VACCINI / MAXI BUSINESS, POLITICI COMPRATI, CONTROLLORI COLLUSI, CENSURE SUGLI EFFETTI AVVERSI. UN MIX ESPLOSIVO    

Non la classica inchiestona su Covid e le sue origini, vaccini tradizionali o a RNA messaggero, effetti avversi, le politiche governative sulla pandemia, oppure i mega interessi delle aziende farmaceutiche, le star di Big Pharma come ‘Pfizer’ e ‘Moderna’.

Ma una serie di news, di riflettori che cerchiamo di (ri)accendere  su quei temi. Una sfilza di flash che aggiornano i fatti e consentono di vedere l’altra faccia della medaglia, quella regolarmente oscurata, censurata e nascosta dal mainstream e dalle stesse politiche ‘censorie’ attuate in molti Paesi.

 

BIG PHARMA COMPRA I CONGRESSISTI USA

Partiamo dagli States, dove storicamente ha avuto un grosso peso ‘politico’ il settore farmaceutico, che negli ultimi anni ha versato montagne di dollari ai membri del Congresso Usa. Soldi un tempo equamente suddivisi tra repubblicani e democratici, mentre da una dozzina d’anni la bilancia pende decisamente sul fronte Dem: e Joe Biden ne ha potuto lautamente e ‘lecitamente’ profittare, perché negli Usa il ‘lobbismo’ e il finanziamento ai partiti è abbondantemente previsto e regolamentato.

Big Pharma quindi largamente in testa, avendo superato in tromba i due ‘storici’ settori, fino ad una decina d’anni fa, dominanti: l’industria petrolifera e, ancor più, quella delle armi.

Ma veniamo ai giorni nostri e alle news a stelle e strisce.

Eccoci ad un fresco studio condotto da ‘STAT’, così definito dagli addetti ai lavori: “non è un giornale, ma una struttura investigativa e sito di notizie americano, lanciato nel 2015 da John W. Henry, il proprietario di ‘The Boston Globe’, testata diventata famosa anche negli altri continenti per l’indagine del gruppo investigativo ‘Spotlight’ (è valsa agli autori il premio Pulitzer ed è stata fonte del film da Oscar ‘Il caso Spotlight’) che scoperchiò la pedofilia nelle parrocchie della Chiesa Usa per poi allargarsi a tante altre nazioni”.

E qual è l’ultima grossa rivelazione made in STAT? Che i due terzi dei parlamentari Usa ricevono lauti finanziamenti delle industrie farmaceutiche, oltre il 70 per cento. L’ultimo assegno incassato dai membri del Congresso è del 2000. Su 100 senatori che formano la Camera Alta, 72 hanno ricevuto fondi da Big Pharma. Su 441 deputati della Camera Bassa, il numero esatto è di 302.

Commenta l’autore dell’inchiesta, Lev Facher: “L’ampiezza della spesa evidenzia la continua influenza dell’industria farmaceutica a Washington. E la sua attenzione si è concentrata in modo massiccio su quei congressisti che fanno parte di ‘comitati chiave’ che sovrintendono alla legislazione sanitaria. Pochissimi candidati che hanno accettato i soldi dell’industria farmaceutica hanno finito per perdere la rielezione”.

Dollari ben investiti, dunque.

Continua il reporter: “Anche dopo anni di critiche da parte del Congresso e della Casa Bianca sui prezzi elevati, rimane una routine per i funzionari eletti che regolano il settore sanitario accettare somme a sei cifre”.

STAT, addirittura, ha messo a disposizione una mappa interattiva  che consente ai lettori-cittadini di visualizzare i contributi singoli dell’industria farmaceutica, suddivisa per Stati e distretti congressuali.

 

ECCOCI AI ‘TWITTER FILES’

Passiamo ai ‘Twitter Files’, una vera miniera di notizie da quando il nuovo proprietario Elon Musk ha deciso una ben diversa   politica aziendale, improntata alla trasparenza e soprattutto al disvelamento dei meccanismi ‘censori’ praticati in passato, in profonda collusione con la Casa Bianca e la sua politica, soprattutto in campo sanitario, per la regia di Anthony Fauci, oggi indagato dai procuratori generali della Louisiana e del Missouri, come la Voceha più volte sottolineato.

Elon Musk

Il giornalista investigativo e collaboratore di ‘The Intercept’, Lee Fang, ha appena pubblicato un articolo sui ‘Twitter Files’ in cui rivela come l’industria farmaceutica abbia esercitato pesanti pressioni sul social network per censurare i contenuti che riguardavano l’utilizzo di ‘vaccini generici’ contro il Covid: penalizzando chi, in sostanza, voleva saperne di più sui ‘concorrenti’ delle star di Big Pharma.

Secondo Lee Fang, “la campagna prevedeva pressioni dirette da parte dell’azienda tedesca BionTech, che ha sviluppato il suo vaccino con Pfizer. L’obiettivo era quello di censurare attivisti e medici che chiedevano la produzione di vaccini generici a basso costo”.

Continua il reporter: “I giganti farmaceutici hanno visto questa crisi come una colossale opportunità per ottenere profitti senza precedenti e hanno cercato di fare in modo che i gruppi di pressione bloccassero qualsiasi tentativo di condividere i brevetti per nuovi preparati contro il coronavirus, che fossero terapie o vaccini”.

E ancora: “All’epoca la ‘Biotechnology Innovation Organization’ (BIO) – il gruppo di pressione che rappresenta le aziende biofarmaceutiche, tra cui Moderna e Pfizer – si appellò al neoeletto governo statunitense di Joe Biden, chiedendo che le autorità sanzionassero qualsiasi Paese che suggerisse di creare tali farmaci o vaccini. Come misura separata, BIO ha contribuito con 1.275.000 dollari a una campagna speciale di moderazione – leggi censura – dei contenuti chiamata ‘Stronger’, progettata dall’appaltatore ‘Public Good Projects’, che ha aiutato Twitter a stabilire regole di moderazione dei contenuti in merito alla ‘disinformazione’ sul Covid-19”.

Da trasecolare.

 

EFFETTI AVVERSI? GIA’ STRA-PREVISTI A INIZIO 2020

Passiamo ad una terza ‘chicca’ che riguarda gli ‘effetti avversi’, già ben previsti fin dal 2020, e invece sempre ultra-minimizzati da governi e virologi taroccati (o al servizio di Big Pharma).

La ‘prova’ arriva da una gara d’appalto indetta nell’autunno 2020.

A segnalarla è la piattaforma di contro-informazione ‘Byoblu’ che scrive: “Il 14 settembre 2020, più di tre mesi prima dell’avvio della campagna vaccinale, la MHRA, cioè l’Agenzia regolatrice dei farmaci della Gran Bretagna, ha siglato un contratto con un’azienda americana che produce software, la ‘Genpact’. Il contratto è stato stipulato in relazione ad una gara d’appalto urgente per la fornitura di servizi informatici per la gestione dell’atteso numero di segnalazione di effetti avversi. La questione emerge da un sito ufficiale dell’Unione Europea, il TED (Tenders Electronic Daily): il supplemento della Gazzetta ufficiale dell’Unione europea dedicato agli appalti pubblici Ue. Il 23 ottobre 2020 viene pubblicato un avviso di aggiudicazione dell’appalto: amministrazione aggiudicatrice: MHRA buyer organisation; denominazione: SafetyConnect-intelligenza artificiale; valore totale: 1,5 milioni di sterline”.

E viene poi descritto il servizio che verrà fornito: “Per motivi di estrema urgenza – si legge – relativi al rilascio di un vaccino Covid-19, l’MHRA ha accelerato l’approvvigionamento e l’implementazione di uno strumento in intelligenza artificiale specifico per il vaccino. Strettamente necessario: non è possibile aggiornare i sistemi informatici in uso all’MHRA per gestire il volume di ADR, cioè reazioni avverse al farmaco, che saranno generate dal vaccino. Pertanto, se le l’MHRA non implementa lo strumento di intelligenza artificiale, non sarà in grado di elaborare efficacemente queste ADR. Ciò ostacolerà la sua capacità di identificare rapidamente qualsiasi potenziale problema di sicurezza con il vaccino Covid-19 e rappresenta una minaccia diretta per la vita dei pazienti e per la salute pubblica. Motivi di estrema urgenza: l’MHRAriconosce che il suo processo di appalto pianificato per il programma SafetyConnect, incluso lo strumento di intelligenza artificiale, non si sarebbe concluso con il lancio del vaccino. Portando all’incapacità di monitorare efficacemente le reazioni avverse al vaccino Covid-19. Eventi imprevedibili: la crisi del Covid-19 è una novità e finora gli sviluppi nella ricerca di un vaccino contro il Covid-19 non hanno seguito alcuno schema prevedibile”.

In poche righe la società britannica regolatrice dei farmaci (l’equivalente europeo dell’EMA) ne racconta di tutti i colori.

Primo: è previsto un massiccio numero di effetti avversi.

Secondo: la MHRA riconosce di non essere in grado di monitorare con efficacia la mole di eventi che si verificheranno. Tutto ciò – scrive testualmente – rappresenta “una minaccia diretta per la vita dei pazienti e la salute pubblica”. Last but not least, viene detto in modo che più esplicito non si può che questi vaccini “non hanno seguito alcuno schema prevedibile”.

Può bastare?

Un atto di accusa in piena regola, che arriva addirittura dall’ente britannico di controllo sui farmaci. Possibile mai che il governo e nessuna altra autorità, britannica in primis ma anche europea, non abbia tenuto in alcun conto un grido d’allarme che più forte e preoccupante non si può?

Ai confini della realtà.

 

INIZIANO AD APRIRE GLI OCCHI I CDC AMERICANI?  

Da un sos all’altro il passo è breve. E siamo sempre negli Stati Uniti.

Un paio di mesi fa i CDC (‘Centers for Deseases Control’) americani – che fra l’altro hanno messo a punto il sistema VAERS di monitoraggio sugli effetti avversi – hanno anche finalmente diramato i primi risultati ottenuti sul fronte degli ‘effetti avversi’ stessi da quando sono iniziate le campagne vaccinali negli Usa. Ne   viene fuori un dato drammatico: ben 10.000.000 (dieci milioni, avete letto bene) di ‘effetti avversi’, dai più leggeri ai più gravi, che colpiscono soprattutto ‘al cuore’ (pericarditi, miocarditi, fino a ictus, trombosi e infarti).

Ed è di appena qualche giorno fa una dichiarazione CDC sui potenziali rischi di ‘ictus’ derivanti dai vaccini a mRNA, cioè quelli di Pfizer e Moderna. Ecco la nota: “In seguito alla disponibilità e all’uso dei vaccini Covid-19 aggiornati (bivalenti), Vaccine Safety Datalink (CSD) dei CDC, un sistema di sorveglianza quasi in tempo reale, ha soddisfatto i criteri statistici per sollecitare ulteriori indagini sull’esistenza di un problema di sicurezza per ictus ischemici nelle persone di età pari o superiore a 65 anni che hanno ricevuto il vaccino Pfizer-BionTech Covid-19, bivalente”.

Il deputato repubblicano Cathy McMorris Rodgers, che presiede il comitato per il Commercio alla Camera, ha invitato i CDC ad “indagare rapidamente”.  “La mancanza di trasparenza negli ultimi tre anni – sostiene – ha infranto la fiducia degli americani nelle nostre agenzie di sanità pubblica. CDC e FDA (la ‘Food and Drug Administration’, ndr) dispongono di sistemi per monitorare la sicurezza dei vaccini che hanno identificato questo segnale preliminare. Ora queste agenzie devono indagare rapidamente, in modo aperto e trasparente, se il vaccino possa aver contribuito o meno agli ictus segnalati”.

Sorge spontanea la domanda. Potranno mai, tali ‘Autorità’, smentire se stesse?

Cathy McMorris Rodgers

Potrà mai, ad esempio, la FDA ammettere di aver bypassato – anzi letteralmente calpestato – norme, regole e tempi che dovevano seguire i ‘trials’, le fondamentali sperimentazioni, la cui ‘dead line’ era prevista per il 31 dicembre 2023, cioè a fine di questo anno?

Potrà mai ammettere di aver spudoratamente mentito su efficacia e sicurezza dei vaccini, come ha più volte denunciato – una delle poche voci nel deserto – l’autorevole ‘British Medical Journal’ – che ha avuto il coraggio di pubblicare tre inchieste al calor bianco, nel corso del 2021, veri j’accuse contro FDA, nonché la superprotetta star di Big Pharma, Pfizer, guarda caso la prima a tagliare lo ‘storico’ traguardo del vaccino anti covid?

E ancora: come si spiega il rifiuto, per ben due volte, del Ceo di Pfizer, Albert Bourla, di testimoniare davanti alla ‘Commissione d’inchiesta sui vaccini’ istituita a settembre dal Parlamento europeo? Misteri di Big Pharma.

 

LA DICHIARAZIONE DI STOCCOLMA

Terminiamo il nostro horror tour con due paesi europei, Svezia e Germania.

Un’equipe medica di Stoccolma ha appena elaborato una dichiarazione pubblica attraverso cui viene lanciato un vero e proprio grido di d’allarme: occorre sospendere al più presto le somministrazioni vaccinali perché i sieri anti covid sono “palesemente pericolosi”. Si tratta di cinque medici ‘senior’ a cui si è unito, per lo studio, Johan Eddebo, ricercatore in digitalizzazione e diritti umani. Nello studio vengono citate numerose altre ricerche condotte in vari Paesi, e tutti giungono alla medesima conclusione: fino a che non viene fatta chiarezza in modo esaustivo e documentato sulla efficacia e, soprattutto, sulla sicurezza di questi vaccini – soprattutto quelli a RNA messaggero – ogni trattamento dovrà essere sospeso.

Johan Eddebo

Ecco l’incipit della dichiarazione: “Il vero carattere e la portata del danno causato dalle vaccinazioni di massa senza precedenti per Covid-19 stanno solo ora iniziando a diventare chiari. Le principali riviste scientifiche hanno finalmente iniziato a pubblicare dati che confermano ciò che la comunità di ricerca ‘clandestina’ ha osservato negli ultimi due anni, soprattutto in relazione a complessi problemi di soppressione immunitaria”.

Organismi di vigilanza pubblici come l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) sono finanziati dall’industria farmaceutica e spesso basano le loro raccomandazioni sugli studi interni di Big Pharma. L’indipendenza delle nostre istituzioni scientifiche e accademiche è minacciata e vediamo una confluenza tra la ricerca scientifica, gli interessi aziendali privati e gli obiettivi politici e ideologici a tutti i livelli”.

“Recenti rivelazioni hanno mostrato che anche le piattaforme digitali hanno lavorato attivamente per sopprimere le prospettive critiche sulle politiche Covid e sulle vaccinazioni di massa. Tutto ciò crea strutture che reprimono immediatamente le opinioni eterodosse e mette a tacere le voci critiche attraverso la paura e la persecuzione indiretta”.

Inna Abramovna Zhvanetskaja

La chiave, ora, è insistere con le domande critiche relative alle vaccinazioni di massa ovviamente pericolose e indagare sulla corruzione nelle nostre istituzioni politiche e scientifiche su cui la situazione Covid ha fatto luce. E’ fondamentale iniziare immediatamente a porre rimedio al danno enorme che è stato arrecato alla salute pubblica globale e alla società aperta in quanto tale”.

Passiamo alla Germania, con una storia molto triste e che tocca veramente il cuore, raccontata dal sito ‘Revovatio 21’, molto attivo nel denunciare affari & connection proliferati nei tre anni di pandemia. E’ la drammatica vicenda che sta vivendo una anziana (ha 85 anni) sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, una compositrice di origine sovietica, Inna Abramovna Zhvanetskaja,la quale ora sta combattendo con le poche forze che le restano per evitare l’internamento in una struttura psichiatrica per il solo fatto di rifiutare il vaccino anti covid.

Incredibile ma vero.

 

 

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Sopravvissuta ai campi di sterminio obbligata dallo Stato tedesco al vaccino COVID: ora è “latitante

 

 

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