Non c’è pane? Mangiate brioches! E’ questo l’ultimo slogan del sindaco arancione di Napoli, Luigi de Magistris, che ha orami deciso di dare un lifting alla sua giunta in senso decisamente festaiolo. E far regali a chi organizza frizzi, lazzi & kermesse d’ogni sorta.
Prima ‘NAlbero, la struttura natalizia dello scorso fine anno, affidato alla onnipresente Italstage, la quale è riuscita ad ottenere un maxi sconto sulla tassa di occupazione del suolo comunale. Ha versato appena 62 mila euro su un totale previsto di 283 mila. Era però stato stabilito che in caso di super ricavi la società avrebbe dovuto corrispondere una percentuale sul surplus: e così è stato, ma a palazzo San Giacomo sono finite le briciole, neanche 9 mila euro. Per cui la parte del leone l’ha fatto proprio Italstage, che ha realizzato un bel bottino da quasi 900 mila euro.
Ma la cuccagna non è finita e Italstage si è già presentata, lo scorso 10 aprile, con un altro progetto nel carniere: quello di ‘O Corno, ovvero il corno più lungo del mondo, rosso fuoco, la bellezza di 60 metri. Dovrà campeggiare sulla stessa Rotonda Diaz che ha ospitato ‘NAlbero per tutto dicembre e gennaio. Non basta: perchè il centro cittadino sarà disseminato di altri 12 cornetti firmati da artisti locali, 2 metri e 70 l’altezza per ciascuno. Ottimo e abbondante.
Osserva un operatore economico. “Incredibile che nessuno dica niente. Il Comune fa un bando di gara ma si sa già ora il nome di chi se lo aggiudicherà. Suona come una vera buffonata il bando fissato per il 5 luglio dove viene detto che ‘il Comune intende verificare se esistono altre idee alternative sul tema della scaramanzia’”.
Scendono sul piede di guerra comitati e associazioni, come Italia Nostra, il cui storico animatore, Guido Donatone, parla di solita pagliacciata alla partenopea, per l’eterna connotazione di Napoli come pizza, corna & mandolini.
A palazzo San Giacomo, comunque, gridano al miracolo: riusciamo a non sborsare un euro, nessun onere per queste manifestazioni è a carico dell’amministrazione. Ma gli incassi, tutti ai privati? L’incasso per l’occupazione di suolo diventa un optional, se viene scontato a tal punto? “Come del resto è stato sempre, fin dai concertoni in piazza del Plebiscito, con star che avrebbero potuto pagare ben di più visto che si facevano grossi incassi”, commentano in Comune.
Ma è fresco fresco, anzi caldo caldo, un altro appuntamento, il Pizza Village. Stavolta gli organizzatori hanno ottenuto uno sconto del 60 per cento sulla tassa di occupazione del suolo pubblico, un 15 per cento in più – secondo i rumors di palazzo San Giacomo – rispetto al Baccalà Fest di un mese fa.
Eppure per il municipio di Napoli si tratta di tempi bui. Pochi giorni fa, il 9 giugno, i magistrati della Corte dei Conti hanno bussato ai portoni per farsi consegnare conti & rendiconti, a quanto pare da bollino rosso. Si tratta di verificare bilanci da brividi, con un dissesto che può piombare, da un giorno al’altro, come uno tsunami e lo spettro dei commissari.
Anche il ragioniere generale del Comune lancia un sos: “l’attuale situazione economica e finanziaria dell’ente non consente la rinuncia ad alcuna entrata propria”.
Ed allora, come la mettiamo con gli sconti sul suolo? Qualcuno, all’Economato, prova un timida difesa: “lo sconto sulla tassa è previsto dal regolamento comunale per eventi di grande rilevanza per l’interesse pubblico”. Certo, pizza, corni e baccalà sono fatti di elevata cultura.
Ma almeno ci fate sapere in che misura e fino a quale limite si può far saldi con i soldi pubblici?
Nella foto Luigi de Magistris durante un comizio del suo movimento politico DEMA
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