GIALLO CACCIA / MANCANO ANCORA MOVENTE E MANDANTI

“Quanto è stato accertato fin qui dai processi è solo una mezza verità”.

Sono le amare parole pronunciate da Guido, Paola e Cristina Caccia, figli del procuratore di Torino Bruno Caccia, ucciso dalla ‘ndrangheta poco meno di 40 anni fa, il 26 giugno 1983, dopo la sentenza della Cassazione che ha condannato in via definitiva all’ergastolo l’esecutore materiali del delitto, il panettiere Rocco Schirripa.

Denunciano i famigliari di Caccia: “Mancano ancora i nomi degli altri esecutori e non è stata fatta piena luce su movente e mandanti”.

Secondo l’accusa, con questo omicidio il boss calabrese Domenico Belfiore aveva eliminato il magistrato scomodo, il quale rappresentava un grosso ostacolo per gli interessi della criminalità organizzata e già radicata, all’epoca, a Torino.

Ma nessuna luce è stata fatta, concretamente, sulla pista più attendibile: quella che portava ai maxi riciclaggi di danaro attraverso i casinò. Tanto è vero che la più grossa inchiesta che in quel periodo Caccia stata svolgendo di persona riguardava proprio il Casinò di Saint Vincent.

La sentenza della Cassazione in pratica conferma quanto era emerso (poco) con quelle di primo grado, del 2015, e di secondo grado un anno fa esatto, il 14 febbraio 2019.

“Non conosciamo l’identità degli altri mandanti e delle altre persone che hanno sparato”, disse subito dopo il verdetto di primo grado il legale della famiglia Caccia, Fabio Repici.

“Questa inchiesta sulla tragica uccisione di un magistrato è l’unico caso nel quale l’attività processuale si è rifiutata di sentire i colleghi di Caccia e i suoi familiari”.

Nella sua requisitoria il procuratore generale della Cassazione, Alfredo Viola, ha definito l’uccisione di Caccia come connotata da “trame ampie e complesse”, sulle quali, appunto, non è stata fatta luce.

Caccia – ha aggiunto Viola – è la prima vittima della mafia al Nord. Ed ha sottolineato che le misure di protezione, disposte per tutelare Caccia, magistrato di punta alla procura di Torino “purtroppo si sono rivelate non stringenti”.

Purtroppo.

 

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