SPERIMENTAZIONE ANIMALE / I CANNONI DELLA SENATRICE CATTANEO E I “FATTI”

Sperimentazione animale, alias “vivisezione”, la polemica infuria. La senatrice a vita Elena Cattaneo apre il fuoco di fila, tre bordate da novanta su Repubblica. E senza contraddittorio. Il “nemico” prima è quasi invisibile, chi si oppone alla vivisezione a qualunque titolo, poi man mano si manifesta, con un attacco al fondatore del movimento antispecista, Bruno Fedi, colpevole di aver illustrato le sue posizioni scientifiche, diametralmente opposte a quelle della senatrice. Vero confronto tra Golia e Davide, i cannoni della senatrice a vita contro le biciclette del movimento antispecista e di chi – con argomenti e soprattutto “fatti” – osa contrastare il moloch di Big Pharma, ovvero le multinazionali del farmaco che orchestrano e finanziano a suon di miliardi le campagne “pro sperimentazione animale”. E di chi, “scientificamente”, le avvalora. Ma vediamo, tappa per tappa, l’escalation della polemica.

11 gennaio. Animal Day a Napoli. Interviene, fra gli altri, Bruno Fedi, ottantadue anni, ex docente alla Sapienza di Medicina e Chirurgia, una sfilza di specializzazioni che solo per modestia non ricorda, da anni impegnato in prima fila nel denunciare le prassi di sperimentazione animale. Fornisce una serie di dati e “fatti”, tutti attestanti la perfetta inutilità di quelle attività, perchè “i risultati non sono trasferibili all’uomo”. Non solo crudeltà gratuite e violenze d’ogni genere e “specie” contro chi non ha mezzi né voce per difendersi, ma soprattutto totale inutilità scientifica di quegli “esperimenti”: giustificati unicamente dagli interessi di Big Pharma (e annesse industria chimica e cosmetica), che lucrano immensi fondi per tali ricerche, e soprattutto non hanno disco verde per i loro prodotti spesso e volentieri killer per la salute umana se non mostrano il bollino della “sperimentazione animale”.

La Voce, sul suo sito, riprende l’intervento di Fedi proprio quell’11 gennaio. Ma ci torna, in modo molto più articolato, una decina di giorni dopo, con l’inchiesta del 20 gennaio “Belli con l’anima”: le tesi e i “fatti” scientifici di Fedi trovano ampio spazio, attraverso un’intervista proprio sul tema della sperimentazione animale.

 

I CANNONI DELLA SENATRICE CONTRO LE BICICLETTE

Ma ecco che parte l’offensiva della senatrice. 24 gennaio, Repubblica ospita un suo intervento addirittura in prima pagina, “Non è un paese per scienziati”, dedicato ai “mali” che affliggono la ricerca in Italia. Ma qual è il vero ostacolo al progresso? Dal Verbo della Cattaneo, laureata in farmacia, magicamente scopriamo che le baronie universitarie sono sparite, lo sperpero di danaro pubblico in sanità – palese anche ai bimbi delle elementari – non ci affligge più, le selve ministeriali si sono dileguate. Ma c’è un solo, grande nemico da combattere e abbattere: chi si oppone alla sperimentazione animale. “Senza sperimentazione animale la medicina sarebbe a uno stadio tribale”, è la sentenza della farmacista-senatrice, in prima pagina di Repubblica.

Sul sito della Voce il 25 gennaio pubblichiamo la risposta di Bruno Fedi (vedi link in basso), che ribadisce il carattere apodittico della asserzioni della senatrice, la mancanza totale di contraddittorio, il disinteresse dei media a sentire chi la pensa in modo opposto e, nel merito, la totale inutilità della sperimentazione, i cui risultati non sono e non saranno mai trasferibili all’uomo.

Schermata 2016-02-22 alle 11.56.49Italiani brava gente – secondo Big Pharma – e popolo bue (siamo del resto in tema, a proposito di vivisezione e costolette cash and carry), vanno ammaestrati con cura. Per questo, ecco servito come piatto forte di Repubblica Salute, l’8 febbraio, in apertura, un nuovo intervento da due pagine firmato Cattaneo, “Senza i test sugli animali la medicina fallisce”, nel quale viene fra l’altro mostrato quanto il ricercatore/la ricercatrice (Eleonora) sia “umana”, buona e gentile con la cavia Akira, una scimpanzè da cento chili. “Senza la sperimentazione animale – è la nuova sentenza d’appello – non avremmo quasi nessuna delle conoscenze sul funzionamento di tessuti e organi, né sarebbe stato mai possibile sviluppare terapie di prevenzione o trattamento per i malati”. Un deserto, la resa senza condizione alle malattie, dunque, senza Akira & C., le centinaia di migliaia di creature massacrate – vivisezione, va ribadito – sull’altare della scienza made in Cattaneo & C.

Inutile ormai dire che lo stesso giorno dello scoop di RSalute, Bruno Fedi prende carta e penna per sottolineare ancora una volta che i “fatti” scientifici parlano un altro linguaggio, totalmente diverso. E che i “fatti” della senatrice sono mere affermazioni senza prova, senza riscontri, senza reali suffragi scientifici. Cioè, del tutto campate per aria.

Siamo al tre, la Cassazione. A questo punto, dismesse penne e computer è venuto il momento di imbracciate i fucili. Solo così si spiega l’accanimento “terapeutico” della senatrice, che decide di passere all’attacco frontale e all’insulto ad personam. Succede, sempre via Repubblica, l’8 febbraio, una intera colonna nella pagina dei Commenti. Scrive la senatrice-farmacista nel suo lungo intervento titolato “La scienza e gli animali”: “Stupisce, ma forse non troppo, che alcuni scienziati – pochi e spesso ‘a riposo’ – si prestino a intorbidare le acque. Sarebbe importante capire su quali ambiti e a quando risalgano le loro esperienze di laboratorio, così palesemente diverse dal resto della comunità scientifica mondiale”. Non basta: “Mi chiedo se i moderni soloni dell’etica animale abbiano mai provato, e con quale intensità, la tensione etica e la responsabilità morale anche verso i membri della loro stessa specie”. Ecco poi l’affondo: “Fra i soloni da poltrona c’è chi mi chiede ‘fatti’. Sono tutti lì, ma bisogna volerli vedere. Siamo abituati a produrre fatti e a renderne conto”. Poi un affondo bis, contro i “moralisti un tanto al metro”: “mi si portino le prove. Oppure è propaganda. Si tratta di scegliere da che parte stare”.

 

SUSANNA PENCO – VITA, IDEE E “FATTI”

Si è capito con estrema chiarezza da quale parte stia la senatrice di Brugherio, sul cui capo poggia lo stesso alloro che incoronò quello di Rita Levi Montalcini, con qualche piccola differenze ai più visibile. Alla ricerca di “fatti”, dunque, e non parole, passiamone in rapida carrellata alcuni.

Ecco la storia di Susanna Penco, biologa, ricercatrice e soprattutto affetta dalla tremenda SLA da quando aveva vent’anni. Che ha deciso di donare il suo

Susanna Penco

Susanna Penco

corpo (e i familiari l’hanno seguita in questa scelta) per lo studio della sua stessa malattia: tutti i fisiologi, del resto, sanno bene che – come sottolinea Fedi – “è dall’analisi da cadavere che si sono ottenute tutte le scoperte più significative sul fronte diagnostico e terapeutico”. Commenta Susanna: “E’ proprio la genetica a dimostrare che la sperimentazione animale non serve. Come dice il famoso tossicologo Hartung, ‘non siamo topi da 70 chili’. Sappiamo bene che esistono malattie che colpiscono gli uomini ma non gli animali, come ad esempio la sclerosi multipla e l’Alzheimer. E moltissimi farmaci e composti chimici nocivi agli animali e benefici per gli umani, e viceversa. Per esempio, i ricercatori hanno impegnato tempo e risorse per studiare la sclerosi multipla sulle scimmie ma non hanno ottenuto alcun risultato. Idem per le malattie neurovegetative”. I media hanno parlato della storia di Susanna Penco? No, qualche briciola. Grande spazio, e lacrime a iosa, invece per la storia di Caterina Simonsen, la studentessa bolognese immortalata con la sua frase “senza questi test medici sugli animali non sarei viva”.

Passiamo ad alcuni stralci tratti dal libro “Le Menzogne di Big Pharma”, scritto da Marco Pizzuti e Chiara Collizzolli. Uno dei punti caldi affrontati è proprio la vivisezione, “una pratica scandalosa – viene sottolineato – ancor oggi molto utilizzata grazie all’omertà garantita da mass media e istituzioni alla potentissima lobby del farmaco. La stragrande maggioranza dei farmaci approvati dal ministero della sanità con lo strumento della vivisezione è assolutamente inutile, e i test condotti sugli animali non offrono alcuna reale garanzia di efficacia sull’uomo. Perciò la vivisezione serve solo ad assicurare l’approvazione e la vendita di enormi quantitativi di nuovi farmaci inutili e dannosi, in altre parole a ingrassare le tasche di Big Phrama sulla nostra pelle e su quella degli animali”. Mantenere in piedi la “macchina-vivisezione” (pardon, sperimentazione animale) del resto è molto costoso: come, ad esempio, mantenere gli stabulari, i lager dove sono custodite (sic) circa 3 milioni di cavie da laboratorio. “Il solo reale motivo – scrivono gli autori – per utilizzare uno strumento così barbaro e primitivo come la vivisezione è che quest’ultima permette di arrivare all’approvazione legale di costosissimi farmaci inutili. Se venissero adottati i nuovi metodi scientifici sostitutivi della vivisezione, la maggior parte di tali prodotti farmaceutici non potrebbero essere brevettati, perchè risulterebbe chiara la loro nocività”.

E ad elencare la non tanto umana catena di crudeltà sulle pelle di chi non si può difendere ci pensa proprio la biologa Susanna Penco: “L’induzione di malattie negli animali, come i tumori, le infiammazioni, paralisi progressive, i testi di tossicità in cui la morte è il punto finale, o di cancerogenicità, i trapianti di organi, la generazione di individui geneticamente modificati e sofferenti, le scosse elettriche, lo stress da immobilizzazione causato per produrre ulcere gastriche o insufficienze cardiache, l’uso di gabbie metaboliche, le prove di dispositivi che possono causare dolore o angoscia intensi), fanno parte dei protocolli di ‘sperimentazione animale’ secondo l’attuale normativa, ma certamente chiamarla in questo modo ha un impatto sull’opinione pubblica meno forte rispetto al termine vivisezione”. Per la senatrice Cattaneo invece esiste, tra le due, un abisso. Ma soprattutto, lady C. non è contenta: pratiche ministeriali troppo lente e troppi bastoni fra le ruote messi da “soloni a riposo tanto al metro”…

Passiamo ad un sito di controinformazione su medicina, salute, ambiente e alimentazione, MorAst. In uno tra i tanti pezzi dedicati alla vivisezione viene scritto: “non esiste alcuna differenza rispetto alla cosiddetta sperimentazione animale, in quanto l’animale vivo è oggetto di torture e sofferenze: pensate ai test cosmetici, farmacologici, tossicologici e per finire agli xenotrapianti, tutti test disumani, assurdi e inutili. Pensate un momento agli xenotrapianti: pensate ad una mucca col cuore di un cavallo o a un uomo col cuore di un maiale”. Si tratta solo di “pseudosperimentazioni assurde finanziate da Big Pharma per creare nuove malattie”.

Schermata 2016-02-22 alle 12.11.02Fanno capolino, nel sito, non poche frasi di ricercatori che hanno, anche molti anni fa, “smascherato la falsa scienza”. Eccone alcune in rapida carrellata. “Nessun ricercatore su animali è in grado di fornire una sola indicazione utile per una malattia umana” (D.A. Long, Istituto Nazionale Inglese per le Ricerche). “Nulla di quanto mi è stato insegnato in base ai risultati ottenuti con la sperimentazione animale mi è stato della minima utilità nella diagnosi e nel trattamento delle malattie, piuttosto il contrario” (James Burnet su Medical Review). “Le prove su animali vengono fatte per ragioni legali e non per ragioni scientifiche” (James Gallagher, direttore ricerche laboratori Lederle). “Si pretenderebbe di applicare agli ammalati alcune verità fondamentali scoperte nel corso di esperimenti su animali inferiori. Poichè sono fisiologo, mi sento autorizzato a giudicare il merito di tale pretesa. È una pura stupidaggine” (sir George Pinckering, docente ad Ofxord). “Non sappiamo come estrapolare all’uomo i risultati ottenuti con gli animali” (John Oakes, docente di medicina e farmacologia all’università di Vanderbilt).

 

HANS RUESCH – VITA, OPERE E “FATTI”

Ma eccoci alla figura di Hans Ruesch, uno “svizzero napoletano” – il massimo – che ha dedicato la sua vita a smaschera le false scienze, i santuari della medicina “tanto al pezzo”, i veri soloni che – prezzolati – confezionano tesi e teorie pret a poter, allestiscono i tappeti rossi per soddisfare gli interessi sempre crescenti delle multinazionali di Big Pharma. Un gigante del pensiero “alternativo”, Ruesch, per questo nella sua vita perseguitato da una “Giustizia” (sic) sempre al servizio del Potere. Tra le sue opere, la fondamentale “Imperatrice Nuda”, pubblicata da Rizzoli nel 1976, subito ritirata dal mercato su intervento delle lobbies del farmaco; quindi “I Falsari della Scienza”, “La medicina smascherata”. Senza contare gli esordi con i “Manuali della Scienza” che inaugurarono i suoi j’accuse all’establishment medico-scientifico, fino a risalire al mitico “Destini sull’Asfalto”, romanzo portato sul grande schermo da Darryl Zanuck e l’interpretazione di Kirk Douglas.

Hans Ruesch in una foto del 1988

Hans Ruesch in una foto del 1988

Sulla esemplare storia e sui metodi di ricerca di Ruesch (una vita rocambolesca tra gare in Formula 1, editoria alternativa, studi scientifici e scrittura) si è più volte soffermato Bruno Fedi. Ecco lo stralcio di un suo recente intervento ad un convegno sulle sperimentazioni animali.

“Con il suo dirompente ‘Imperatrice Nuda’, dedicato ad un argomento molto specifico, e cioè la vivisezione degli altri animali, non l’uomo, a scopo di conoscenza scientifica, Ruesch pone il problema generale della violenza nella scienza. Cioè pone il problema se sia scientifico un metodo fino ad allora comunemente usato. La filosofia di Popper ha chiaramente dimostrato che le proposizioni scientifiche sono vere finché non vengono dimostrate false. Il libro di Ruesch ha dimostrato migliaia di volte la falsità, cioè gli errori indotti dalla vivisezione. Dunque il libro segna, per la prima volta, una svolta storica come quella che spinse in tempi lontanissimi gli uomini a non cibarsi più di altri uomini, a non considerarli come fonte di cibo ma come possibili collaboratori. Fu effettuata allora una scelta sociale basata su un fatto scientifico, sull’identità genetica, ma anche una scelta etica: l’immoralità della crudeltà.

Nella situazione creatasi dopo la comparsa del libro di Ruesch, molti di coloro che ottenevano potere e denaro proprio dalla vivisezione si opposero ai nuovi concetti, boicottarono il libro e le idee espresse. Pochi altri invece si schierarono dalla parte di Ruesch, ma non sempre compresero le conseguenze lontane delle sue idee. Questi ultimi erano contro la vivisezione, ma non contro il principio della violenza che poteva continuare ad essere applicato ad avversari o supposti tali, anche ad amici e compagni. L’innovazione di Ruesch è stata, invece, una svolta storica epocale, perché si è trattato di un ritorno ad una valutazione scientifica dei fatti. Se si dimostra che un metodo non è scientifico, non potrà essere neppure utile; dunque, non avrà l’alibi di una etica utilitaristica. Tuttavia, per alcuni, ha prevalso la speranza dei benefici comuni a tutti che si fa credere possibile ottenere, anche usando un metodo errato com’è la vivisezione. Il fatto fondamentale che discende dai concetti di Ruesch è che la valutazione etica non è basata su logiche religiose o filosofiche, bensì scientifiche. E’ una posizione di morale laica: si dichiara esplicitamente che non occorre una motivazione religiosa per rifiutare la crudeltà e l’antiscientificità”.

Schermata 2016-02-22 alle 13.00.28Continua ancora Fedi: “Oggi questa autentica mutazione del pensiero può venire intesa in senso ristretto, limitato cioè alla vivisezione, o in senso estensivo, cioè come un principio generale contro la violenza che caratterizza, invece, tutta la storia dell’umanità. Perfino fra gli antivivisezionisti esistono coloro che hanno inteso i concetti di Ruesch in senso ristretto. Per loro il comportamento dell’uomo rimane basato sul principio del più forte. Essi giustificano, per esempio, l’alimentazione carnea, giustificano la violenza contro i loro stessi compagni, anche se rifiutano la violenza nella vivisezione. Fondamentalmente non comprendono che anche il boicottaggio, l’emarginazione, la menzogna, o il semplice tenere all’oscuro di alcuni fatti, sono atti di violenza e che i concetti di Ruesch possono cambiare non solo la ricerca biologica ma anche la società. Non è ancora stato capito che il pensiero di Ruesch ha riacceso un fuoco le cui conseguenze potrebbero cambiare il mondo. Possiamo scegliere di avere aperto gli occhi, di cambiare qualcosa, di regolamentare la vivisezione, di venire a compromessi, realizzando cioè la politica dei piccoli passi (e intanto ottenere per noi stessi posti remunerativi, seggi in Parlamento e in Regione o in altri posti di potere), oppure cercare di abolire la violenza, come insegnano i grandi maestri del passato.

Con la morte di Ruesch è scomparso un gigante: una persona che per prima, in un clima di generale indifferenza e di utilitarismo egoistico, ha compreso l’errore di un metodo falsamente scientifico: ha iniziato una strada che potrà portarci lontano, se non ci adageremo nel conformismo.

Bernard Shaw dice: ‘Gli uomini sono di due specie: quelli che si adattano al mondo e quelli che cercano di adattare il mondo alle loro idee. A questi ultimi è dovuto il progresso’. Ruesch era fra questi ultimi. A noi spetta di essere come lui. Gandhi dice, infatti: se vuoi cambiare gli uomini devi tu per primo essere come vorresti che gli altri fossero”.

 

Nel fotomontaggio in apertura, la senatrice Elena Cattaneo e Bruno Fedi. Qui sotto l’invito alla conferenza stampa col professor Bruno fedi che si terrà a Napoli venerdì 26 febbraio.

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PER APPROFONDIRE:

 

DOCUMENTI / MILLE RAGIONI DEL NO ALLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE

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SPERIMENTAZIONE SUGLI ANIMALI / INUTILE PER LA SCIENZA, UTILE PER BIG PHARMA. E LA SENATRICE CATTANEO POMPA…

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Sperimentazione animale – La toppa peggio del buco

20 febbraio 2016

 

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20 gennaio 2016

 

 

 

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