SINDACI A MILANO / SALA E MAJORINO PRO GAY E BAZZANI COME FRANCESCO

Guerra fra Titani a sinistra in vista delle primarie Pd per la corsa alla poltrona di sindaco a Milano.

Sepolti ormai sotto la naftalina i trascorsi berlusconiani come city manager nel Comune targato Letizia Moratti e il grande feeling con l’ex Cavaliere via Ermolli, Giuseppe Sala è ormai il Beppe della periferie meneghine – che non ha mai frequentato in vita sua, giura chi lo conosce da trent’anni – il “compagno” che incontri sotto il caseggiato, il Che in soccorso dei più deboli, il Robin Hood dei quartieroni avvolti da nebbie & problemi.

“Milano città aperta”, proclama (mentre Rossellini piroetta nella tomba). E per chi non l’ha capito aggiunge: “Io sono di sinistra, una sinistra progressista. Ma l’esame del sangue non me lo faccio fare più”. Chiarissimo il programma, il compitino del bravo scolaretto letto ai microfoni di Maria Latella per Sky: “ambiente, mobilità, diritto alla casa, efficienza amministrativa, giovani, cultura e lavoro”. Dal foglio a quadretti a una scappatella da discolo il passo è breve. Ed ecco i Diritti civili ruggire nel suo petto, a base di “unioni gay”, un must nella sua agenda rossa: altro che l’arancione e vesuviano Luigi de Magistris che non sa neanche rappezzare le strade!

Ma su questo terreno il rivale della “sinistra sinistra”, Pierfrancesco Majorino, lo anticipa in tackle: “a Milano voglio un assessore espressione diretta del movimento Lgbt, una persona omosessuale, uomo o donna che sia, capace di raccontare la propria e la nostra idea di città anche a partire dalla propria biografia, fatica e lotte”. Ce ne potrebbero essere anche due, tre o quattro, dell’uno e dell’altro sesso, ma poco importa, all’assessore del Welfare (sic) all’ombra della Madunina, che predilige un Lgbt (?) doc. E chissenefrega di ogni competenza e minimi di fosforo (considerando l’onestà uno scontato – ma non dalle nostre parti – prerequisito): tutti optional. Intona il suo “nè con Sala ne con i salotti”, e aggiunge: “forse non sono apprezzato da questo mondo dei salotti, io punto sulla gente”. Su cui fida il Cerutti Gino del Giambellino, Beppino Sala. Due ventricoli a sinistra.

Francesca Balzani

Francesca Balzani

Gli stessi che manifesta – pur se sottovoce, in tono riservato come è nel suo stile – la pupilla di Pisapia e dei primi 130 intellettuali accorsi come uno stormo al suo ammaliante richiamo. Francesca Balzani, il fedelissimo assessore del sindaco uscente, raccoglie consensi come neanche papa Bergoglio, perchè gli Illuminati meneghini vedono in lei “l’unica in grado di parlare a tutte le culture e le esperienze che compongono l’area del centrosinistra”. Anche alle poche rondini che volano in cielo, ai colombi e ai passeri: proprio con un certo Francesco.

 

Nelle foto di apertura Pierfrancesco Majorino e, a destra, Giuseppe Sala

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