CIRCO RAI / ORFEO CAVALLO VINCENTE, DALL’ORTO AVVISATO…

Starwar de noantri a viale Mazzini. Esce il numero uno delle news Carlo Verdelli e per ora non entra nessuno, il classico interim se lo autoassegna il megadirettore Antonio Campo Dall’Orto. Per chi scalda la poltrona?

Nel totonomi fa capolino il sempreinpool Mario Orfeo. Secondo il Foglio, “l’uomo forte dell’informazione è Mr Tg1”, criptico titolo del pezzo in prima firmato da Marianna Rizzini “Dove sta l’Orfeistan?”.

Non è la prima volta che gli itinerari di Verdelli e Orfeo si incrociano. Successe un anno e mezzo fa con la successione di Ferruccio De Bortoli al Corriere della Sera, quando Luciano Fontana la spuntò sul filo di lana nei confronti dei due. Nel curriculum del fresco trombato Rai c’era proprio il Corsera, dove aveva ricoperto il ruolo di vice, per poi passare alla Gazzetta dello sport, approdando quindi a Vanity Fair: non poteva mancare, per chiudere il cerchio, il barnum di viale Mazzini. Era stato sponsorizzato da Mediobanca, Verdelli, per la corsa a numero uno del quotidiano di via Solferino; mentre ad appoggiare la candidatura Orfeo s’erano spesi mr Tod’s Diego della Valle e l’ex mr Pirelli Marco Tronchetti Provera, intenzionati a ‘innovare’.Tra i due litiganti vinse il signor nessun Fontana, un old talent comunque cresciuto nel vivaio di casa. Verdelli, in quel caso, venne penalizzato da un’antica ruggine con il patròn della Fiorentina, che non aveva dimenticato una storia made in Calciopoli ai tempi della direzione della Gazzetta rosa.

Un paio di mesi fa ha cercato di spiegare il motivo del crescente peso di Orfeo tra i media nostrani Giancarlo Perna sulle colonne di Libero. Ecco cosa scriveva in uno dei suoi ritratti: “Nel 2012, defenestrato l’intruso Minzolini, passa alla guida del Tg1, con gli auspici di Giorgio Napolitano, Mario Monti, Gianfranco Fini, Max D’Alema, Pierferdinando Casini, Italo Bocchino, Mara Carfagna. Oggi però nella mutevolezza delle nuove sorti, costoro non contano più un baffo. Chi lo garantisce, allora, di fronte al nuovo invadente potere renziano? Maria Elena Boschi, dicono. Relata refero”.

Paolo Cirino Pomicino. nell'altra foto Mario Orfeo

Paolo Cirino Pomicino. nell’altra foto Mario Orfeo

Fantasiose sponsorizzazioni a parte, forse qualche merito spetta a San Gennaro. Partorisce nella sua Napoli, infatti, il talento di mister Orfeo, culla il patinato mensile Itinerario, la creatura di Paolo Cirino Pomicino. E primo tifoso ‘O Zio, Vincenzo Maria Greco, il faccendiere e uomo ombra di ‘O Ministro dai tempi delle vacche grasse per il dopo terremoto ’80, quindi per l’Alta Velocità fino alle ricche ma alla fine sfortunate avventure targate Impresa, un maxi crac che ha portato ‘O Zio in galera (un’altra tegola per le vicende editoriali della catena di free E Polis).

Alcuni mesi fa, dopo il miliardario crac di Impresa – una piccola ma sostanziosa Tangentopoli in salsa romano partenopea – tra i media di casa nostra è calato il silenzio più tombale. Tutti allineati e coperti, stra-embedded, per non disturbare mister Orfeo, né creargli il minimo imbarazzo. Cortesie tra colleghi.

Sempre amato e voluto da tutti, mister Orfeo, in perfetto stile bypartizan (solo i 5 Stelle hanno avuto il coraggio di cantargliene quattro). E sua stella polare, nel firmamento vip, resta il super mattonaro de noantri, Francesco Gaetano Caltagirone, che gli affidò il timone delle sue perle editoriali, il Mattino prima e il Messaggero poi. Quindi lo sbarco al Tg1, dove anche il vice, Gennaro Sangiuliano, arriva da Napoli (mosse i primi passi come portaborse di Sua Sanità Franco De Lorenzo): Dio li fa e poi li accoppia.

Oggi in Rai non si muove foglia che Mario culodipietra (così lo chiamavano i colleghi fin dai vagiti griffati Itinerario) non voglia. E la poltrona di Verdelli, neanche occupata, gli sta già stretta. Campo Dall’Orto è avvisato.

E’ sempre CircoOrfeo…

 

 

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