MPS / PIANO IN CRAC, CONTI SEMPRE PIU’ IN ROSSO

E’ sempre più notte fonda per il Monte dei Paschi di Siena, la più antica banca italiana ma anche quella che negli ultimi anni ha sperperato e dissipato più soldi, rischiando più volte il crac e sempre generosamente salvata dai governi con i soldi di tutti i cittadini.

Le ultime cifre sono da brivido. Con un Piano di Rilancio che si sta trasformando letteralmente in carta straccia.

Del resto, nessuno dei quattro piani di rilancio elaborati nell’ultimo decennio ha mai trovato attuazione, pur minima.

Prendiamo il Piano 2017-2021. Si poneva l’obiettivo di raggiungere un utile netto da 1,2 miliardi di euro e per il 2019 ricavi da 3.8 miliardi.

E invece? Niente di tutto questo, un risultato del tutto opposto.

A tutto settembre 2020, infatti, i ricavi si sono fermati a 2,2 miliardi, con un calo che sfiora il 10 per cento rispetto all’anno precedente, il dato peggiore fatto registrare nello stesso periodo rispetto a tutte le altre banche. Il margine d’interesse è sceso del 16 per cento. E la perdita di bilancio, il rosso, si attesta a 1,5 miliardi di euro: una cifra che fa toccare la sbalorditiva quota di 20 miliardi complessivi di perdite totalizzate dal 2009 ad oggi.

Andrea Orcel

Da autentico Guinness dei primati negativi!

E il prossimo Piano, elaborato in questi giorni? Un altro libro dei sogni destinato – se nulla cambia radicalmente – a riproporre una situazione da incubo. Nella migliore delle ipotesi – sognano i vertici dell’istituto – i ricavi torneranno al di sopra dai 3 miliardi nel 2023; e i profitti potrebbero raggiungere quota 300 milioni di euro. Profitti però non dovuti alla progressione dei ricavi oppure a migliorate gestioni, ma semplicemente per i tagli dei costi (circa 200 milioni in tre anni) e ad un diverso calcolo delle sofferenze. Puro maquillage.

Sofferenze, d’altro canto, destinate a ri-aumentare (dal 4,2 fino al 7,3 per cento nel 2023), soprattutto per effetto della pandemia e della crisi economica. Soprattutto per questo motivo le svalutazioni potranno essere di almeno mezzo miliardo nel triennio 2023-2025.

In tale bailamme, potrà mai arrivare il grande salvagente della incorporazione nel colosso (comunque a livello nostrano) Unicredit, ora guidato dal fresco numero uno Andrea Orcel? Guarda caso, uno dei registi della più sciagurata operazione nella storia del Monte dei Paschi: l’acquisto di Antonveneta.

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