POLICLINICO DI MODENA / IL GIALLO DELL’INCHIESTA SUGLI APPALTI ALLE COOP ROSSE

Giallo a Modena per il giro di tangenti al Policlinico. Sarà o no processo dopo la mole di indagini su appalti & corruzione? Da mesi l’istruttoria è chiusa e si è solo in attesa della decisione del gup circa il rinvio a giudizio degli imputati, una cinquantina. A dicembre abbiamo chiesto per mail al procuratore capo della procura modenese, Lucia Musto, di sciogliere il dubbio: “Sul caso Policlinico abbiamo notizie che risalgono a fine maggio 2016, quando è stato chiesto il rinvio a giudizio per una cinquantina di indagati. Leggiamo da un sito: ‘Sarà ora il giudice per le indagini preliminari a decidere chi dovrà andare a processo e chi invece sarà assolto’. Vorremmo sapere se il gup ha deciso e in che senso”.

Ecco la sintetica risposta: “Non c’è nulla da comunicare”. Sufficiente per capire che niente è stato deciso, a ben sei mesi di distanza. Come mai? Perchè un simile ritardo in una procura comunque non oberata da giganteschi carichi di lavoro? Staremo a vedere. Per ora ecco una ricostruzione dei fatti.

Vasco Giannotti. In apertura il Policlinico di Modena

Vasco Giannotti. In apertura il Policlinico di Modena

Le indagini partono tre anni fa, inizio 2014, affidate ai pm Pasquale Mazzei e Marco Nicolini. Riflettori puntati sull’ex direttore generale del Policlinico, Stefano Cencetti, che avrebbe gestito con molta allegria gli appalti, spartendoli fra le imprese amiche – un perfetto manuale Cencetti – in prevalenza coop rosse (sic). Tra gli imputati per una sfilza di reati che vanno dalla corruzione alla turbativa d’asta fino all’abuso d’ufficio figurano, oltre al dinamico manager, anche i vertici delle coop, da Giorgio Benedetti, procuratore e direttore commerciale del colosso Consorzio cooperative costruttori di Bologna, CCC per gli (ex) compagni; Roberto Olivi e Wainer Reggiani in rappresentanza della Coopservice di Reggio Emilia; Ruben Saetti come portabandiera del CMB di Carpi; Roberto Casari e Nicola Verrini, ex presidente il primo e ex direttore commerciale il secondo di un’altra corazzata griffata coop, CPL Concordia, che è indagata a Napoli per collusione con i Casalesi in merito agli appalti metaniferi in Campania, un macigno da novanta.

Non può mancare, ovviamente, il politico di riferimento, per il quale è ugualmente stato chiesto dai pm il rinvio a giudizio: si tratta di Vasco Giannotti, ex deputato prima pidiessino, poi diessino nel decennio 1992-2001, membro della commissione sanità della Camera, quindi big del settore in Toscana con la maglietta del Pd. Indagata anche la compagna, d’affetti e d’affari, Giorgia Artiano. Lo stesso, affiatatissimo tandem va in scena anche per un appalto al polo ospedaliero di Verona, cui prende parte il sempre ubiquo Ceccetti. Una story, stavolta, gestita tramite una sigla ad hoc, Gutemberg, impegnata nella promozione di un grosso evento nel settore sanitario a livello nazionale, il Forum Risk Management, che si tiene ogni anno ad Arezzo. Dinamicissima, Gutemberg, con la ciliegina sulla torta di una sigla, la Fondazione Sicurezza in Sanità, costituita nel 2009 nientemeno che con l’Istituto Superiore di Sanità e impegnata in business anche nei paesi africani.

Ecco un report d’agenzia sulla vicenda: “L’ipotesi della procura modenese è chiara: le ditte interessate agli appalti del policlinico pagavano le mazzette a Cencetti ma per coprirsi lo facevano sotto forma di regolari fatture contrattuali al Forum Risk. Era poi la Gutemberg a far arrivare i soldi a una società riconducibile alla moglie dell’ex direttore generale, la Acquatic. Questo ruolo di presunti intermediari vale anche il reato di riciclaggio”.
Schermata 2017-01-25 alle 19.59.48Sul fronte aretino, comunque, ecco un’altra pista da non poco. Che incredibilmente porta fino alla Banca dell’Etruria, a Panama e a lingotti d’oro. “Dal Centroamerica – scrive Fabrizio Boschi – arrivano a due banche di Arezzo 300 miliardi di dollari per l’acquisto di due tonnellate di oro. La DEA americana scopre un accredito sospetto di 50 mila dollari inviati da una banca di Atlanta ad una di Arezzo, denaro che sarebbe servito per l’acquisto di oro. Nei guai finiscono sei funzionari di tre banche sospettati di aver accettato addebiti e trasferimenti miliardari sospetti: Monte dei Paschi di Siena, Banca Etruria e Banca Popolare di Vicenza. Tra i mediatori aretini per sbloccare l’oro di Panama figura Vasco Giannotti”.

Cencetti, dal canto suo, non fa la fame. Uscito dal Policlinico di Modena, è passato – tanto per gradire – Ausl di Piacenza: secondo gli investigatori ha ottenuto l’incarico dopo “un colloquio fittizio”. Ma gli uffici piacentini gli andavano stretti: per questo è stato immediatamente ‘comandato’ alla Regione. Solo un co.co.co per contratto, ma non proprio noccioline come compenso: 182 mila euro l’anno.

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