CORRUZIONE / CHI DENUNCIA IN MODO ANONIMO ORA E’ TUTELATO

Finalmente uno strumento che può aiutare nel contrasto alla corruzione.

L’idea arriva dall’Inghilterra ed è stata appena approvata in via definitiva dalla Camera la legge sul “whistle-blowing” che consente ai dipendenti pubblici di denunciare malaffari, condotte illecite, corruzioni che avvengono nei luoghi di lavoro, potendo godere di una protezione da non poco, l’anonimato.

Potranno riferirne direttamente all’Anac, l’autorità anticorruzione (che è d’accordo sulla legge) guidata da Raffaele Cantone, oppure al responsabile dell’ufficio anticorruzione dell’azienda, senza più temere sanzioni, trasferimenti o demansionamenti.

Promossa dai 5 Stelle, la legge ha ottenuto 357 voti a favore e 46 contrari.

Commenta la senatrice grillina Michela Montevecchi: “Questa norma, con la sua portata di trasparenza e rinnovamento, rappresenta una boccata di aria pulita nelle stanze chiuse dei Palazzi. Tutelare al meglio chi ha il coraggio di denunciare sta alla base di una ‘bonifica’ di certi ambienti, come quello universitario. La legge Severino non aveva eliminato le criticità, né tantomeno la rassegnazione dilagante dei tanti che continuavano a subire, perchè tali comportamenti erano diventati ‘normale amministrazione’”.

Già vent’anni fa dall’Inghilterra importammo un’altra iniziativa da non poco, denominata “Crimestoppers”. Si trattava della possibilità di denunciare – sempre con lo scudo protettivo dell’anonimato – episodi di delinquenza comune e organizzata, fenomeni di usura e di racket, tentativi di estorsione e minacce. Situazioni che molto bene si addicevano alla realtà di casa nostra, soprattutto al Sud.

Proprio per questo la Voce si fece promotrice, a Napoli, affinchè una linea telefonica ad hoc venisse attivata presso gli uffici della Questura partenopea, dove era addetto personale specializzato, in grado cioè di capire la portata della cominicazione e offrire adeguate rassicurazioni alle vittime degli episodi malavitosi. E molte operazioni, soprattutto sul fronte antiracket, vennero portate a termine grazie a quello strumento.

 

Nella foto la senatrice M5S Michela Montevecchi

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