BELLISSIMA

Cronaca e finzione cinematografica, un unico tema per riflettere sulla vulnerabilità dei bambini e il ricordo di un capolavoro firmato da Luchino Visconti. Racconta di una madre, nel set Anna Magnani, che pensa al riscatto sociale della piccola figlia immaginandola protagonista di un film di Blasetti. Spende il poco che ha e di più, per presentare al meglio la bimba, sottoposta a un provino. Un disastro. La piccola Maria, timidissima, piange disperatamente e la madre si rassegna al fallimento delle sue aspirazioni. Colpo di scena: Blasetti voleva per il film una bambina piagnucolosa e le offre di partecipare al cast. Nella coscienza di Maddalena, la mamma, si fa strada il pentimento per aver forzato la piccola e rifiuta la proposta del regista.

Nella foto un’immagine da “Bellissima”

 

UN TANTO A FOTO

Tutt’altro esito propone la vicenda di Valentina, Valentina Capri, australiana con cognome italiano. Lei ha due anni e la sua immagine (è molto bella) finisce su Instagram, sito fotografico con un considerevole numero di contatti. Per lei in poco tempo migliaia di “mi piace” e anche qualche incursione di molestatori via internet. Gli stilisti specializzati in abbigliamento infantile remunerano con cifre allettanti l’intraprendente madre-manager ogni volta che la bimba è immortalata con i loro abiti firmati. Insomma le vie della libido che spinge e madri e padri a far violenza sui figli sono infinite. Basti, uno per tutti, l’assurdo fanatismo di genitori che opprimono i figli perché diventino calciatori, cantanti, attori, quasi sempre per assecondare la propria frustrazione per non essere  diventati ricchi e famosi.

 

AL FREDDO E AL GELO

La mappa delle violenze subite dai bambini nelle scuole materne e negli asili nido si ingrandisce con una frequenza da brividi. Lo scenario, sempre uguale a se stesso, viene alla luce grazie al racconto dei bambini brutalizzati e alle telecamere nascoste che riprendono maestre nell’atto di insultarli e picchiarli. Succede a Pavullo in un asilo, dove una “strega” a cui sono affidati bambini in età prescolare si è resa responsabile di maltrattamenti, insulti e bestemmie, punizioni sadiche. Una per tutte inflitta tenendo una bambina fuori della scuola, al freddo, d’inverno, nella località situata a settecento metri di altezza. La brutalità di maestre, infermieri e badanti su bambini e anziani, cioè su soggetti deboli, indifesi, è materia di denunce quasi sempre tardive che purtroppo non sanano i danni fisici e mentali procurati. Ultimo il caso di Francesco Nuti, lo sfortunato regista colpito da mali gravi, paralizzato sulla sedia a rotelle, che in momento di lucidità ha chiesto aiuto con un biglietto per sottrarsi alle angherie del badante. La ragione di tanta disumanità? Molto probabilmente la conseguenza di una società che premia egoismo, prevaricazioni e, appunto, violenza.

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