Magia di una serata con Fiorello-Modugno

Sei milioni, poco meno: diremo perché sono attendibili candidati a ragionare con giusta enfasi, in positivo, sul potenziale che solo la Rai, scrigno di grandi professionalità, può esibire malgrado i mali di gestione di un sistema scippato dai partiti al sacro principio istituzionale dell’indipendenza. Giorno dopo giorno, incontrastato, si rinnova l’assurdo, inspiegabile scandalo dell’appropriazione indebita di microfoni e telecamere dei Tg e Gr con ascolti storicamente dominanti, operata con l’invasione barbarica di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, che sbilancia la linea editoriale clamorosamente a destra, dal tempo del governo gialloverde, ma anche dopo che al verde del Carroccio è subentrato il rosso del Pd.

Denunciati gli abusi, non sfugge a nessuno l’abisso di qualità che rende imparagonabile il giornalismo d’inchiesta di ‘Report’, di ‘Presa diretta’ e in altra collocazione di programmi come ‘Geo’, ‘Kilimangiaro’, dell’offerta televisiva firmata da Piero e Alberto Angela, con la paccottaglia Mediaset dei Giordano, Porro, Del Debbio. La premessa si conclude qui. Introduce lo choc salutare di un lunedì, che a ridosso della noia per la millesima ‘tarantella’ dell’‘Eredità’, giustificata all’infinito dalla suspense della famigerata ‘ghigliottina’, del solito Tg1 destrofilo e di un ormai noiosissimo ‘I Soliti ignoti’ a conduzione Ama…, ha riservato un exploit di qualità ben oltre la riconosciuta professionalità di Beppe Fiorello. La straordinaria perfezione della sua prova d’attore e la risposta degli ascolti, raccontano che è possibile e rinnovabile il miracolo di fare televisione ad altissimo livello con la formula di ‘Penso che un sogno così’, ovvero con una artista in grado per due ore di inchiodare davanti al televisore i fortunati che hanno intuito di assistere a un exploit televisivo molto prossimo alla perfezione. Impossibile, ad eccezione di Fiorello, che lo ha conquistato con due ore di straordinario protagonismo, assegnare gli oscar della serata: scenografia di eccezionale suggestione, come le luci, fantastico intreccio del suo intenso monologo con la migliore musica di Modugno, il poco invasivo surplus di qualità delle apparizioni brevi, ma prestigiose, di Eleonora Abbagnato, Pierfrancesco Favino, Paola Turci, Serena Rossi, Francesca Chillemi e Rosario Fiorello: hanno accompagnato Beppe lungo il suo racconto, fluido, come una magia inaspettata e coinvolgente.Un evento di così rara bellezza meriterebbe di essere replicato ed è probabile che i vertici della Rai, in un momento di distrazione, accantonati i giochi di potere, il conflitto di interessi del perverso intreccio tra ruolo istituzionale della televisione pubblica e ingerenze della politica, intuiscano la grande opportunità di confermare la superiorità di progetti aziendali con la ripetizione del programma. Nell’attesa, per chi naviga nel mare magnum di Rai Play, è già possibile recuperare la visione di “Penso che un sogno così…”  e vivere con un man show, artista con la ‘A’ maiuscola, la più suggestiva prova televisiva d’amore per un padre e il suo idolo, l’universale cantore della magica ‘Volare’ e della terra generosa di Sicilia.

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