Bellezze in Tv dell’emittenza trash

Paola Ferrari da 25 anni status symbol dell’avvenenza femminile prestata agli ascolti Tv per alimentare i numeri dell’audience discetta a ragione sul delicato tema della presenza femminile nei Tg e in vari programmi televisivi. Centra il bersaglio così: “Tante giornaliste donne, evito i nomi, ci sguazzano, puntano sul vestito succinto, sull’ammiccamento”. Il giudizio, severo e nemmeno troppo giustizialista, ignora la sfida delle TV commerciali a colpi di minigonne e corpi da modella di ragazze assoldate per raccontare il Meteo e il traffico stradale, ma anche la più che probabile selezione in chiave estetica di giornaliste, conduttrici e ospiti di talk show.   Di recente l’esperta in economia di Sky, da anni simbolo di morigeratezza nel porsi davanti alla telecamera, ha derogato dal modello consueto e con progressione sconcertante ora indossa camicette sempre meno accollate. Insomma, tutto vero e sorprende la mancata contestazione delle femministe. Perfino l’austera Bianca Berlinguer, nel promo di “Carta Bianca” si è presentata con una ‘mise’ che lasciava trasparire chiaramente il sottostante reggiseno. Dunque Paola Ferrari. Censura le colleghe ‘esibizioniste’ e specialmente la giovane ‘concorrente’ Diletta Leotta, che a suo avviso ha successo solo per le sue ‘forme conturbanti’. Invidia? Sta di fatto che la Leotta non fa mistero della sua prorompente avvenenza, ma a dir la verità non è niente male come giornalista sportiva. La Ferrari sentenzia: “Quando vedo queste ragazze che usano il corpo per diventare famose, mi arrabbio e sbaglio perché ognuno è libero di fare quello che gli pare. Io invece ho sempre considerato un affronto che qualcuno mi ascoltasse solo perché sono carina”. Oltre il discutibile elogio del suo bell’aspetto, quanta saggezza in questo giudizio lapidario. E però, domenica sera, a distanza di qualche giorno dal suo ‘je accuse’, la giornalista, che dopo 25 anni di Rai lascia Saxa Rubra, è apparsa nello studio del Tg sportivo della Rai, prima, durante e dopo la partita Svizzera-Italia: super truccata, con tanto di ciglia finte, scollatura molto osè, gonna corta o comunque tirata su per mostrare le gambe in tutta la loro esplicita bellezza. In due parole, la signora in questione predica bene e razzola molto male. A supporto di questa nota si propone la scelta di alcune immagini non proprio castigate della Ferrari.

Altri tempi, certo, ma che nostalgia per i volti normali e le figure discrete delle cosiddette signorine buonasera, della Orsomando, Vaudetti e colleghe. Che gran fastidio, invece, per la cinematografia mondiale del nostro pruriginoso tempo, incapace di produrre un solo film commedia senza raccontare con dovizia di dettagli e primi piani (pardon per la volgarità del termine) le scopate, quasi sempre non funzionali al racconto del film.

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