TOM BEHAN / LA SUA GRANDE LEZIONE UMANA E POLITICA

Pare davvero ieri quando discutevamo sulla sinistra che non c’è più. Su che fare. Su come riaprire in Italia, in Inghilterra, nell’Occidente, una vera lotta politica in grado di risvegliare le coscienze e le utopie dimenticate.

Eppure sono passati nove anni da quel tragico 30 agosto 2010, quando Tom Behan se ne è andato. Nove anni senza le sue parole ironiche e illuminanti, uno squarcio nelle nebbie, la sua intelligenza capace di tuffarsi nei mari italici della politica, dal fascismo fino alle mafie, con estrema lucidità, perfetto rigore storico, abilità nel leggere quanto corre sotto la superficie degli avvenimenti.

Lo abbiamo conosciuto ad inizio anni ’90, appena scoppiata Tangentopoli. Era arrivato a Napoli per insegnare letteratura inglese all’Orientale, in pochi mesi aveva imparato a perfezione l’italiano e soprattutto il napoletano, con tanto di segreteria telefonica in stile partenopeo.

Mitico il suo “See Naples and die”, una delle letture più rigorose delle connection tra politica, affari e camorra. Proprio come, anni prima, il politologo inglese Percy Allum aveva descritto, nella sua mitica saga sui Gava, le politiche democristiane a Napoli e non solo.

L’ultimo libro di Tom Behan, che vediamo nella foto in alto

Impegnato in prima persona nelle battaglie alla sinistra del Labour Party, spina nel fianco dei blairiani di ogni stagione. Con Tom spesso scherzavamo, sotto il profilo linguistico e politico, proprio sul nome dell’allora premier britannico: Blair, liar, ossia bugiardo.

Amava profondamente il cinema, Tom, che promosse a Napoli una rassegna sul cinema di Gillo Pontecorvo.

Aveva deciso di mettere radici in Italia, comprando un pezzettino di terra in Lunigiana, uno squarcio di paradiso che aveva messo su con le sue mani, dissodando la terra con la passione di un ragazzino. Non ha fatto in tempo a godersela.

Decise che le sue ceneri venissero sparse nel mare di Capri, tale era il suo amore per per la terra di adozione.

Un’amicizia, una stima profonda cresciuta negli anni. Amava la Voce, Tom, così come noi amavamo il suo rigore, il suo carattere tutto irlandese-partenopeo, la sua immensa passione civile.

Bye Bye. Un abbraccio per sempre, compagno Tom.

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