfogliato le pagine del “Fatto Quotidiano”, diretto dal grillino front-a- destr Travaglio con cura certosina e intenzioni assolutorie nei confronti di una testata che tra non molto potrebbe chiamarsi “I fatti a 5Stelle” considerata la benevola attenzione per il movimento pentastellato che il suo furbo direttore deve aver intuito destinato a raccattare il malumore degli italiani. Ho trovato titoli e articoli di sperticato consenso per ogni fiato dei “vincitori” e in particolare l’esaltazione dell’eroico comportamento del neo presidente della Camera, il conterraneo Fico. Egli, forse ispirato da un avo, ha plagiato il rigore morale del presidente della Repubblica De Nicola che al Quirinale si recava in tram e ha scelto il mezzo proletario del bus. Ha anche badato bene di essere fotografato, per postare l’immagine sul blog grillino, Instagram e social annessi. Consensi? Una valanga. Il Fatto Quotidiano, considerata l’“epica buonafede” che gli è riconosciuta, ha “dimenticato” però di pubblicare un tabellina “divertente” che riporta le spese per il trasporto urbano di Fico nel 2017. Eccola, in euro. Per i Taxi: Gennaio, 250, Febbraio 275, Marzo 290, Aprile 212, maggio 188, Giugno 269, Luglio 223, Agosto 108, Settembre 270, Ottobre 140, Novembre 94, Dicembre 150. In nome di un’obiettività impertinente, ecco anche le spese in bus: Gennaio e Febbraio zero euro, Marzo, 1,5 ad Aprile 7,5 a Maggio 4,5 a Giugno 6 a Luglio 3, ad Agosto, Settembre, Ottobre, Novembre e Dicembre zero euro.

Fico non si è ancora pronunciato nel merito di altri costi e l’ansia per la sua esternazione è già montata alle stelle: rinuncerà al costo della scorta che non è mai servita e mai servirà a impedire atti di violenza, attentati, come hanno dimostrato tragici eventi come gli assassini di Kennedy, Falcone e Borsellino, Moro, di tanti altri?

In tema di grillismo il ministro degli interni in pectore dei 5Stelle, tale Bonafede, giura sulla testa di Casaleggio che il reddito di cittadinanza si farà, come promesso. Per vie indirette Vincenzo Boccia, presidente della Confindustria – insomma uno che con i numeri e i bilanci ha una certa confidenza – giura a sua volta che non c’è la copertura finanziaria per questo capitolo demagogico inventato dal comico genovese in campagna elettorale, come non c’era per il milione di posti di lavoro del Berlusconi-Vespa show. Sempre che per pescare bene con l’esca del sussidio a i senza lavoro non si finisca nel baratro di aumenti del debito pubblico.

La cronaca e l’opinione pubblica non dispongono di elementi statistici sulla percentuale di condanne e conseguenti carcerazioni di corrotti eccellenti, che siano politici, amministratori locali, imprenditori e perfino magistrati, poliziotti, altre forze dell’ordine, e come sempre c’è un’altra faccia della medaglia. Sentite questa: è giustamente citato con le sole iniziali un uomo, disoccupato, padre di un figlio a suo carico, ritenuto colpevole di aver rubato o forse tentato rubare in una campagna una melanzana, proprio così, una, del valore di venti centesimi e processato con tre gradi di giudizio, anche in assenza di denuncia del proprietario del terreno. Condanna in primo grado: 5 mesi di carcere e multa di 300 euro, pena ridotta in appello a 2 mesi di prigione e multa di 120 euro. Sentenza di assoluzione della Cassazione, ma dopo anni di ping-pong giudiziario che è costato allo Stato circa ottomila euro di spese legali per difesa e ricorsi, oltre al costo difficilmente quantificabile del lavoro svolto da giudici e cancellieri impegnati in quattro udienze di primo grado, una di appello e una di Cassazione. Anche questa è l’Italia.


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