PRELIOS TUTTA D’ORO E I SUPER MANAGER DA PRIMA REPUBBLICA CAPUTI E IESI NEL MOTORE

Servizi immobiliari, splende sempre più luminoso l’astro di Prelios, la sigla nel cui azionariato hanno fatto capolino colossi come la Pirelli targata Tronchetti Provera e primarie banche, quali Unicredit e Intesa Sanpaolo (impegnata, quest’ultima, in svariate “imprese”, a partire dalla NTV di Italo, con il trio di casa nostra Della Valle-Montezemolo-Punzo sempre più in sella dopo la non poco clamorosa uscita dei francesi). Ma anche super manager d’oro, a disegnare il presente e il futuro di Prelios, in prima fila i big Massimo Caputi e Sergio Iasi.

Procediamo con ordine e vediamo cosa si sta muovendo sulla scena finanziaria. Dopo aver trattato e gestito mattoni, Prelios si sta trasformando in una star dei servizi immobiliari, con una serie di partner internazionali già pronti ad entrare in formazione: in pole position la statunitense “Starwood Capital”, che ha già acquisito alcuni rami del potente gruppo mattonaro romano Parnasi ed è anche interessata alla realizzazione del nuovo stadio della Roma Calcio (in mano, guarda caso, agli americani, via Unicredit; e, altra coincidenza, gli stessi Parnasi erano interessati all’affare stadio). In rampa di lancio per entrare nella compagine di Prelios, poi, l’ubiquo finanziere “sociale” Soros, attraverso il suo “Quantum Strategic Partners”, e gli altrettanto immancabili cinesi, via “Fosun”, il veicolo immobiliar-finanziario che mesi fa ha messo le mani sulla storica sede milanese di Unicredit.

Ma ecco qualche dettaglio in più sulle nuove strategie di Prelios. Si tratta, in sostanza, di uscire dagli investimenti immobiliari diretti, facendo cassa e liquidità con una serie di vendite (da circa 220 milioni di euro) per trasformarsi in una “management company”, segmento nel quale sono stati già raccolti oltre 800 milioni di euro nell’ultimo anno e mezzo: una bella cifra per gli esordi. Con gli spiccioli – circa 700 mila euro – Prelios sta per acquisire il controllo di un asset londinese da non poco, “Negentropy Capital Partners”. Commenta un esperto finanziario della City: “L’operazione messa in cantiere da Prelios rappresenta il primo passo per dar vita a Prelios Europe, strategica testa di ponte per collocare fondi negli Usa e così raccogliere ingenti liquidità da reinvestire in Italia, che nei prossimi due anni può diventare la nuova meta degli investitori internazionali, come era avvenuto negli anni scorsi per Spagna e Irlanda”. Secondo recenti stime elaborate da società di consulenza, infatti, una barca da ben 100 miliardi di euro zeppa di fondi sovrani mediorientali starebbe per sbarcare sui mercati immobiliari europei, nel mirino soprattutto Italia, Spagna e Francia.

Così commentano, con non celata soddisfazione, a Prelios: “La logica vuole che i grandi capitali esteri che nel 2008-2009 hanno acquistato a sconto a Londra, poi in Germania, e sono passati negli ultimi anni a Irlanda e Spagna, punteranno sull’Italia fino al 2016. Oggi sui mercati c’è molta liquidità in cerca di occasioni di investimento, e il nostro Paese non può farsi sfuggire l’occasione”. Un anno magico, dunque, il prossimo. E intanto, non farebbe male un aiutino dal governo, come chiedono a casa Prelios: “non possiamo pensare di fare come in passato, cambiare le regole in corso d’opera e inasprire il regime fiscale con validità retroattiva”. Renzi, se ci sei batti un colpo.

Tornando al ‘core’ del problema, quello immobiliare di Prelios è finito in una cassaforte chiamata Centauro, controllata da alcuni ex azionisti (Pirelli e banche), mentre la nuova gemma dei “servizi immobiliari” del futuro andrà presto ricapitalizzata: a quanto pare il carburante da immettere per il decollo si aggira sui 70 milioni di euro.

Ma chi ci sarà, in prima fila, tra i nuovi investitori? Caputi e Iasi, of course. Due storie da grand commis di prima repubblica. Per anni manager nel parastato, Caputi, al vertice di Sviluppo Italia, il carrozzone che ha dispensato e sperperato vagoni di danari pubblici per lo sviluppo (sic) di imprese soprattutto al Sud, sigle di amici degli amici e danari a go go. Grande amico di ‘O ministro Paolo Cirino Pomicino, Caputi ha fondato nella sua Pescara una piccola corazzata a base di mattone & infrastrutture, Proger, con un socio eccellente: Ludovico Greco, il figlio del progettista ovunque del dopo terremoto e alter ego di Pomicino, Vincenzo Maria Greco. Oggi Proger è impegnata nei miliardari lavori all’Expo di Milano. La seconda vita del manager di Stato si “sviluppa” – è il caso di dirlo – via mattone, e via Real Estate. Diverse, nel tempo, le sue stelle comete: Zero Sgr, poi Fimit, quindi Prelios. E svariati i compagni di avventura nel corso dei fortunati e milionari anni: dall’uomo ovunque del calcio ed ex sindaco di Roma Franco Carraro, alla dinasty dei Buontempo per gli affari nella stazioni ferroviarie, fino al gruppo Marcegaglia impegnato nei cinque stelle della Sardegna.

Tutto televisivo l’itinerario professionale di Iasi. Decolla con Canal Plus, poi consulente di Tele più, quindi responsabile per l’Italia di Europaweb, entra nell’orbita di Giulio Tremonti. E il ministro dell’Economia del governo Berlusconi, nel 2003, gli affida una mission particolare: studiare i conti Rai. A quanto pare, ne esce fuori un quadro apocalittico, una situazione che più nera non si può. I vertici Rai, Saccà in testa, lo congedano. Ma resta un episodio storico per viale Mazzini: una consulenza di due mesi 2 pagata la bellezza di 750 milioni di vecchie lire. E poi due cadeau, tanto per gradire (e cestinare quei conti): due contratti d’oro – altre consulenze – con Sipra e Rai Cinema, firmati in tempi record e per un totale di altri 600 milioni di lire. Secondo le “teche” Rai, performance da guinness.

Riusciranno i grandi amici e soci Iasi e Caputi a moltiplicare pani, mattoni e milioni in sella alla nuova Prelios?

 

Nella foto di apertura, da sinistra, Massimo Caputi e Marco Tronchetti Provera

 

PER APPROFONDIRE

Proger, che impresa!

https://www.lavocedellevoci.it/?p=1328

 

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