CSM – UNA VOCE FUORI DAL CORO NELLA GUERRA PER BANDE TRA CORRENTI

Pubblichiamo integralmente l’articolo apparso oggi sul quotidiano Il Dubbio diretto da Piero Sansonetti. Un pezzo che la dice lunga su quello che è già accaduto e su cosa ci riserva il (sempre più fosco) futuro del Sistema Giustizia in Italia.

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Tema troppo controverso: il Csm ha deciso di rinviare a settembre la discussione sul documento presentato dalla commissione Scotti, l’organismo istituito dal ministro Andrea Orlando che ha proposto una riforma del sistema per l’elezione dei togati al Consiglio superiore. Da anni sono allo studio meccanismi elettorali che permettano di contrastare le “degenerazioni correntizie” e di impedire le “indebite interferenze dei gruppi associativi”. A parole sono tutti d’accordo, cominciando proprio dal presidente dell’Associazione nazionale magistrati Piercamillo Davigo, nel ritenere non più rinviabile una riforma sul punto, ma nei fatti la soluzione pare alquanto lontana.

Una voce fuori dal coro, in questi anni, è stata quella del Comitato Altra Proposta. Un gruppo di magistrati che della lotta al sistema correntizio ha fatto il proprio cavallo di battaglia. In un loro documento si legge: «Denunciamo le anomalie dell’attuale sistema associativo, omologato nei metodi a quello partitocratico, che influenza pesantemente il Csm, vincolandone la composizione, oltre che l’operato, a rigide logiche di appartenenza (nella selezione dei dirigenti degli uffici giudiziari e dei fuori ruolo, nel sistema disciplinare ed in ogni altra occasione di intervento) ». E poi: «A fronte della perdita di credibilità del Csm, i vertici associativi appaiono protesi unicamente a salvaguardare le prerogative dell’attuale sistema correntizio ed i privilegi già acquisiti: riteniamo sia venuto il momento di far assumere alla protesta una connotazione costruttiva».

Schermata 2016-06-17 alle 11.18.59La soluzione è presto detta: «Una proposta alternativa al sistema delle correnti all’interno dell’Associazione Nazionale Magistrati, ripudiando i metodi dei gruppi organizzati oggi esistenti che hanno prodotto le attuali degenerazioni, per proporre, non una nuova corrente in seno all’Anm, ma uno strumento – sotto forma di comitato di scopo – da mettere a disposizione di tutti quei magistrati che, appartenenti o meno ai gruppi associativi, intendano adottare iniziative volte a reagire all’attuale uso del potere interno».

Interpellata dal Dubbio, la portavoce del Comitato Altra Proposta, il giudice presso il Tribunale di Pisa Milena Balsamo, fa subito una premessa: «Noi vogliamo ricondurre le correnti, patrimonio storico-culturale dell’Anm, al loro originario ruolo: quello di essere centri di elaborazione culturale indispensabili alla democratica affermazione dell’indipendenza interna e dell’autonomia che rappresentano le prerogative fondamentali della magistratura». E per tale ragione, aggiunge la giudice Balsamo, «siamo per il sorteggio come sistema di selezione dei candidati al Csm».

Le correnti sono il problema principale della magistratura?
Per capire a che punto siamo arrivati, suggerisco la lettura del libro scritto dall’ex togato Aniello Nappi Quattro anni a Palazzo dei Marescialli. Idee eretiche sul Consiglio Superiore della Magistratura, dove sono descritti il sistematico ‘abuso d’ufficio’, la ‘violazione delle regole’ e i ‘favoritismi’ per gli amici.

Lei ritiene che la magistratura abbia perso di credibilità a causa della cosiddetta deriva correntizia?
Si, e questo perché le correnti si sono trasformate in centri di potere che condizionano, secondo strettissime logiche di appartenenza, ogni scelta di autogoverno della magistratura, a cominciare dalla selezione dei magistrati dirigenti.

La vostra soluzione è il sorteggio?
Certo, fra tutti i magistrati che hanno diritto di voto per il Csm, se ne sorteggiano 60 fra i giudici, 24 fra i pubblici ministeri e 12 fra quelli che esercitano funzioni di legittimità. Fra questi, tramite delle primarie telematiche, verranno scelti i futuri componenti del Csm. Quindi, non ci si limita a ‘tirare a sorte’ i nominativi dei consiglieri, poiché quelli sorteggiati per primi dovranno comunque sottoporsi alla volontà dell’elettorato, che potrà escluderne alcuni, in quanto i candidati, diversamente da quanto accade adesso, saranno comunque in numero superiore ai posti da ricoprire. Attualmente, invece, nelle finte elezioni che da anni le correnti gestiscono vengono presentati un numero di candidati uguale a quello dei possibili eletti.

Una soluzione ‘grillina’, potrebbe essere la controdeduzione: potrebbero rispondervi che chi viene selezionato in questo modo non è ‘all’altezza’ del compito.
Non è vero. Chi in questi anni si è candidato al Csm, ed è stato eletto, quasi mai aveva una conoscenza dell’organizzazione giudiziaria superiore a quella degli altri colleghi, conoscenza peraltro facilmente accessibile a qualsiasi operatore del diritto.

Quali benefici porterebbe il sorteggio?
Un magistrato indipendente ed imparziale che sarà sicuramente in grado di svolgere il compito di alta amministrazione che la Costituzione gli attribuisce: moltissimi bravi giuristi non appartengono ad alcuna corrente e magistrati imparziali sono per lo più proprio quelli che non aderiscono ai gruppi associati.

Secondo lei è realizzabile?
Sono molto scettica. Ma non dispero.

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