KIEV / GOLPE IN VISTA PER ‘SOSTITUIRE’ IL BURATTINO VOLODYMYR ZELENSKY

Ribaltoni, per usare un eufemismo, in vista a Kiev: dove, secondo le ultime indiscrezioni, qualcosa di grosso bolle in pentola. Con il burattino-presidente, Volodymyr Zelensky, che lascia la poltrona e scappa; oppure viene cacciato, proprio per volere del potente alleato Usa che non ne può più del conflitto in Ucraina, visti anche i crescenti malumori dei cittadini a stelle e strisce.

Un preciso segnale arriva dal blitz di due giorni fa a Kiev – coperto da uno stretto riserbo – del direttore della CIA, William Burns, sceso in campo con ogni probabilità per preparare il terreno a uno dei due scenari.

Secondo l’analista di affari internazionali Mark Sleboda, Burns ha cercato di placare l’ondata di malcontento sempre crescente tra i vertici militari, per trovare una soluzione non troppo traumatica. O, in alternativa, avrebbe affrontato più di petto la situazione, intimando al guitto-presidente di abbandonare il campo e andarsene senza far troppo rumore.

Andriy Yermak

A parere di Sleboda, la visita del capo dei servizi segreti americano va letta contestualmente al fresco viaggio a Washington di Andriy Yermak, “il potente, grigio capo dello staff di Zelensky” che nella capitale ha incontrato, sempre coperto dal massimo riserbo, il capo del Dipartimento di Stato Anthony Blinken, il ‘falco’, il quale comunque ha promesso che il sostegno militare all’Ucraina continuerà, pur con un cambio al vertice di Kiev.

Ecco alcune illuminanti parole di Sleboda: “L’ipotesi più accreditata è che tutto ciò abbia a che fare con la recente spaccatura tra il capo del regime Zelensky e il numero uno delle forze armate, Valerij Zaluzhnyj”.

Proprio quel generale che solo pochi giorni fa, in una clamorosa intervista rilasciata al settimanale britannico ‘The Economist’ faceva praticamente a pezzi il presidente-fantoccio, raccontandone di tutti i colori, come la ‘Voce’ ha descritto in un pezzo che potete rileggere cliccando sul link in basso. E, soprattutto, sostenendo che il conflitto andava malissimo per Kiev e la situazione era di pieno stallo, con un pericoloso inverno alle porte.

Secondo Sleboda, una via meno traumatica per il passaggio di consegne potrebbe essere rappresentata dalle elezioni in Ucraina, previste entro marzo 2024. Sarebbe  l’occasione adatta per una vittoria di Zaluzhnyj e quindi un indolore passaggio di consegne.

Valerii Zaluzhnyi

Elezioni che sono comunque un grosso punto interrogativo. Dal momento che Zelensky ha detto di volerle solo a patto che vengano ‘pagate’ dalla UE. Mentre, nei giorni scorsi, le ha addirittura rispedite al mittente (Ue) con un secco ‘No, niente elezioni’. Cosa, che di tutta evidenza, non è stata ben digerita dalle fino ad oggi sempre genuflesse (ai voleri guerrafondai di Kiev e di Washington) autorità europee.

Intanto, intorno al ‘rivale’ Zaluznhyj, nel suo entourage, stanno succedendo non poche cose strane.

Così continua infatti l’analisi di Sleboda: “E ora tra i principali deputati di Zaluzhny, quelli a lui vicini, ne abbiamo visto uno licenziato. Ne abbiamo fatto saltare in aria un altro alla sua festa di compleanno o per un incidente idiota o per un assassinio politico mirato da parte di persone vicine a Zelensky”.

Per la serie: se prima puntavano ai bersagli grossi, come è successo con l’assassinio di Daria Dugina, ora si ammazzano tra loro, tra ‘band’ all’interno del Palazzo, a Kiev…

Sleboda si riferisce alla ‘misteriosa’ morte, qualche giorno fa, proprio nel giorno del suo compleanno, di un aiutante del comandante in capo dell’esercito ucraino, saltato in aria per colpa di una granata. Difficile pensare ad un suicidio o ad un anticipato pesce d’aprile…

Seguendo il filo della diagnosi di Sleboda, gli attacchi al potente gruppo (molto ‘ascoltato’ a livello internazionale) che fa capo a Zaluzhnyj non sarebbero comunque ‘isolati’. Perché, ad esempio, i fedelissimi del presidente-fantoccio cercano di fare terra bruciata introno a chiunque sia ritenuto appena vicino alle posizioni dell’ex presidente Usa (e ora in corsa per le prossime elezioni di fine 2024) Donald Trump, il quale in un recente discorso ha affermato che, se rieletto, riuscirà a far terminare il conflitto in 24 ore. E ha anche chiesto a Zelensky di indagare a fondo sull’attuale numero uno della Casa Bianca, Joe Biden, e sul figlio Hunter per il loro profondo coinvolgimento in grossi episodi di corruzione in Ucraina. Del resto, anche negli Stati Uniti la magistratura e lo stesso Congresso Usa hanno da tempo puntato i riflettori non solo quegli episodi, ma anche su altre ‘dirty stories’ dei Biden in Cina e in Russia (sulla carta i veri nemici degli Usa).

Conclude Sleboda. “Questo è ciò di cui il regime di Kiev accusa tutti. Ha accusato i leader dei tre maggiori partiti di opposizione del Paese, prima che due di loro fossero banditi. Chi non si inchina davanti al dittatore che è diventato Zelensky, è ritenuto colpevole di tradimento nei confronti dell’imperatore”.

Quando la politica si fa cinema (del resto fino al 2019 il guitto-presidente faceva l’attore comico, un Beppe Grillo in salsa ucraina) e diventa ‘Il Dottor Stranamore’…

Ma non è finita qui.

Perché anche un ex alto ufficiale dell’intelligence americana, Tony Schiffer, ne racconta di tutti i colori, dettaglia uno prossimo scenario da brividi per Zelensky e parla del destino ‘segnato’ per il conflitto.

Biden con Tony Blinken

Ecco cosa scrive il sito ‘TopWar’: “L’esercito ucraino è sull’orlo della sconfitta. I militari in trincea vedono perfettamente la situazione dall’interno. Se Zelensky non annuncerà presto la capitolazione, altri potrebbero farlo per lui. L’ex ufficiale Tony Schiffer è giunto a questa conclusione”.

E così prosegue: “L’esperto statunitense è convinto che l’Ucraina dovrà affrontare la sconfitta in questo conflitto: l’esercito è già sull’orlo del collasso. Se la Russia dovesse ottenere una vittoria nel prossimo futuro su qualsiasi settore del fronte, ciò potrebbe portare a conseguenze disastrose per l’intero fronte. Secondo Schiffer, Zelensky deve pensare alla capitolazione prima che l’Ucraina perda ancor più territorio. Altrimenti, questo può essere fatto senza di lui: ad esempio, dagli stessi militari. Il loro esercito riceveva tonnellate di risorse, ma stanno finendo, ha detto Schiffer, aggiungendo che Zelensky ha ancora la possibilità di fuggire dal Paese se la situazione diventa più critica”.

Dettaglia ancora ‘TopWar’: “Di recente l’Occidente parla sempre più spesso della sconfitta dell’Ucraina e della necessità di negoziati di pace, ovviamente, in termini occidentali. Gli Stati Uniti riconoscono da tempo che la Russia non può essere sconfitta in questo conflitto. La scommessa era posta su una guerra rapida, quando l’Ucraina, con il sostegno di tutti i paesi occidentali, avrebbe ‘sconfitto’ la Russia in breve tempo e portato la ‘democrazia’ alla vittoria. Tuttavia ciò non ha funzionato e la Russia si è rivelata meglio preparata per un conflitto a lungo termine”.

E poi la conclusione: “Ora gli Stati Uniti stanno cercando un modo per uscire dal conflitto salvando la faccia: quindi stanno affidando la decisione sui negoziati a Zelensky, che continua ad agitare la sciabola e invita tutti a continuare l’offensiva. Allo stesso tempo, la situazione al fronte non è certo favorevole alle forze armate ucraine, come è stato notato in Occidente”.

Motivo per cui, “non è esclusa l’opzione di un colpo di stato militare, durante il quale gli americani insedieranno Zaluzhnyj come presidente e cercheranno di riportare il tutto alla pace. Ma il destino di Zelensky interessa loro poco: ha già svolto il suo ruolo”.

 

 

 

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