CIRCO LETTA / ORA IL SEGRETARIO PD TIRA FUORI LE “TRAME” DI PUTIN

Siamo già alle comiche finali. E pensare che la campagna elettorale è appena iniziata…

Il sole, di tutta evidenza, ha picchiato forte sul cranio del segretario PD Enrico Letta che arriva a parlare letteralmente di “TRAME” ordite dalla Russia del macellaio Vladimir Putin con un emissario della Lega di Matteo Salvini per far cadere il governo Draghi.

A questo punto andrebbe convocato d’urgenza non un Consiglio dei ministri per affrontare un tema che non esiste, come parlare dell’acqua calda.

Ma un collegio di psichiatri d’alto profilo per esaminare il caso Letta: il quale sta letteralmente dando i primi numeri di una battaglia elettorale mai vista e sperimentata al mondo. Concentrata sotto la canicola ferragostana, dove storicamente gli italiani se ne fottono di tutto e di tutti, cascasse il mondo, e quindi attuabile in appena 3 settimane utili di settembre.

Roba da quinto o sesto mondo, dove andare al voto non è una normale consuetudine, ma un rituale che si può svolgere anche in costume da bagno o in monokini: tanto del voto degli italiani nessuno se ne fotte ormai più da almeno una dozzina d’anni.

Cioè da quando cadde, sotto i colpi dello ‘spread’, Silvio Berlusconi, e da allora il ricorso alle urne è stato praticamente ‘abolito’, ‘sospeso’, ‘vietato’, perché al capezzale del Paese malato potevano solo accorrere i Tecnici, i Soloni, o i Calati dal Cielo, come s’è verificato da Monti in poi passando per il comico esecutivo Renzi e finendo tra le braccia dell’Imperatore Draghi.

Ma torniamo alle news fresche di giornata.

 

L’ormai super atlantista ‘La Stampa’ diretta da Massimo Giannini (che potrebbe sul filo di lana soffiare il posto proprio a Draghi  per la poltrona di Segretario Generale della NATO), fa il suo bravo scoop-tric trac di giornata, che riporta alla mente quello di mesi fa che fece andare su tutte le furie l’ambasciatore russo a Roma. Repetita iuvant, e cosa s’inventa ora Giannini l’Amerikano?

Che la Lega di Salvini avrebbe ordito una ‘trama’ (come la chiama Letta) attraverso un semi sconosciuto avvocato, tale Antonio Capuano, ex deputato di Forza Italia e ora arruolato tra i consulenti del segretario leghista. L’obiettivo? Concordare una strategia con l’entourage di Putin per far cadere il governo Draghi.

Davvero, a questo punto, non ci vogliono storici, politologi o 007 per sbrogliare la matassa, che del resto non esiste. Piuttosto, un attrezzato pool di psichiatri per leggere nella mente (sic) prima di Giannini e poi dell’utilizzatore finale, Letta. Vogliamo essere più   teneri con il segretario del PD che vuol vedere tutti i suoi militanti con “gli occhi di tigre” in vista del voto? Per l’ex docente della Sorbona purtroppo rientrato in Italia a curar le spoglie di un ex glorioso partito, può bastare anche un ‘lettino’, comodamente utilizzabile da uno psicanalista di spiaggia per ‘leggere’ tra i suoi meandri cerebrali.

Sorge spontanea una considerazione. Ma se fin dal primo giorno di campagna elettorale, come allo squillo della campanella per il primo giorno di scuola, si deve ricorrere a questi mezzucci a queste sceneggiate che non fanno neanche ridere, ma solo piangere di vergogna per come il nostro povero Paese s’è   ridotto, dove andremo a finire?

 

S’è dovuto scomodare perfino un quasi sempre imperturbabile e asettico Franco Gabrielli, l’attuale sottosegretario alla Sicurezza con delega ai Servizi (e a lungo capo della Polizia) per sgonfiare il palloncino appena comprato sulla spiaggia da Letta, con un breve comunicato che non lascia spazio ai dubbi: “Le notizie apparse sul quotidiano ‘La Stampa’ circa l’attribuzione all’intelligence nazionale di asserite interlocuzioni tra l’avvocato Capuano e rappresentanti dell’ambasciata della Federazione russa in Italia per far cadere il governo Draghi, sono prive di ogni fondamento”.

Barzellette di piena estate, baggianate raccolte sotto l’ombrellone. Alle quali, però, solerti come tutti i servi sciocchi, si sono fiondati i bagnanti Renzi e Calenda, i quali hanno subito invocato inchieste e confessioni: perché non rivolgersi al tribunale dell’Aja per i crimini contro l’umanità, sperando che non abbia appena chiuso i battenti per ferie?

Al coretto non poteva non unirsi, of course, Giggino Di Maio, che ha aveva già subodorato la tresca, dal suo osservatorio privilegiato del Viminale. Il quale, guarda caso, non ne poteva proprio più delle continue interferenze di Giuseppe Conte sull’invio di armi all’Ucraina…

Ecco, Renzi, Calenda, Di Maio: il meglio dei cascami che la politica di casa nostra riesce a produrre. Condottieri di formazioni inesistenti, con un 1 per cento in mano ciascuno (se va bene), eppure pronti a fare i galli nel pollaio griffato Letta. Dove ora, in vista del voto, si raccoglie un po’ di tutto, dal differenziato all’indifferenziato.

Povero Enrico Berlinguer. Con questo caldo ti starai certo rivoltando nella tomba.

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