VOLODYMYR ZELENSKY / SPUTTANATO DAI ‘SUOI’ VERTICI MILITARI E DILEGGIATO NEL ‘SUO’ OCCIDENTE

Il guitto-presidente ucraino Volodymyr Zelensky, per settimane privato delle luci della ribalta per via del conflitto in Ucraina, cerca di tornare con prepotenza sulla scena.

Se Vladimir Putin vince attaccherà subito dopo la NATO”, è il primo rombo di tuono.

Se Donald Trump dice che se vince le elezioni fa subito la pace in 24 ore, lo invito a venire qui e vedere di persona cosa succede”.

Gli dà subito retta il Commissario UE Ursula von der Leyen che, come un perfetto maggiordomo, fa un blitz a Kiev per abbracciare l’amato presidente, rinnovare il costante e sempre più massiccio aiuto nel conflitto e ribadire: “Kiev sta compiendo ottimi progressi verso il suo prossimo ingresso nella UE”. Cin cin.

Peccato che a turbare tanta euforia arrivino non troppo incoraggianti segnali dal fronte militare, dove parecchi generali, anche di altissimo rango, smentiscono in modo clamoroso il ‘loro’ presidente-burattino.

Valerii Zaluzhnyi

In prima linea – è proprio il caso di dire – c’è il numero uno delle forze militari ucraine, ossia il capo dell’esercito di Kiev, il potente (e molto considerato all’estero) Valerii Zaluzhnyi, che in una dirompente intervista rilasciata a ‘The Economist’ ne racconta di tutti i colori.

Eccone la sostanza.

Comincia con un mea culpa: “Pensare che la Russia potesse essere scoraggiata infliggendo perdite alla sue truppe è stato un mio errore”.

A suo parere “la guerra è diventata posizionale”, “siamo in una situazione di totale stallo” e occorre fare subito cinque mosse per recuperare il terreno perduto: acquisire superiorità aerea sul nemico; neutralizzare i campi minati per un’azione di sfondamento; potenziare la controbatteria; assicurare un efficace addestramento delle riserve; accrescere il potenziale della guerra radio-elettronica.

Se vi par poco…

E, soprattutto, dà un ceffone politico al suo presidente-pupazzo, quando punta i riflettori sulle “lacune legali e amministrative” che permettono a molti giovani ucraini di sottrarsi alle loro responsabilità militari, evitando la leva, l’arruolamento e invece iscrivendosi in massa all’università.

In sostanza, dalle sue parole emerge un senso di ‘forte stanchezza’ che cresce nel popolo ucraino: proprio quella ‘stanchezza’ di cui parlava Giorgia Meloni nell’intervista-scoop dei due comici russi che ha fatto il giro del mondo.

E’ partito subito, per ordine del sempre più invasato Zelensky, l’ordine di controbattere all’offensiva del ‘comandante’, assegnata a un fedelissimo, l’ambasciatore straordinario e plenipotenziario a Kiev (da dove non si è mosso per tutto il conflitto), Ihor Zhovkva.

Ihor Zhovkva

Queste le sue irose parole: “Se fossi un militare, probabilmente l’ultima cosa che farei è commentare alla stampa e al pubblico ciò che sta accadendo al fronte, ciò che potrebbe accadere al fronte e le possibili opzioni, perché in questo mondo semplifichiamo il lavoro dell’aggressore”.

E aggiunge, in modo sibillino: “Se riusciamo a raggiungere il successo in questo modo, allora forse si tratta di un piano strategico molto profondo. Ma mi sembra molto strano…”.

Nota quindi che forse obiettivo del generale è quello, con le sue parole, di “diffondere il panico tra gli alleati”, mentre si dichiara certo che “tutto è stato letto con molta attenzione a annotato al Cremlino”.

Ma quello del super-comandante in capo delle forze ucraine non è certo un caso isolato tra gli alti ranghi militari.

Oleksii Arestovych

Uno dei migliori siti sul fronte internazionale, ‘Global Research’, fa un esempio molto simile. Ecco cosa viene scritto in un reportage del 2 novembre: “Oleksii Arestovych, ex capo di stato maggiore di Volodymyr Zelensky, ha descritto il presidente ucraino come un ‘dittatore’ che è ‘divorziato dalla realtà’ in relazione al modo in cui ha reagito all’operazione militare speciale russa da quando è iniziata nel febbraio 2022. Ha scritto l’ex consigliere su X (ex Twitter): ‘In primo luogo, qualcuno si comporta come un dittatore e, invece di seguire il percorso normale di sviluppo accelerato, sceglie la stagnazione. Allora qualcuno genera una massiccia corruzione. Allora qualcuno genera odio per qualsiasi opinione diversa dalla propria. E poi – un anno e mezzo dopo – arriva l’autunno, sia nei rapporti con l’Occidente che con il nostro stesso popolo. E non importa quanto neghi la realtà, non se ne va”.

Anche ‘Time’ riporta pareri e sensazioni dello stretto entourage del presidente-guitto. Ne riferisce un pezzo del nostro ottimo sito ‘Renovatio 21’ (lo potete leggere ciccando sul link in basso) titolato “Gli assistenti di Zelensky credono che sia ‘delirante’: lo scrive Time’.

Ciliegina sulla torta, arriva dagli Stati Uniti uno sferzante commento del colonnello di tante battaglie a stelle e strisce, Douglas McGregor (di cui la ‘Voce’ ha spesso riportato i pareri). Scrive il sito ‘TopWar’: “McGregor ha ricordato che solo pochi mesi fa Zelensky era considerato in Occidente una sorta di eroe capace di ‘salvare l’Europa dalla Russia’. Tuttavia, attualmente è disprezzato. Zelensky è diventato oggetto di scherno e con lui è finita. Ora possiamo solo immaginare quanto tempo manca prima che il presidente ucraino parta per una delle sue ville a Miami, Venezia o altro”.

Sbaglia solo in un dettaglio geografico il bersaglio, McGregor: la villa italiana del presidente-guitto non è a Venezia, ma a Forte dei Marmi. A meno che negli ultimi mesi non abbia fatto un colpaccio anche nei paraggi di piazza San Marco….

Ma ecco, a seguire, un reportage pubblicato il 2 novembre dal ‘The Libertarian Institute’ che effettua una minuziosa e illuminante radiografia di quanto abbiamo sopra sommariamente descritto. Già dal titolo se ne capisce il senso: “Volodymyr Zelensky è in un mare di guai” (“Volodymyr Zelensky is in a Sea of Troubles”), firmato da Ted Snider. Lo pubblichiamo per intero già tradotto in italiano; ma per vedere il testo originale basta cliccare sul link in basso.

 

 

 

Volodymyr Zelenskyj è in un mare di guai

di Ted Snider  

 

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj si trova ad affrontare due problemi sul fronte estero che hanno ricevuto molta attenzione da parte dei media.

Il primo è che in realtà il suo Paese riceve molta meno attenzione da parte dei media. Nell’ultimo mese, l’attenzione internazionale è stata spostata dalla sua guerra a un’altra.

La seconda è che sta affrontando una crescente resistenza nella Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. Il piano del presidente Joe Biden di collegare insieme gli aiuti all’Ucraina e gli aiuti a Israele è sia una manovra tattica per garantire il continuo sostegno del Congresso all’Ucraina, sia un’ammissione che tale sostegno non può più essere dato per scontato.

Ma il fatto è che Zelenskyj si trova ad affrontare un mare di problemi, non solo provenienti dalle coste straniere, ma anche da quelle nazionali. Questo cambiamento epocale proviene dalla sua cerchia ristretta, dai cittadini ucraini e dal campo di battaglia.

Un piccolo numero di attuali ed ex membri della cerchia ristretta di Zelenskyj hanno reso pubbliche le critiche preoccupanti nei confronti del presidente.

La rivista Time riferisce che di fronte alle “battute sul campo di battaglia” – un eufemismo per la disastrosa controffensiva – la “credenza di Zelenskyj nella vittoria finale dell’Ucraina sulla Russia si è irrigidita in una forma che preoccupa alcuni dei suoi consiglieri”, affermando, con preoccupazione, che “si avvicina al messianico.” Uno dei “più stretti collaboratori” di Zelenskyj ha detto che Zelenskyj “si illude”. L’assistente si lamentò: “Non abbiamo più opzioni. Non stiamo vincendo. Ma prova a dirglielo.”

La posizione ossificata di Zelenskyj, dicono alcuni dei suoi collaboratori, ha danneggiato la capacità della sua amministrazione di essere flessibile e di adattare la propria strategia alla realtà in evoluzione. Per Zelenskyj, negoziare un accordo diplomatico con la Russia rimane un “tabù”.

Consapevole che l’ancora di salvezza delle armi provenienti dall’occidente politico potrebbe esaurirsi nel tempo, Zelenskyj ha “intensificato la produzione di droni e missili”, come se l’Ucraina potesse resistere alla Russia da sola senza gli Stati Uniti e i suoi partner. Tutto questo mentre Zelenskyj ammette allo stesso tempo che senza l’aiuto degli Stati Uniti “perderemo”. Recentemente ha insistito affinché le forze armate ucraine avanzassero ogni giorno da 500 metri a un chilometro, a dispetto della realtà del campo di battaglia.

In una seconda storia che ha ricevuto meno attenzione, l’ex ministro degli Interni ed ex procuratore generale dell’Ucraina Yuriy Lutsenko ha dichiarato al quotidiano tedesco Die Welt che, nonostante sia un “presidente di successo” e un brillante attivista, nessuno parla della realtà che in nell’Ucraina apparentemente democratica, “Zelenskyj governa come un unico autocrate decisionale” che “prende le decisioni da solo”.

Lutsenko afferma che “la libertà di parola e la libertà di stampa sono molto seriamente limitate”. Dice che la censura si applica non solo a questioni di difesa e sicurezza, ma a “dibattiti politici… A molte voci semplicemente non è permesso di essere ascoltate sugli schermi televisivi”.

Zelenskyj potrebbe anche trovarsi ad affrontare per la prima volta un indebolimento del sostegno popolare. Un recente sondaggio finanziato dall’USAID condotto dall’International Republican Institute ha rilevato che il 42% degli ucraini approva fortemente Zelenskyj rispetto al 58% di aprile.

E le cattive notizie non arrivano solo dal suo circolo politico più ristretto e dai sondaggi di popolarità, ma anche dal conflitto con i suoi generali.

Gli assistenti di Zelenskyj hanno detto al Time che, prima dell’inverno, ci sarebbero stati “importanti cambiamenti nella strategia militare” e che almeno un “generale anziano responsabile della controffensiva” sarebbe stato licenziato. Secondo quanto riferito , Zelenskyj è in conflitto con i suoi generali, compreso il suo generale di punta, Valerii Zaluzhny, per le richieste di difendere Bakhmut e Avdiivka a tutti i costi. La leadership militare vede la difesa di queste città come un errore strategico che divorerà soldati, artiglieria ed equipaggiamento.

Uno stretto collaboratore di Zelenskyj ha detto al Time : “Alcuni comandanti in prima linea hanno iniziato a rifiutare gli ordini di avanzare, anche quando provenivano direttamente dall’ufficio del Presidente”. Un alto ufficiale militare ha difeso i comandanti in prima linea, dicendo che non hanno scelta poiché “gli ordini dall’alto” sono, a volte, scollegati dalla realtà del campo di battaglia. In ottobre Zelenskij chiese la cattura della città di Horlivka. I comandanti sul campo hanno chiesto: “Con cosa?” Hanno obiettato che “non hanno né gli uomini né le armi”.

E questa è la quarta ondata di guai per Zelenskyj. La guerra non sta andando bene. Il punto non è solo che la controffensiva – nella quale tutto era riposto – è fallita, ma che l’Ucraina potrebbe ora trovarsi ad affrontare una controffensiva russa. La strategia russa di combattere sulla difensiva e divorare truppe ed equipaggiamenti ha lasciato le forze armate ucraine impoverite vulnerabili a una controffensiva russa. La controffensiva potrebbe essere già iniziata.

La Russia sta ora gradualmente guadagnando terreno su molti fronti; niente di più importante della città di Avdiivka, una città massicciamente fortificata appena a nord della città di Donetsk che l’Ucraina difende dal 2014. Ci sono rapporti secondo cui la perdita di Avdiivka da parte delle forze russe potrebbe essere imminente. Ora è confermato, anche con il riluttante riconoscimento da parte dell’Ucraina, che la Russia ha saldamente catturato un pezzo di terra elevato chiamato Scorie, una posizione strategicamente importante che garantisce il controllo dell’artiglieria russa sulla città e sulla principale via di rifornimento dell’Ucraina.

Come in precedenza a Bakhmut, l’Ucraina sta ora subendo sconcertanti perdite ad Avdiivka. Contro il consiglio dei suoi generali, Zelenskyj si sta impegnando al massimo nella sua difesa, ridistribuendo persino le truppe dal fronte meridionale ad Avdiivka, indebolendo la controffensiva dell’Ucraina altrove. Questo impegno ha portato alcuni analisti a concludere che Avdiivka potrebbe essere la battaglia cruciale e decisiva della guerra. Se la Russia riuscisse a prenderlo, dicono, potrebbe essere l’inizio della fine della guerra.

La cattura di Avdiivka potrebbe provocare il crollo di una linea del fronte di trenta miglia. L’intero fronte del Donbass potrebbe “andare in frantumi come vetro”, consentendo alle forze russe di avanzare ulteriormente a Donetsk e rafforzare i confini del territorio annesso.

La guerra si è rivoltata così duramente contro l’Ucraina, e le perdite sono state così grandi, che uno stretto collaboratore di Zelenskyj ha detto al Time che anche se gli Stati Uniti avessero dato all’Ucraina tutte le armi di cui aveva bisogno, “non avrebbero gli uomini per usarle. ”

Alla perdita di vite umane è corrisposta la perdita di attrezzature. Forbes riferisce che l’Ucraina ha perso sei carri armati Leopard solo la scorsa settimana. Ne avevano già persi almeno sei, pari, secondo Forbes , a un quinto dei Pardi assegnati. Negli ultimi giorni si è assistito anche a una massiccia perdita di aerei. Il 25 ottobre, il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu ha dichiarato che la Russia aveva abbattuto ventiquattro aerei solo negli ultimi cinque giorni. L’analista militare Stephen Bryen afferma che rapporti non confermati dalla Russia dicono che la Russia ha abbattuto ventiquattro aerei intercettori MiG-29 di quarta generazione in ottobre.

Mentre il mondo distoglie lo sguardo dall’Ucraina, Zelenskyj si trova ad affrontare critiche e inconvenienti da ogni angolazione in quello che potrebbe essere il momento più decisivo della guerra.

 

 

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