PANDEMIA / PREVISTA NEL 2010 DALLA “ROCKFELLER FOUNDATION” – ECCO LE PROVE

Nel 2010 la ‘Rockfeller Foundation’ già prevedeva l’odierna pandemia e lo scenario da lockdown che tutto il mondo oggi sta drammaticamente vivendo sulla propria pelle.

Venne infatti elaborato a maggio 2010 il rapporto “Scenari per il futuro della tecnologia e dello sviluppo internazionale”, frutto della collaborazione tra la Fondazione e il ‘Global Business Network’.

Ma da meno di due mesi (la data precisa è il 27 maggio 2021) quel rapporto è sparito, volatilizzato. Ovvero cancellato, rimosso dagli archivi di casa Rockfeller.

Forse perché quelle capacità ‘divinatorie’ possono ora suonar male, e far credere a non pochi malpensanti o ‘complottisti’ che dietro all’origine della pandemia ci possa essere qualche potente manina, o manona?

Chissà.

Quale era, all’epoca, lo scopo del rapporto? Per sensibilizzare l’opinione pubblica verso la necessità di imparare a guardare il futuro – dissero i suoi promotori – in modo differente, lo studio utilizza lo strumento degli scenari per immaginare e simulare diverse strategie al fine di farsi trovare più preparati per il futuro o, più ambiziosamente, per plasmarlo.

Vennero a questo punto prospettati, nel rapporto, 4 scenari: ‘Lock Step’, ‘Clever Togheter’, ‘ Hack Attack’ e ‘Smart Scramble’.

 

TUTTA PANDEMIA ANNO PER ANNO

Particolarmente impressionante, per la sua valenza distopica, il primo scenario, ‘Lock Step’che di tutta evidenza richiama alla mente lo step del lockdown in seguito ad una drammatica pandemia.

Nessuno, fino ad allora, conosceva la parola ‘lockdown’, né avrebbe mai potuto immaginare il confinamento dell’intera popolazione e per un periodo così lungo.

Ecco lo scenario preconizzato per gli anni a seguire, appena due nella simulazione immaginata (solo immaginata?) nel rapporto: “Nel 2012 la pandemia che il mondo aspettava da anni è finalmente arrivata. Diversamente dal H1N1 del 2009, questo nuovo ceppo di influenza, portato dalle anatre selvatiche (la variante dei pipistrelli, ndr) è stato estremamente violento e letale. Persino le nazioni meglio preparate alla pandemia sono state rapidamente travolte, quando il virus ha invaso il mondo, contagiando circa il 20 per cento della popolazione globale e uccidendo 8 milioni di persone in soli sette mesi. La pandemia ha avuto anche un effetto letale sulle economie: il movimento internazionale, sia di persone che di beni, si è improvvisamente bloccato, indebolendo industrie come quella del turismo, ed interrompendo la catena globale di rifornimento. Persino a livello locale, negozi e uffici normalmente pieni di attività sono rimasti improvvisamente vuoti”.

Così proseguiva la ‘premonizione’: “Nonostante tutto, alcuni paesi se la sono cavata meglio. In particolare la Cina: la rapida imposizione da parte del governo cinese di una quarantena obbligatoria per tutti i suoi cittadini, accompagnata dalla chiusura ermetica istantanea di tutte le sue frontiere, ha salvato milioni di vite, fermando la diffusione del virus molto prima che in altri paesi e permettendo in seguito un più rapido recupero. Il governo cinese non è stato l’unico a prendere misure estreme per proteggere i propri cittadini dal rischio del contagio. Durante la pandemia, diversi leader nazionali hanno fatto pesare la propria autorità e imposto regole e costrizioni severissime, dall’obbligo di portare mascherine al controllo della temperatura corporea all’ingresso di spazi comuni come stazioni o i supermercati. Anche dopo la pandemia, questo controllo autoritario sui cittadini e sulle loro attività è continuato, e si è addirittura intensificato”.

Ci credereste che il rapporto è stato scritto 11 anni fa?

Ma proseguiamo a leggere qualche altro, significativo passaggio.

“Al fine di proteggersi dalla diffusione dei crescenti problemi globali – dalla pandemia al terrorismo transnazionale, dalle crisi ambientali all’aumento della povertà – diversi leader del mondo hanno stretto ancora più fortemente il pugno del potere. Inizialmente il concetto di un mondo più controllato aveva ricevuto grande accettazione ed approvazione. I cittadini erano disposti a cedere parte della propria indipendenza e della propria privacy a governi più paternalistici, in cambio di maggiore sicurezza e stabilità. I cittadini erano più tolleranti e perfino desiderosi di ricevere direzione e controllo dall’alto, e i leader nazionali ebbero così mano libera nell’imporre l’ordine nel modo in cui preferivano. Nei paesi più sviluppati questa accresciuta forma di controllo si concretizzò in vari modi: identità biometrica per tutti i cittadini, ad esempio, unita a regole più severe per le industrie ritenute vitali per l’interesse nazionale. In molti paesi sviluppati questa cooperazione forzata, insieme a nuove regolamentazioni ed accordi, ha portato lentamente a restaurare l’ordine e – cosa molto importante – la crescita economica. Nel mondo in via di sviluppo invece le cose sono andate molto diversamente. L’autorità dall’alto ha assunto diverse forme in paesi differenti, a seconda del calibro, delle capacità e delle intenzioni dei loro leader”.

Bill Gates

Lo scenario ‘Lock Step’ prosegue poi descrivendo come il divario tecnologico tra i paesi avanzati e quelli in via di sviluppo si sia allargato, così come sono cresciute le spinte nazionalistiche (sovraniste?) e le ritorsioni tra i vari paesi.

Colpisce il finale della simulazione, che segna l’epilogo della deriva autoritaria e repressiva dei governi su larga scala. Con un salto di 15 anni si balza quindi al 2025.

“Intorno al 2025 la gente cominciava a mal tollerare questo pesante controllo dall’alto, nel quale erano sempre i leader a fare le scelte per tutti. Dovunque gli interessi nazionali si scontrassero con quelli individuali nascevano conflitti. Sporadiche proteste diventarono sempre più organizzate e coordinate, man mano che i giovani, scoraggiati dall’aver visto le proprie possibilità svanire nel nulla – soprattutto nei paesi in via di sviluppo – sollevavano disordini civili. Nel 2026 una protesta popolare in Nigeria abbattè il governo, accusato di nepotismo e di corruzione. Persino coloro che apprezzavano la maggiore stabilità di questo mondo iniziarono a sentirsi a disagio, imbrigliati dall’enorme quantità di regole e limitati dai confini nazionali. Si sentiva nell’aria che prima o poi qualcosa avrebbe inevitabilmente sconvolto il rigoroso ordine per stabilire il quale i governi del mondo avevano così duramente lavorato”.

 

LE ALTRE “PREMONIZIONI”

Se la previsione è ‘azzeccata’, ci vorrà allora la bellezza di 15 anni perché i vari Macròn & Draghi di turno levino il disturbo?

Perché la neo dittatura basata sulla pandemia cominci a mollare la presa? Perché i cittadini di tutto il mondo riescano a riprendere in mano i loro destini scippati e calpestati?

Quel che più inquieta, poi, è che i padroni del Nuovo Ordine Mondiale, i protagonisti del ‘Great Reset’, abbiano prodotto, in questi anni, previsioni su previsioni più che azzeccate.

Come è successo con la ‘premonizione’ di Bill Gates nel 2015, quando per la prima volta (ma adesso scopriamo il clamoroso precedente di casa Rockfeller) parlò di ‘prossima devastante pandemia mondiale’. Del resto, la ‘Bill & Melinda Gates Foundation’ e la ’Rockfeller Foundation’ sono spesso e volentieri gemellate per iniziative sempre tanto filantropiche e umanitarie…

Klaus Schwab

Per non parlare, poi, dell’evento maximo, proprio quell’‘EVENT 201’ organizzato a novembre 2019 (due mesi prima dello scoppio ufficiale della bomba coronavirus) dal ‘Word Economic Forum’ (WEF) presieduto da Klaus Schwab, da giovane colonnello della Gestapo e del quale la Voce ha più volte scritto. E il programma per l’attuazione del Great Reset è – guarda caso – firmato proprio dai cervelloni del WEF.

Fresco fresco, proprio in questi giorni (si è svolto il 9 luglio) il ‘Cyber Poligon’, promosso dall’onnipresente World Economic Forum sul fronte delle ‘cyber wars’ che – guarda caso – stanno dilagando in questi ultimi mesi.

Hanno solo la palla di vetro, la sfera di cristallo nella quale distopicamente guardare il futuro, lorsignori?

O cosa?

 

P.S. Come detto, la relazione con lo “Scenario per il futuro delle tecnologia e dello sviluppo internazionale”, è sparita dall’archivio della Rockfeller Foundation, rimossa il 27 maggio scorso. Fino a quel giorno era consultabile sul sito della Fondazione al link https://www.rockfellerfoundation.org/our-work/search/     

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